ROMA Male la prevenzione e la sostenibilità economico patrimoniale, nella media l’assistenza distrettuale e nel complesso positiva l’assistenza ospedaliera. E’ questa in sintesi la “fotografia” della sanità calabrese che emerge dal report di Agenas sul modello di valutazione della performance manageriale delle aziende sanitarie pubbliche, ospedaliere e territoriali, con riferimento al 2023.
il monitoraggio dell’Agenas – si legge nel report – «si basa sulla valutazione di 34 indicatori classificati in 6 aree (prevenzione, distrettuale, ospedaliera, sostenibilità economica-patrimoniale, outcome) e 12 sub-aree». In linea generale, il report conferma le difficoltà delle sanità del Sud, considerando che cinque aziende sanitarie del Mezzogiorno – tra cui quelle di Crotone e di Vibo Valentia – sono risultate tra le peggiori di tutt’Italia, con un giudizio complessivo “basso”. Per quanto riguarda le altre Asp della Calabria, giudizio “basso” anche per Cosenza e Reggio Calabria, “medio” per l’Asp di Catanzaro.
Note dolenti con riferimento alla voce “Area della prevenzione” (la valutazione degli indicatori riguarda gli screening Mammella, Cervice, Colon): tutte le Asp calabresi sono nella fascia “molto basso”, un record negativo che la nostra regione condivide sostanzialmente con la Campania, male anche la Sicilia. Performance positive per regioni come Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Toscana. Meglio il trend per l’area dell’assistenza distrettuale per quanto riguarda la Calabria, che si posiziona nella media nazionale: qui in questa fascia giudizio “alto” per l’Asp di Catanzaro, “basso” invece Vibo Valentia: la valutazione dell’Agenas riguarda indicatori come dotazione dei servizi territoriali, cure primarie, presa in carico del territorio, ospedalizzazioni evitabili e il consumo di prestazioni di specialistica ambulatoriale.
Tutto sommato bene poi la Calabria nell’area dell’assistenza ospedaliera, per la quale – specifica Agenas – «la valutazione degli indicatori (degenza media nei reparti di medicina interna e geriatria, l’indice di fuga per prestazioni di media e bassa complessità, il rispetto dei tempi di attesa per gli interventi di colecistectomia, protesi all’anca, ginocchio e spalla) evidenzia un comportano variegato con il raggiungimento di alti livelli di performance sia al Nord che al Sud». Nel dettaglio della Calabria, giudizio “medio” per le Asp di Cosenza e Vibo Valentia, “alto” per le Asp di Catanzaro e di Reggio Calabria, “basso” solo per l’Asp di Crotone. Tra le altre regioni spicca la negatività del Lazio.
Il quadro calabrese torna critico – come del resto è abbastanza prevedibile – con riferimento alla voce “Sostenibilità economico patrimoniale”, nell’ambito della valutazione di Agenas che prende come indicatori di riferimento i costi pro-capite e l’indice di tempestività dei pagamenti. Nel complesso qui la Calabria appare come la realtà peggiore d’Italia, con un giudizio “molto basso” per le Asp di Cosenza, Crotone e Vibo Valentia, e “basso” per Catanzaro e Reggio Calabria. Male, come la Calabria sostanzialmente, anche Campania e Sicilia. In controtendenza invece il dato delle Asp calabresi con riferimento alla voce “investimenti”, rispetto alle quali la sanità regionale risulta tra le più performanti anche se con livelli comunque non eccelsi (li indicatori sono capacità di rinnovamento tecnologico e lo stato del patrimonio): giudizio “alto” per l’Asp di Cosenza, “medio” per Crotone e Reggio Calabria, “basso” per Catanzaro e Vibo Valentia. Calabria invece tra le peggiori alla voce “Outcome” (Esiti) con gli indicatori della mortalità prevenibile e trattabile: giudizio “molto basso” per l’Asp di Crotone, “basso” per quelle di Cosenza, Reggio e Vibo Valentia e “medio” per Catanzaro.
Quanto alle performance delle aziende ospedaliere e di quelle ospedaliere universitari, Agenas considera 4 aree: accessibilità, processi organizzativi, sostenibilità economico-patrimoniale, investimenti. Il risultato del mix di tutte le aree analizzate porta all’individuazione di 13 aziende con una valutazione complessiva buona – le prime cinque sono: Ao Santa Croce e Carle (Cuneo); Aou Padova; Aou Policlinico Tor Vergata (Roma); Aou Sant’Andrea (Roma); Aou Policlinico San Matteo (Pavia) – 25 con valutazione intermedia e 13 con una valutazione migliorabile. La Calabria nella parte bassa della classifica soprattutto con riferimento all’indicatore dell’accessibilità. (c. a.)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x