LAMEZIA TERME «(…) io anche domani dopo il coprifuoco… non me ne frega un ca**o… mi metto in macchina e lo scanno vivo questo… lo carico nel bagagliaio della macchina, lo porto in garage… non ha capito a cosa va incontro questo…». Un debito maturato di diverse decine di migliaia di euro a causa delle mancate restituzioni di orologi e di versamenti di corrispettivi mancati legati alla vendita di orologi di lusso. Questo ci sarebbe alla base di una vera e propria «caccia all’uomo» organizzata – insieme ad alcuni collaboratori – da Omar Mohamed, imprenditore di Crotone classe ’85, residente a Bologna da diverso tempo, finito in carcere questa mattina in un blitz eseguito dalla Guardia di Finanza su ordine del gip del Tribunale felsineo, Domenico Truppa.
Tra gli episodi ricostruiti dagli inquirenti della Dda nell’indagine firmata dal pm Flavio Lazzarini, c’è il tentativo da parte di Omar Mohamed di recuperare, in modo violento, dei crediti vantati. La pg intercetta una serie di conversazioni nelle quali Mohamed mette nel mirino un soggetto da rintracciare a tutti i costi. In una occasione l’indagato, mentre è in compagnia della moglie, dice ad un soggetto: «(…) preparati che oggi ti faccio vivere il brivido da sbirro… molla tutto che l’ho trovato… tu e qualche altro dovete trovare macchine poco riconoscibili…». Dalle conversazioni intercettate si poteva comprendere che Mohamed Omar stesse elaborando e realizzando uno stratagemma per incontrare la vittima. La strategia – come ricostruito dagli inquirenti – consisteva nel simulare una convocazione di quest’ultimo presso la Compagnia Carabinieri di San Lazzaro di Savena, nel Bolognese, per il pomeriggio del 13 gennaio 2021, sfruttando il ruolo della moglie dell’imprenditore crotonese, attraverso un’utenza virtuale fornita dalla società “Messagenet spa”.
Come ricostruito dagli inquirenti, la vittima, indotta in errore, «è caduto nella trappola ordinata da Mohamed in collaborazione con la convivente» e si presenta all’orario prefissato presso il Comando Carabinieri di San Lazzaro, utilizzando peraltro un taxi. Ma, complice l’oscurità, non si sarebbero comunque accorti del suo arrivo e della sua ripartenza, annota il gip nell’ordinanza.
Una finta convocazione dai Carabinieri che preoccupa solo dopo la compagna di Omar Mohamed. Ma, nonostante tutto, dopo l’imboscata non riuscita, il 15 gennaio del 2021 Omar Mohamed sarebbe riuscito ad ottenere i tabulati della nuova utenza della vittima e, attraverso un amico impiegato nella cooperativa di Taxi, era riuscito anche a risalire al suo indirizzo. «(…) se mi fai trovare questa persona lo sai ti faccio un bel regalo amico mio… io ho il suo tabulato delle chiamate che me li ha dati un amico…». Come è emerso dall’inchiesta, inoltre, Omar Mohamed sarebbe riuscito anche a clonare l’utenza Wind della vittima, riuscendo così ad accedere ai tabulati, con la compiacenza di un operatore.
Le accuse per il crotonese riguardano anche due distinte operazioni di trasferimento fraudolento di valori, attuata attraverso l’intestazione fittizia di una Porsche Macan del valore di oltre 80 mila euro e di uno scooter Honda SH 600, dal valore di 6 mila euro, veicoli acquistati e immatricolati per mezzo della sua società “SPAZIO 85 S.R.L.”, ma utilizzati da Massimo Nicotera in segno di «gratitudine e vicinanza», annota il gip nell’ordinanza. Nicotera, classe ’74, è tra i 16 indagati dell’operazione. E, secondo l’accusa, sarebbe «affiliato di spicco del clan di camorra “Veneruso-Rea”». Come ricostruito dalla Dda di Bologna, infatti, Omar Mohamed, «intuito il desiderio dell’amico di “regalarsi” una nuova autovettura di lusso, avrebbe mostrato la sua piena disponibilità ad intestarla per suo conto», annota il gip nell’ordinanza. «(…) però Omar, se non mi fai prendere la Macan ci rimango male! Gliel’ho detto anche a mia moglie ed a mio fratello». (redazione@corrierecal.it)
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