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Dai baci rubati alla libertà di amare: con un vaccino si può

Papilloma virus e tumore della cervice uterina, dai dati ministeriali, la Calabria, per le nate nel 1998, ha la più alta percentuale di copertura vaccinale

Pubblicato il: 14/10/2024 – 14:39
di Lucia Serino
Dai baci rubati alla libertà di amare: con un vaccino si può

Vi ricordate quando l’immunologo Ferdinando Aiuti diede un bacio in tv a una ragazza affetta da Aids per dimostrare che la malattia non si contagiava con un bacio? Era il 2 dicembre 1991. Quel bacio fece la differenza nella lotta contro l’Aids in Italia come stato una sorta di spartiacque in un’epoca in cui le discriminazioni delle persone sieropositive erano all’ordine del giorno. Poiché la paura genera leggende, a quella generazione di ragazzi il panico tolse la libertà di darsi un bacio innocente, magari d’estate, al chiaro di luna. Tutta la libertà sessuale degli anni Settanta si arrestò sul finire degli anni Ottanta. Poi arrivò finalmente il bacio contro l’ignoranza. Ora, da più o meno vent’anni ormai (era il 2007) esiste un vaccino che tutela la libertà sessuale dei nostri figli, ragazzi e ragazze. E’ il vaccino contro il Papilloma virus. Il virus del papilloma umano (HPV) è la condizione necessaria per l’insorgenza dei tumori della cervice uterina, anche se, per fortuna, non tutte le infezioni di questo tipo danno origine a un cancro. La maggior parte delle infezioni da HPV si risolve infatti spontaneamente, grazie all’eliminazione spontanea del virus da parte del sistema immunitario. In alcuni casi più rari, tuttavia, l’infezione (in particolare da parte di alcuni ceppi virali) può portare allo sviluppo di un cancro. L’HPV è considerato responsabile della quasi totalità dei tumori della cervice uterina, e di una quota in crescita di altri tumori più rari. La prima regione che adottò subito la campagna per la vaccinazione delle ragazze nel corso del 12esimo anno di età fu la Basilicata. Faccio un disclaimer personale: all’epoca, già madre di due figli, tra vaccini per il morbillo, la rosolia e la parotite, non sapevo minimamente cosa fosse questo nuovo vaccino. Presa dalle febbricole dei figli piccoli potevo rinviare la questione sessuale agli anni a venire affidandola a una sana educazione scolastica. Invece mi affidai alla scienza. Invece intuii subito che era il più grande regalo che potevo fare alla libertà di mia figlia quando sarebbe diventata più grande, corsi così a vaccinarla per proteggerla.
Perché racconto questa storia? Perché solo la settimana scorsa si è saputo che Palazzo Chigi ha impugnato la legge pugliese del 30 maggio 2024 che subordina l’iscrizione scolastica alla presentazione di documentazione riguardante la vaccinazione contro l’HPV, con la possibilità che ci si rifiuti di presentarla, nel rispetto, perciò, del diritto di scelta. Questo approccio educa e informa, sono elementi fondamentali per combattere la disinformazione e promuovere una cultura della prevenzione. Ma il Governo si è messo di traverso.

I dati in Calabria

Ma com’è messa la Calabria? La banca dati ufficiale del ministero della Salute consente di consultare i dati aggiornati a ottobre 2022. Il vaccino oggi è possibile sia per le ragazze che per i ragazzi. Risulta che la percentuale delle ragazze calabresi nate nel 2009 e vaccinate – che hanno dunque oggi 15 anni – sono 7228, pari al 49, 85 % della popolazione interessata. La percentuale scende al 35, 14 per cento se si tiene conto di quelle che hanno fatto la seconda dose. La regione che ha la percentuale più alta di vaccinate è l’Umbria (76,72%) seguita dalla Puglia, dal Trentino e dalla Lombardia. La percentuale della Calabria, per stare al Sud, è più alta di quella della Campania e della Sicilia, meno del Molise e della Basilicata. Se consideriamo le quattordicenni la percentuale della Calabria sale al 67, 24, ma in proporzione le percentuali salgono in tutte le regioni. I dati sono molto incoraggianti, anche quelli maschili, via via aumentati nel corso degli anni. E se arriviamo al primo anno di contabilità, cioè le nate nel 1998, le ragazze che oggi hanno 22/23 anni, la Calabria registra un boom, con più dell’80% di vaccinate, con prima e seconda dose. E’ la percentuale più alta d’Italia, seguita dalla Sardegna, staccando di quasi venti punti la civilissima e moderna Lombardia. La prova di quanto siano radicati i pregiudizi in arretratezza culturale della Regione e del Sud. Un risultato di cui essere fieri. (redazione@corrierecal.it)

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