Spirano forti venti di guerra

Gli echi si avvertivano già da tempo e gli eventi conseguenti purtroppo sono arrivati. È guerra allargata, si guerra, la peggiore delle deficienze del vivere civile dei popoli che portano solo distruzione, malessere collettivo, morte e destabilizzazione dei principi base sui quali si costruiscono rapporti, reti sociali comunità ed anche istituzioni.
La responsabilità dei popoli civili ed i relativi coordinamenti universali Onu in primis, ci impone rispetto al quadro internazionale che si è venuto a determinare, di tentare tutte le strade purché le cose non precipitino ulteriormente e siano coinvolte altre nazioni.

Si rischia così, la decadenza materiale e morale di popoli che hanno una storia millenaria carica di valori religiosi pregnanti ed universali che, per i soli confini geografici non possono combattersi con una ferocia incomprensibile e fuori senso. Così è, come se la storia degli ultimi millenni fosse rimessa interamente in discussione e non sia servita a nulla ed a nessuno.
Bisogna che le Nazioni direttamente non coinvolte, non facciano solamente il tifo per qualcuno o assumere le difese di altre, è necessario solo che esse intervengano riuscendo a mediare con le trattative diplomatiche, affinchè si ponga fine e veramente fine alle sofferenze delle genti.
La più volte invocata chiusura delle ostilità che finalmente darebbe fine alle immagini indecorose di trasmigrazioni di persone da un punto all’altro dei luoghi dove si è vissuti o di continue ad insensate visioni di combattimenti in corso, dove non si vede altro che l’esplosione e la distruzione di spazi conquistati in maniera illegittima procurando effetti devastanti sui popoli per poi ricostruire ed investire economie che potrebbero essere destinate a ben altro…
Ci si pone la domanda se queste immagini di guerra siano percepite da chi le osserva come realistiche oppure siano confuse con il mondo virtuale dei video giochi. Si ha la sensazione che si confondano talmente tanto, che esse non scuotano più le coscienze.. A queste figure ci si è talmente abituati al punto che si ha il sentore che realtà e finzione camminino di pari passo.
Bisogna dare merito al lavoro continuo delle Associazioni per la pace riuscendo a finalizzare e coscientizzare i popoli sui pericoli delle guerre.

In tale situazione, risulta indispensabile l’azione dell’Europa che può favorire alla soluzione diplomatica dei conflitti attraverso la mediazione che negli anni ha sempre usato ma agendo in questo momento con più forza e con maggiore incisività non limitandosi ad azioni di sostegno verso l’America o L’Onu ma, proponendosi con forza a coordinare i tavoli per le soluzioni dei conflitti.
Una Europa che si è dimostrata in questo tempo trascorso disgregata ma che può e deve ritrovare in questa fase particolarmente difficile e complessa una identità nuova più determinata anche nella diversità delle posizioni favorendo così la soluzione delle conflittualità in atto. Noi tutti, dobbiamo sperare che le coscienze degli uomini coinvolti nelle trattative siano ben disposte alla definitiva chiusura delle controversie ed orientate al dialogo ed alla pace evitando stermini inutili che la storia del passato ci ha già riservato sufficientemente.

*già Dirigente Regione Calabria