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curve e criminalità

L’omicidio Bellocco, la partitella e «l’uomo ombra» della Sud: vicino ai Mancuso e indagato per narcotraffico

Alfonso Cuturello, classe ’88, figlio del più noto Roberto. Coinvolto in “Adelphi”, è imparentato con i discendenti di Peppe ‘Mbrogghia

Pubblicato il: 10/09/2024 – 7:01
di Giorgio Curcio
L’omicidio Bellocco, la partitella e «l’uomo ombra» della Sud: vicino ai Mancuso e indagato per narcotraffico

VIBO VALENTIA Decine di foto che mostrano la vita da ultrà della Curva Sud di San Siro, spesa tra tifo, amicizie e contatti anche con alcuni vip. Sul proprio profilo Instagram, ad esempio, non mancano gli scatti con cantanti del calibro di Lazza ed Emis Skilla, tifosissimi del Milan, ma anche con una bandiera come Massimo Ambrosini. C’è questo e molto altro nella vita di Alfonso Cuturello, di certo non un nome qualunque. E non c’entrano solo le questioni di curva. Ma andiamo con ordine.

L’omicidio di Totò Bellocco

Tutto si incastra come un puzzle complicato la cui figura finale restituisce lo scenario dell’omicidio di Antonio “Totò” Bellocco, il classe ’88, rampollo della nota famiglia di Rosarno e nipote del capoclan Umberto Bellocco «Assu i mazzi», ucciso lo scorso 4 marzo davanti alla palestra “Testudo” di Cernusco sul Naviglio. L’atto compiuto dal reo confesso Andrea “Berro” Beretta, detenuto nel carcere di Opera a Milano, avrà delle ripercussioni all’interno dell’ambiente criminale dell’hinterland milanese, animato da tempo da una sorta di “pax mafiosa” in cui le varie famiglie hanno agito in accordo tra loro e senza fare troppo rumore.

La partitella tra i “Fratelli di Milano”

Scenari che si legano a figure più o meno note nell’ambiente criminale. E tra queste c’è proprio Alfonso Cuturello. C’è un dettaglio sfuggito finora ma che è forse uno dei tratti più significativi.
La sera prima del 4 settembre, il giorno in cui Totò Bellocco è stato ucciso all’interno della propria Smart, il gruppo di ultrà nerazzurri ha preso parte ai festeggiamenti del compleanno del portavoce del Nord, Marco Ferdico, a Carugate, con tanto di partitella a calcetto giocata tra i “Fratelli di Milano”, chiamando a raccolta anche il tifo rossonero: milanisti e interisti insieme in campo, animati dallo spirito sportivo comune ancor prima che dalla rivalità tra Inter e Milan. E tra i partecipanti alla partitella, con tanto di tag su Instagram, c’era proprio Alfonso Cuturello, un nome non nuovo nell’ambiente della criminalità organizzata meneghina, legata a doppio filo con quella calabrese.

Il nipote di Peppe ‘Mbrogghia Mancuso

Cuturello, classe 1988, è infatti il figlio di Roberto Cuturello, nipote di Romana Mancuso, Giovanni Rizzo e di Peppe ‘Mbrogghia Mancuso, ed è quindi considerato dagli inquirenti appartenente all’ambiente ‘ndranghetista dei Mancuso. Il classe ’88, inoltre, è nipote di Salvatore Cuturello e Domenico Campisi, ucciso in un agguato di stampo mafioso a Nicotera il 17 giugno del 2011. Il suo nome è tra i 70 imputati nel processo nato dalla maxinchiesta “Adelphi”, il blitz della Dda di Catanzaro che avrebbe svelato – oltre 10 anni fa – le rotte del narcotraffico tra il Sudamerica e il territorio di Vibo Valentia, lungo l’asse che dai clan calabresi portava ai cartelli e ai narcos della Colombia e del Venezuela. Dalla Dda di Catanzaro viene indicato quale «pluripregiudicato, già sottoposto alla sorveglianza speciale (all’epoca ndr), gravato da reiterati precedenti in materia di stupefacenti, figlio del noto Roberto». Nell’inchiesta viene sottolineato anche «il suo rapporto relazionale-delinquenziale con gli elementi di vertice del gruppo criminale di Piscopio, ovvero con Rosario Battaglia e Rosario Fiorillo».  

I racconti del pentito Megna

Il nome di Alfonso Cuturello è stato fatto più volte anche dal nuovo collaboratore di giustizia, Pasquale Megna. Nei primi verbali il pentito spiegava che, nonostante la famiglia Megna non avesse mai fatto alcuno sgarro alla famiglia Campisi-Cuturello «abbiamo sempre e solo subito le angherie queste famiglie, anzi abbiamo sempre cercato di mandare imbasciate per mettere pace, ottenendo come risposta solo rifiuti o false rassicurazioni». Poi cita l’episodio della bomba posizionata davanti al portone di casa, un messaggio dai «componenti della famiglia Campisi-‘Mbrogghia-Mezzodente» che, in quel periodo, «erano insieme e formavano un unico gruppo» di cui avrebbero fatto parte Totò Campisi, Alfonso Cuturello (figlio di Salvatore Cuturello e di Francesca Mancuso ‘Mbrogghia detta Franca, lo stesso Salvatore Cuturello, Domenico Mancuso “Nihii” e Giovanni Rizzo “Ciopati” o “Mezzodente”». «Anche Giuseppe Muzzupappa faceva parte di questo gruppo, insieme ai fratelli Antonio e Alfonso Cuturello, figli di Roberto Cuturello, nipoti di Giovanni Mezzodente (perché figli di sua sorella)».

Vita da ultrà del Milan

Sul proprio profilo social Cuturello sfoggia la propria vita da ultrà del Milan. E, oltre agli scatti con i vip, ci sono istantanee che lo ritraggono insieme a soggetti pregiudicati e capi ultrà della Sud del Milan. Tra loro c’è Fabiano Capuzzo, con alle spalle denunce per spaccio sin da adolescente, processi per lesioni e rissa e una condanna per tentato omicidio. E poi Alex Cologno, fresco di patteggiamento con l’accusa di aver aggredito con coltelli e lanci di sedie un 25enne all’esterno di un ristorante.
Il nome di Alfonso Cuturello neanche a Milano è una novità. Il classe ’88, infatti, era già rimasto coinvolto nell’inchiesta “Car Wash”, operazione della Mobile che ha dato origine a 3 diversi procedimenti: complessivamente, su un totale di 49 indagati, sono state tratte in arresto 29 persone, accusate a vario titolo di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, cocaina e hashish, spaccio, detenzione e cessione di armi da fuoco ed estorsione, nel 2015. Secondo quanto era emerso dall’inchiesta, «Cuturello avrebbe l’autolavaggio “Car Wash” di Limbiate, ritenuto uno dei centri di stoccaggio dello stupefacente». Secondo quanto si apprende, poco dopo l’omicidio di Antonio Bellocco, Alfonso Cuturello sarebbe arrivato in auto e se ne sarebbe andato proprio insieme a Ferdico.
Un elemento che getta qualche ombra in più sulle dinamiche da “curva” sempre più legate alla criminalità organizzata e sulla quali gli inquirenti provano a far luce da anni. (g.curcio@corrierecal.it)  

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