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inchiesta “ducale”

Reggio Calabria, il “doppio gioco” di Barillà e l’appoggio al consigliere Sera alle comunali. «È la nostra priorità»

Il sostegno del genero del boss per le elezioni del 2020. L’incontro del consigliere comunale con Araniti: «Era mio dovere venire per un saluto»

Pubblicato il: 12/06/2024 – 17:12
di Mariateresa Ripolo
Reggio Calabria, il “doppio gioco” di Barillà e l’appoggio al consigliere Sera alle comunali. «È la nostra priorità»

REGGIO CALABRIA «Se vince Minicuci, io me ne fotto!… perché a me… tanto Peppe Sera viene eletto… me ne fotto… ma il problema non è il fatto di Minicuci o di Falcomatà, il problema è che tutti votano Falcomatà… alla fine a chi ca**o devi votare». A fare una disamina del quadro politico reggino in vista delle comunali del 2020 è Daniel Barillà, genero del boss Domenico Araniti, “il Duca”, figura centrale dell’inchiesta “Ducale” della Dda di Reggio Calabria, descritto come «longa manus» del suocero e in contatto con gli esponenti politici che risultano indagati: il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giuseppe Neri, il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, e il consigliere del Comune reggino del Partito Democratico Giuseppe Francesco Sera, quest’ultimo definito da Barilla come “una priorità” e che stando alle accuse della Dda si sarebbe recato personalmente nella casa del boss Araniti.

L’appoggio a Sera e l’incontro con il boss Araniti: «Era mio dovere venire… per un saluto»

«Peppe Sera… personalmente (…) ha chiamato mio suocero giovedì scorso», racconta Barillà a Neri giustificandosi così del mancato appoggio elettorale al centrodestra. Per il gip, però, si tratta di una strategia. «Barillà – si legge nell’ordinanza – per le comunali 2020 aveva fatto il “doppio gioco” con il suo amico Giuseppe Neri», si legge, facendogli credere di poter fornire aiuto al candidato da lui sostenuto, ma ad un certo punto, «messo alle strette, aveva ammesso di non poter fornire tale appoggio». Il riferimento al suocero rappresenta, secondo il gip, «il modo, la “scusante”, da parte del Barillà per giustificare il suo “tradimento elettorale”». Sta di fatto che Sera, come ricostruito dalla Dda reggina, è presente domenica 6 settembre 2020 presso l’abitazione di Araniti. Alle ore 11.31, all’interno dei locali adibiti a garage ubicati all’interno dello stabile, gli inquirenti intercettano un dialogo tra Barillà, Araniti e Sera, nel corso del quale il boss faceva i suoi auguri al candidato Sera il quale, nel riceverli, ribatteva che «era mio dovere venire… per un saluto».



«Non si può sostenere – scrive sul punto il gip – che la scelta di appoggiare il Sera sia stata dell’Araniti e ciò lo si ricava proprio dalle conversazioni agli atti: essa risulta frutto di una personale strategia politica dello stesso Barillà. Già nel giugno del 2020 Barillà, e non Araniti, iniziava a muoversi per delineare le proprie strategie elettorali come emerge dai dialoghi». La figura del boss Araniti emerge poi anche in un’altra occasione. Il 14 agosto 2020 Barillà, trovandosi a bordo della sua autovettura, proprio in compagnia del suocero, riferiva a questi di essere stato contattato da Sera ricordandogli che questi aveva presenziato anche al suo matrimonio, e facendo presente che si trattava di un bravo ragazzo. In tale contesto, – ricostruisce il gip – nessun discorso veniva fatto dall’Araniti in relazione alla scelta di appoggiarlo elettoralmente, ma questi si preoccupava esclusivamente di sapere se potesse fare qualcosa per il figlio Francesco, ottenendo risposta negativa da parte del genero che gli faceva presente che aveva ruoli in una società partecipata e che non sarebbe stato conveniente per il cognato lasciare il posto comunale, sebbene part time, per andare a lavorare in una partecipata comunale (poco chiaro e decifrabile risulta il riferimento ad un possibile ruolo di “responsabile” da parte del Sera)».

«Sera è la nostra priorità»

Giuseppe Francesco Sera, che aderisce al Partito Democratico nell’agosto del 2020, alle comunali farà parte dunque della compagine a sostegno di Giuseppe Falcomatà. Barillà che faceva il “doppio gioco” ma che in realtà sembrava avere le idee chiare, nel corso di una conversazione informava il suo interlocutore che avrebbero dovuto definire tutta la strategia di supporto elettorale in maniera tale da «non scontentare nessuno» dei candidati, tenendo bene a mente che «Peppe» Sera è la nostra priorità». E ancora spiegava che «il mio cuore con Peppe Sera è». «Noi, ci dobbiamo regolare …- diceva – hai capito? come dobbiamo fare!. Gli diamo una mano a Peppe, ci dobbiamo sedere per bene, però hai capito… per votare come l’altra volta… da un lato per Peppe Sera, per dire, ah?! E dall’altro… c’è Peppe Neri che sta stressando» per un «candidato suo». (m.ripolo@corrierecal.it)

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