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Bergamini, le accuse a Padovano dei legali di Internò e l’annuncio di querela – VIDEO

L’ex attaccante del Cosenza: «Loro sono uomini di legge, sanno benissimo quello che hanno detto e si prenderanno le loro responsabilità»

Pubblicato il: 06/10/2024 – 8:04
Bergamini, le accuse a Padovano dei legali di Internò e l’annuncio di querela – VIDEO

COSENZA Michele Padovano arrivò a Cosenza per vestire la maglia rossoblù nel 1986, uno anno dopo Denis Bergamini. I due divennero in breve tempo inseparabili e un mese prima della morte del centrocampista di Argenta, andarono a vivere insieme. «Andavamo d’accordo, avevamo un rapporto meraviglioso» aveva detto il 30 novembre 2022 l’ex attaccante torinese nel corso della sua escussione nel processo sulla morte di Bergamini conclusosi martedì scorso con la condanna a 16 anni di reclusione di Isabella Internò. «Lui – aveva proseguito in quella circostanza Padovano – era molto riservato ma quando voleva si apriva con me. L’ho sempre considerato un punto di riferimento, un ragazzo professionale. Dopo il mio mancato trasferimento alla Fiorentina di Bruno Giorgi, sono riuscito a riprendermi psicologicamente solo grazie al suo aiuto. Mi diceva: “Sei forte e arriverai in alto lo stesso”. Già durante il ritiro estivo non era più fidanzato con Isabella Internò. Ricordo che una volta mi ha confidato che le piaceva molto ma non poteva stare con lei, non avrebbe mai potuto sposarla a causa di una sua precedente relazione con un ex calciatore del Cosenza, Gabriele Baldassarri, di cui era venuto a conoscenza. Un mese prima di quel tragico evento, Denis mi ha rivelato che qualche anno prima lui e Isabella Internò erano stati in Inghilterra per abortire». Padovano in udienza era stato incalzato dalle domande dell’avvocato della difesa Angelo Pugliese, in special modo sul calcioscommesse e sulla droga, temi, questi, emersi nel libro di Carlo Petrini “Il calciatore suicidato”. «Sono palle inventate da uno psicopatico – aveva affermato l’ex calciatore della Juventus –. Denis era una persona pulita, non si è mai drogato e non si è mai venduto una partita». Padovano, nel pomeriggio di quel sabato 18 novembre 1989 in cui Bergamini decise di lasciare il ritiro del Cosenza, era con lui in camera nel Motel Agip. «Intorno alle 15.15-15.30 – aveva raccontato – Denis ha ricevuto una telefonata che lo ha molto turbato. Non ho indagato ma si vedeva che c’era qualcosa che lo preoccupava. Poco prima delle sedici, gli ho chiesto quale macchina dovessimo prendere per andare al cinema, ma lui sembrava assente, imbambolato, ho avuto la sensazione che volesse dirmi qualcosa. Nella hall del Motel mi ha solo detto che avrebbe preso la sua macchina e che ci saremmo visti al cinema Garden. A quel punto io sono andato via con la mia macchina e non l’ho più visto».

«Quando avremo le trascrizioni, non esiteremo neanche un minuto a querelare»

Lo scorso 30 settembre, durante la sua arringa finale, Angelo Pugliese, ha chiamato nuovamente in causa Michele Padovano, accusandolo di essere una delle cause principali della scelta di Bergamini di togliersi la vita. «Quando si va a processo la prima volta – aveva evidenziato Pugliese – la famiglia Bergamini non crede al suicidio e nomina l’avvocato Toschi. Toschi incaricha il maresciallo Ingrosso di svolgere ulteriori indagini. Verrà fuori che Bergamini era un bravo ragazzo, non faceva uso di droghe o alcolici, provava grande affetto per la famiglia e c’era una sola persona a lui molto vicina, Michele Padovano, soggetto, avvisava Ingrosso, di pessima condotta morale. Sottoponeva Bergamini a contatti con la criminalità organizzata di Castellaneta, nel Tarantino. Bergamini – aveva proseguito Pugliese – avrebbe avuto contatti con un personaggio malavitoso e con quell’ambiente da cui non riusciva ad allontanarsi, perché altrimenti lo avrebbe pagato a caro prezzo. Questo ci conferma che era provato moralmente e mise in atto l’insano gesto. Bergamini non riusciva a tirarsi fuori dalle maglie della criminalità organizzata in cui Padovano lo aveva messo contro il suo volere». Anche l’altro legale di Internò, Rossana Cribari, nella sua discussione aveva rivolto pesanti accuse all’ex calciatore silano. «La verità di quello che è successo davvero in quella stanza del Motel Agip – aveva affermato – la conosce solo Padovano. Maltese ha ammesso che Bergamini da quando aveva incontrato Padovano era cambiato». 
Parole forti alle quali il diretto interessato, presente martedì scorso a Cosenza per la sentenza del processo, ha risposto per le rime annunciando querela nei confronti dei legali di Isabella Internò. «I miei avvocati sono al lavoro – ha detto Padovano al Corriere della Calabria – e quando avremo le trascrizioni delle dichiarazioni fatte dagli avvocati della Internò, non esiteremo neanche un minuto a querelare. Loro sono uomini di legge, sanno benissimo quello che hanno detto e si prenderanno le loro responsabilità».
Fabio Anselmo, avvocato di parte civile, aveva difeso Padovano in aula: «Chiunque parla di Padovano deve sciacquarsi la bocca. Si tratta di una persona onesta, vittima di una architettura calunniosa». (fra.vel.)

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