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Cosenza, Caruso e Spataro: «Il Comune era già in dissesto prima di noi»

I consiglieri comunali: «Avevamo ereditato una situazione disastrosa e abbiamo fatto di tutto per evitarlo salvando la comunità»

Pubblicato il: 12/10/2024 – 18:27
Cosenza, Caruso e Spataro: «Il Comune era già in dissesto prima di noi»

COSENZA «I contenuti degli atti della Procura Regionale della Corte dei Conti, relativi al mancato rispetto del Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale presentato nel 2012, sono la plastica dimostrazione che la realtà dei fatti e delle circostanze è l’esatto contrario di ciò che i denigratori della parte antagonista vorrebbero far credere». Lo scrivono Francesco Caruso e Michelangelo Spataro, consiglieri comunali e già amministratori al fianco dell’ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. «E’ di chiara evidenza, infatti, che il Comune di Cosenza, al nostro insediamento, era già in condizioni di dissesto, a causa di una disastrosa situazione ereditata dal passato e figlia di anni di gestione a noi estranea politicamente. Paradossalmente, quello di cui veniamo accusati è di aver fatto di tutto per evitare tale dissesto risparmiando un disastro sociale alla comunità amministrata. Dovrebbero darci una medaglia per il coraggio, il senso di responsabilità e l’assunzione di rischio personale che abbiamo dimostrato per il bene dei Cosentini e, invece, siamo costretti ad affrontare un percorso legale per difenderci nelle sedi opportune».

«Agito nell’interesse della collettività»

«Siamo – continuano – fermamente convinti e consapevoli di avere sempre agito per l’interesse della collettività e ci confortano i risultati ottenuti in un decennio che ha segnato comunque la crescita e lo sviluppo della città, con risultati che hanno dato lustro a Cosenza sul piano nazionale. Abbiamo operato un risanamento dei conti riducendo la spesa di 100 milioni di euro in dieci anni e riducendo il numero di dipendenti. E, nonostante le difficoltà di bilancio, non ci siamo mai pianti addosso e non abbiamo mai puntato il dito su chi ci ha preceduto. Abbiamo lavorato a testa bassa e la città ha vissuto un decennio di grande iniziativa e di successo di premi e riconoscimenti nazionali, con l’avvio di un’importante stagione di grandi opere e di innovazioni nel campo culturale, sociale e dei servizi. È facile amministrare con i soldi ma noi lo abbiamo fatto senza e siamo stati sempre tra i primi in Italia. Abbiamo agito in un clima di ristrettezza, tenuto conto anche dell’enorme riduzione dei trasferimenti dello stato che abbiamo subito rispetto agli anni precedenti a causa della spending review. Nonostante ciò, abbiamo mantenuto attivi ed efficienti tutti i servizi, compresi quelli definiti dalla legge come “non essenziali” ma da noi ritenuti fondamentali per la comunità, quali mense scolastiche, assistenza agli anziani, ai disabili e ai dializzati».

«Speriamo che i denigratori non aggiungano al danno le loro beffe»

«In definitiva – concludono – esprimendoci con una metafora, ci siamo trovati davanti ad un ordigno innescato da tempo nel momento in cui era pronto ad esplodere. Potevamo prenderlo e gettarlo vigliaccamente via, lontano da noi, in mezzo alla folla ma non lo abbiamo fatto: abbiamo scelto di operare per ritardarne l’esplosione e attenuarne la potenza distruttrice e riteniamo di essere riusciti nell’intento. Conosciamo i rischi dell’attività amministrativa, che incombono anche quando ci si muove in buona fede, con competenza, impegno e risultati e oggi affrontiamo, pertanto, un danno valutato a suo tempo possibile ma il cui rischio è stato reso accettabile dal contrappeso dell’interesse pubblico di una comunità che non volevamo deludere. Speriamo che oggi certi denigratori seriali, ignari di cosa significhi assumersi responsabilità amministrative, non aggiungano al danno le loro strumentali e ridicole beffe».

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