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l’inchiesta della dda

Il business dello «sceicco» calabrese: l’acquisto di cocaina e le dosi per i clienti del locale

La compravendita a «36 o 37» per strappare il margine. E poi il privé e il «burro di cacao» per l’amico

Pubblicato il: 13/10/2024 – 7:00
di Giorgio Curcio
Il business dello «sceicco» calabrese: l’acquisto di cocaina e le dosi per i clienti del locale

LAMEZIA TERME «Omar provvedeva a prendere dalla cucina dei piattini particolari, broccati d’oro, e li portava dai suoi clienti nel privé del locale. Quando riportava in cucina i piattini, notavo che questi erano stati rigati…». È la testimonianza raccolta dalla polizia giudiziaria tra il 26 e il 31 gennaio 2023. Informazioni utili a ricostruire le presunte cessioni di droga e l’utilizzo dei locali per il consumo, accuse formulate nei confronti di Omar Mohamed, il classe ’85 di Crotone, imprenditore residente a Bologna e capo di alcune attività commerciali, finito in manette nel blitz condotto dalla Guardia di Finanza.

«Vediamo se riusciamo a prendere a 36»

Il gip Domenico Truppa, nell’ordinanza, ricostruisce una serie di episodi risalenti anche ad alcuni mesi prima rispetto alla testimonianza. Come un incontro avvenuto ad agosto 2022 tra Omar Mohamed e un amico. I due, intercettati, discutono sull’interessamento relativo «al progetto di acquisto o, meglio ancora, di intermediazione nella compravendita di cocaina», annota il gip. «(…) vediamo se riusciamo a prendere a 36, capito quello che ti voglio dire? (…) se tu riesci a strappargli i 36-37, il tuo margine è per noi, capito?». Per l’accusa, dunque, l’interessamento al business legato al traffico di droga «era palese». A complicare però le indagini è stata l’impossibilità di installare il captatore informatico sullo smartphone dello “sceicco” oltre che l’utilizzo di applicazioni come WhatsApp. Ma, indagando nei confronti del suo amico, gli uomini del GICO sono riusciti anche ad individuare un “cliente” di Paola, fermato nel corso di un controllo stradale e trovato in possesso di due piccoli involucri contenenti cocaina.  



La cessione e il consumo al “Crudo”

Durante le fasti investigative la pg, attraverso altre conversazioni intercorse tra Mohamed e altri soggetti, benché contraddistinte sempre da un linguaggio criptico, ipotizza la cessione dello “sceicco” di droga «direttamente all’interno del “Crudo Sushi Bar” di Bologna», locale sequestrato nel corso dell’operazione. Gli stupefacenti, così come documentato dall’attività di intercettazione, sarebbero poi stati consumati all’interno dello stesso locale. Tra gli episodi riportati dal gip nell’ordinanza, c’è anche un controllo effettuato nella notte tra il 25 e il 26 marzo 2022 dalla polizia amministrativa e da parte di alcuni agenti, in borghese, della Questura di Bologna, scattato dopo dalla denuncia di un vicino. «Mohamed contattava telefonicamente la compagna» annota il gip, «con la quale si vantava del comportamento che aveva assunto innanzi all’autorità di P.S. e confidandole di essersi spaventato per il timore che la polizia potesse in qualche modo scoprire “cosa stesse avvenendo nella toilette del locale”», si legge ancora nell’ordinanza. «(…) sono arrivati in 7… io amore mi son cagato all’inizio, pensavo fosse la Digos che stava per arrestare qualcuno…» dice Omar Mohamed alla compagna, alla quale spiega più tardi: «(…) eh., sai amore ognuno è libero di fare quello che vuole… la prima cosa che ho fatto… è andare a staccare eh… infatti ho fatto anche un altro danno… speriamo non sia grave… andare a staccare il registratore delle telecamere, immediatamente, capito?». Come riporta il gip nell’ordinanza, «non è possibile affermare con esattezza cosa stesse avvenendo nel bagno del ristorante, ma la conversazione permetteva di intuire che la circostanza, se scoperta, avrebbe potuto mettere in grave difficoltà Omar Mohamed».

Il privé e il «burro di cacao»

Nella telefonata il classe ’85 avrebbe poi fatto riferimento ad un soggetto, un cliente del locale, il quale aveva prenotato il privé qualche ora prima. L’uomo, peraltro, risulta censito in controlli del territorio in compagnia di soggetti condannati o tratti in arresto per traffico e produzione di sostanze stupefacenti e psicotrope. Nella conversazione con Mohamed, il cliente fa riferimento al «burro di cacao», una esigenza urgente perché, circa un’ora dopo, non avendo ancora incontrato Mohamed presso il locale e non avendo perciò ancora ricevuto il “burro cacao”, lo ha richiamato espressamente ricordandogli la sua richiesta: «(…) poi oh mettilo sul conto, che dopo non c’è problema».
Secondo il gip, dunque, il classe ’85 crotonese alla richiesta di dosi di sostanza stupefacente, «si dimostrava di essere rifornito o, in ogni caso, che lo sarebbe stato, “arrangiandosi” per reperirla con facilità in tempi rapidi». Prova ne sarebbe un’altra conversazione intercettata in cui Omar Mohamed commenta con l’allora direttore di sala del Crudo Sushi Bar, la pubblicazione della video inchiesta dell’associazione “Libera Bologna”. «Ti sei venuto a drogare, ti ho fatto fare quello che hai voluto, quello e quell’altro e ora il marcio sono io? Vi ho trattato come figli, vi ho fatto fare quello che avete voluto… In bagno giù ed ora sono io il mafioso per le cacate che scrivo giornalisti?». Per il gip sarebbe stato proprio Omar Mohamed «a dichiarare di aver favorito il consumo di droga all’interno del ristorante». (g.curcio@corrierecal.it)

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