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Imponimento, Di Renzo sull’assoluzione di Verdelli: «Restituita piena dignità alla divisa»

La nota del difensore dell’allora Assistente Capo della Polizia di Stato prima del blitz della Dda di Catanzaro

Pubblicato il: 19/06/2024 – 19:03
Imponimento, Di Renzo sull’assoluzione di Verdelli: «Restituita piena dignità alla divisa»

LAMEZIA TERME Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa diffusa dall’avvocato Giuseppe Di Renzo, difensore dell’imputato Pietro Verdelli, all’epoca dell’operazione della Dda Assistente Capo della Polizia di Stato, assolto «perché il fatto non sussiste» secondo i giudici del Tribunale di Lamezia Terme.

«Tre anni di un lunghissimo dibattimento, dipanatosi con più di 150 udienze (nel contesto di un processo durato circa 4 anni), non cancelleranno mai la sofferenza patita dal malcapitato Verdelli, ma certo, oggi, con una sentenza ampiamente terminativa si restituisce piena dignità alla divisa dell’apprezzato appartenente alla Polizia di Stato Pietro Verdelli».
«La sentenza destruttura ogni elemento asseritamente accusatorio – scrive ancora l’avvocato Di Renzo – consolidando la siderale distanza del poliziotto Verdelli ad ogni e qualsiasi ambiente criminale, in qualunque foggia questo si manifesti. Esprimo, dunque, vivo compiacimento per l’ineccepibile pronuncia emessa dal Tribunale di Lamezia Terme, all’esito del procedimento penale convenzionalmente denominato “Imponimento”, ed auspico che all’innocente Pietro Verdelli venga consentito di riprendere le funzioni che svolgeva con capacità rara ed apprezzata».
Secondo Di Renzo, inoltre, «il dibattimento ha visto sfilare una pluralità di colleghi ed ufficiali della Polizia di Stato, che nel ricostruire a confutazione dell’ipotesi accusatoria alcuni episodi, hanno conclamato la immutata stima di cui il mio rappresentato godeva (e gode). Occorre riabilitare totalmente la figura del graduato Verdelli e ripristinare, senza indugio, le funzioni che svolgeva e le prerogative che gli appartenevano. Con incrollabile fiducia nella Magistratura, il mio rappresentato ha contestato la ricostruzione accusatoria fattivamente e documentalmente, sempre rispettando l’alta funzione giurisdizionale demandata al Tribunale. È la fine di un incubo durato quattro anni ed è il momento della gioia e del rallegramento». E ancora: «Mai, la ponderosa richiesta di pena che la Procura Distrettuale ha elevato nei confronti del Verdelli (AA. 12), ha fatto vacillare la fiducia negli esiti del dibattimento che non potevano che essere, in ragione dell’istruttoria svolta, di tipo assolutorio. Da ultimo, in ragione del rilevantissimo eco mediatico avuto dalla vicenda processuale che ci occupa, si chiede la integrale pubblicazione del presente comunicato ed attribuirsi al medesimo lo spazio che merita, giusti i numerosi resoconti giornalistici afferenti lo svolgimento del giudizio».

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