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Una “camera di controllo” e 24 “locali”: ecco la “mappa” della ‘ndrangheta in Lombardia

La Dia ricostruisce la “geografia” criminale del territorio evidenziando come sia «in crescita» il consenso sociale

Pubblicato il: 23/06/2024 – 17:45
Una “camera di controllo” e 24 “locali”: ecco la “mappa” della ‘ndrangheta in Lombardia

LAMEZIA TERME Ventiquattro “locali”, con infiltrazioni in tutti i settori economici e una particolare predilezione per la ristorazione e gli appalti, oltre che con il monopolio del narcotraffico gestito attraverso i nuovi strumenti del dark web: è la “mappa” della ‘ndrangheta in Lombardia disegnata dall’ultima relazione della Direzione investiva antimafia, che conferma come sia «in crescita» il consenso sociale della criminalità organizzata calabrese.

L’infiltrazione nell’economia lombarda

Nel capitolo della relazione dedicata alla Lombardia, la Dia segnala «nel comparto del narcotraffico il ricorso, da parte di diverse strutture criminali, a prescindere dal loro livello di organizzazione, agli innovativi canali di comunicazione nel tentativo di eludere l’azione di contrasto: dark web e piattaforme di comunicazione cryptografate sono, infatti, i nuovi strumenti che si sono rapidamente diffusi tra narcotrafficanti e pusher». Con riferimento alle verifiche antimafia nei confronti delle imprese interessate alle opere collegate al Pnrr e a quelle connesse alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 secondo la Dia «si è mantenuta costante l’azione di contrasto da parte delle Prefetture con l’adozione di provvedimenti interdittivi che hanno riguardato per lo più imprese aventi legami con la ‘ndrangheta. Il contesto regionale, caratterizzato da un modello economico e produttivo efficiente e trainante, rappresenta per i gruppi criminali di tipo mafioso un’ottima opportunità di riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti e per questo da infiltrare senza ricorrere a metodi violenti. Ricerca di consenso e di accettazione da parte degli operatori economici è l’obiettivo di organizzazioni come la ‘ndrangheta il cui consenso sociale è in crescita, proprio perché soggetti, la cui appartenenza a contesti mafiosi è conclamata, sono considerati dagli operatori socio-economici locali interlocutori affidabili con i quali concludere affari. L’infiltrazione della criminalità organizzata calabrese nell’economia lombarda – spiega la Direzione investigativa antimafia – è altresì desumibile dalle interdittive disposte dalle Prefetture nel primo semestre 2023, prevalentemente riconducibili a società con elementi di criticità collegati alla ‘ndrangheta».

La “camera di controllo” e i “locali”

La Dia quindi ricostruisce la “geografia” criminale del territorio, sostenendo che «la principale struttura organizzativa di ‘ndrangheta, la cosiddetta camera di controllo, denominata appunto, la Lombardia, è sovraordinata ai locali presenti nella Regione e in collegamento con la “casa madre” reggina. Nella regione, risulterebbero operativi 24 locali di ‘ndrangheta nelle province di Milano (locali di Milano, Bollate, Bresso, Cormano, Corsico-Buccinasco, Pioltello, Rho, Solaro, Legnano- Lonate Pozzolo (Varese), Como (locali di Erba, Canzo-Asso, Mariano Comense, Appiano Gentile, Senna Comasco, Fino Mornasco – Cermenate), Monza-Brianza (locali di Monza, Desio, Seregno e Giussano, Lentate sul Seveso, Limbiate), Lecco (locali di Lecco e Calolziocorte) e Pavia (locali di Pavia e Voghera). Per quanto attiene invece le matrici criminali di estrazione siciliana e campana, pur non disponendo, contrariamente alla ‘ndrangheta, di specifiche pronunce giudiziarie che ne attestino il radicamento, non si esclude la presenza in specifiche aree territoriali di proiezioni anche significative di Cosa nostra e camorra».

I core business della ‘ndrangheta

Per quanto riguarda le infiltrazioni nell’economia legale in Lombardia, per la Dia «lo straordinario flusso di capitali immesso nel sistema economico italiano dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), può rappresentare un’opportunità per le organizzazioni criminali che, con particolare evidenza in questo territorio, hanno una forte vocazione imprenditoriale. Nell’opera di monitoraggio e prevenzione adottata dalle Prefetture delle province lombarde nel semestre in esame sono stati emessi complessivamente 25 provvedimenti interdittivi. Dall’esame dei provvedimenti interdittivi emessi, è emersa una propensione dei gruppi criminali mafiosi a essere presenti in una pluralità di settori economici e imprenditoriali. Quello della ristorazione è risultato indubbiamente il più attrattivo. Con riferimento alla ‘ndrangheta sono emersi interessi anche nell’edilizia, in ambito immobiliare e nella manutenzione e riparazione di autoveicoli, come accertato in sede di istruttorie antimafia svolte dalla Prefettura di Milano, che hanno consentito di emettere 3 provvedimenti interdittivi a carico di altrettante aziende attive nei citati settori economici». (c. a.)

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