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IL CONTRIBUTO

Quei teoremi di Firenze

A Firenze da 56 anni cercano il mostro, quello (o quelli) che uccise otto coppiette, e da oltre trent’anni cercano improbabili mandanti delle stragi avvenute nella primavera del 93, con il grave a…

Pubblicato il: 21/05/2024 – 17:10
di Mario Campanella
Quei teoremi di Firenze

A Firenze da 56 anni cercano il mostro, quello (o quelli) che uccise otto coppiette, e da oltre trent’anni cercano improbabili mandanti delle stragi avvenute nella primavera del 93, con il grave attacco agli Uffizi. Ora è la volta del generale Mori, reduce da altre assoluzioni, colui che catturò Riina e lavorò con i più grandi magistrati italiani. Mori, già assolto dall’accusa di avere firmato il patto con la mafia per fermare le stragi, non avrebbe fatto nulla per impedirle. In un Paese che proprio da allora ha smarrito quel residuo di cultura giuridica che ne aveva fatto lustro nel mondo, si può essere continuamente accusati. E si può (com’è successo a Firenze) pensare di indagare Dell’Utri (che a differenza di Mori è un obiettivo facile) e ritenere Berlusconi il mandante di quella strategia della tensione, ordita per poi arrivare a fondare Forza Italia e fare pace con la mafia stessa? Pazienza se quella pace non fu mai siglata, perché prevedeva l’abolizione del 41 bis che, proprio l’allora sottosegretario agli interni Maurizio Gasparri, impose come condizione imprescindibile al neonato governo del cavaliere. L’Italia è per vocazione il Paese che ama i fantasmi e le dietrologie. E certamente lo è anche e soprattutto perché, sulle grandi stragi, non si è mai saputa la verità. Ma un conto è fare supposizioni suggestive e scrivere film, un altro è indagare le persone o pensare che Berlusconi volesse addirittura uccidere il suo uomo di punta televisivo (Maurizio Costanzo) per arrivare un anno dopo, da perfetto dilettante, a essere il leader dell’Italia sgangherata. Si può amare o odiare Berlusconi, ed è tutto legittimo, si può anche maledire il berlusconismo, effetto collaterale della morte dei partiti, ma si può arrivare fino a questo punto? E la vita di un alto generale dei carabinieri non vale un fico secco se è costretto continuamente a difendersi da accuse imbarazzanti. Del resto, proprio sul “mostro” permangono tanti dubbi che fosse Pacciani con la sua cricca e la narrazione degli esperti è arrivata addirittura a sospettare (!) che egli fosse proprio colui il quale gli dava la caccia. Al di là di separazione di carriere e test attitudinali, qualcuno prima o poi dovrà accorgersi che la politica deve riprendersi il ruolo assegnatole dalla Costituzione e la stessa cosa deve fare per la Magistratura. Un giornalista che scrivesse un teorema dovrebbe pagare salati danni, mentre se a farlo sono dei Pm non succede mai nulla. Eppure, 36 anni fa gli italiani votarono a stragrande maggioranza un referendum mai applicato. Dovrebbe essere la sinistra, quella che in Italia (grazie a socialisti e radicali) ha costruito le garanzie, a riappropriarsi del termine libertà. Invece che trasformare gli autori dei teoremi in star editoriali o candidarli al Parlamento. Ma in Italia si è colpevoli anche se si viene assolti. Funziona così. Ed è assai triste.

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