REGGIO CALABRIA Il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso ha già spostato in avanti le lancette: «C’è tempo fino a inizi di settembre», ha detto in aula ieri rispondendo a una sollecitazione del Pd. Sulla “partita” delle Commissioni di Palazzo Campanella – da rinnovare essendosi ormai al “guado” della legislatura – la maggioranza di centrodestra dunque sembra prendere tempo. Il tema non è stato ancora affrontato dalla coalizione di governo né in sede di conferenza dei capigruppo né in sede politica, a parte qualche conciliabolo individuale, e ora, dalle parole di Mancuso, un po’ si capisce il motivo, anzi i motivi. Le presidenze delle Commissioni vanno rinnovate entro sei mesi dal rinnovo dell’Ufficio di presidenza, che è avvenuto a febbraio, e dunque non è una esigenza immediata. In più, non ci sarebbero ancora – spiegano diverse fonti qualificate del centrodestra – né la serenità né la volontà di affrontare quello che fin da adesso si profila come un ginepraio, e comunque come un rebus molto complicato. Da quanto si è appreso, anzitutto nella maggioranza si vuole aspettare la conclusione delle “manovre” del presidente della Regione Roberto Occhiuto per la rivisitazione della Giunta, anche se alla fine – come evidenziato dal Corriere della Calabria – il tutto dovrebbe risolversi nella sola sostituzione di Giusi Princi per linee interne a Forza Italia (con la new entry Domenica Catalfamo) e nella rotazione delle deleghe assessorili. Anche perché da questa “partita” si dovrebbero delineare nuovi assetti nella maggioranza.
Poi, si tratta di capire come – e se – si incastreranno le esigenze dei big – a esempio, si dice che Mancuso comunque voglia mantenere lo status quo nelle Commissioni – e soprattutto le esigenze dei vari partiti, esigenze che sono anche confliggenti. Basti pensare a Forza Italia e Lega, che stanno litigando da mesi e presumibilmente continueranno a litigare anche sulle presidenze delle Commissioni del Consiglio regionale. La Lega infatti oggi si ritrova con sei consiglieri e quattro presidenze, Forza Italia invece con sette consiglieri e una sola presidenza, e la necessità di dare un segnale a Domenico Giannetta, che vanta un “credito” datato nel tempo, e anche ad Antonello Talerico. Per non parlare di Azione, che ha due consiglieri regionali e chiede anch’essa ora uno spazio maggiore. I conti insomma non tornano, a parte quelli di Fratelli d’Italia che dovrebbe mantenere senza problemi le due presidenze che ha, Luciana De Francesco alla Prima e Antonio Montuoro alla Seconda. Il fatto è che nel frattempo, nel “frullatore” partito dopo le elezioni, potrebbero anche cambiare alcuni equilibri (esempio, c’è lo stesso Mancuso che sembra di nuovo in rotta con la Lega e un altro esponente del Carroccio, Pietro Molinaro, tra l’altro presidente della Commissione anti-‘ndrangheta, dato dai bene informati in via di approdo a Fratelli d’Italia). In sintesi, c’è nel centrodestra molto caos e anche tanta tensione. Per questo il dossier Commissioni al momento è solo accennato ma per nulla approfondito. Nell’attesa di tempi migliori. (a. c.)
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