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Sequestro record da 5 tonnellate di cocaina, il comandante calabrese condannato a 16 anni

Dalla nave Plutus al peschereccio guidato da Vincenzo Catalano, un carico da quasi un miliardo di euro. Il pm aveva chiesto 30 anni

Pubblicato il: 03/12/2024 – 18:19
di Fabio Benincasa
Sequestro record da 5 tonnellate di cocaina, il comandante calabrese condannato a 16 anni

PALERMO La nave si muove verso Porto Empedocle, a bordo l’equipaggio e cinque tonnellate di cocaina. Non ci sono errori nella descrizione della quantità, il carico di polvere bianca intercettato dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo a bordo della nave Plutus, battente bandiera di Palau, è il più grosso mai sequestrato in Italia. E’ il 2023, l’imbarcazione partita dall’America centrale, da Santo Domingo, attracca in Sicilia, a Porto Empedocle: snodo finale per immettere sul mercato la droga. Un passaggio interrotto dall’intervento degli investigatori pronti a stoppare l’azione dei narcos. Quel carico avrebbe potuto fruttare circa un miliardo di euro.

Il processo

Nelle scorse ore, per gli imputati finiti a processo è arrivata la sentenza di condanna in primo grado. Il gip di Palermo Marco Gaeta ha condannato a sedici anni il russo Viktor Dyachenko – capitano della nave Plutus ritenuta da chi indaga imbarcazione madre della droga – stessa pena anche per Vincenzo Catalano, 35enne originario di Bagnara Calabra e comandante del peschereccio Ferdinando D’Aragona (bloccato a Porto Empedocle e sul quale furono trasferite 5,3 tonnellate di cocaina). Condanne meno pesanti, invece, per i membri dell’equipaggio: Kamel Thamlaoui a 14 anni, Samj Mejri e Elvis Lleshaj a 12 anni di reclusione. Disposte multe da 100 mila euro per comandanti e 80 mila per i membri dell’equipaggio. Inoltre per tutti gli imputati stranieri è stata disposta l’espulsione.

L’indagine

In una delicatissima azione investigativa, sia per i numeri legati al valore della droga e sia per la complessità di intervenire in mare, i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo sono riusciti a ricostruire il presunto modus operandi adottato dall’equipaggio che dopo aver gettato in acqua l’intero carico di droga ha atteso l’arrivo del peschereccio pronto a caricarlo a bordo.
Le indagini, coordinate dalla Distrettuale antimafia di Palermo, hanno permesso inoltre di tracciare il percorso dell’imbarcazione: partita da Santo Domingo, attraccata prima a Trinidad e Tobago e poi a Las Palmas in Spagna. Giunta in Italia, gli uomini a bordo hanno affidato il carico all’equipaggio guidato – secondo l’accusa – dal calabrese Catalano. La “Plutus” ha tentato poi di abbandonare le acque italiane dirigendosi in Turchia, ma i finanzieri hanno interrotto la fuga. Per Vincenzo Catalano (difeso dall’avvocato del foro di Cosenza Piergiuseppe Cutrì), il pm aveva invocato una pena a 30 anni di reclusione. Il gip, invece, ha inteso escludere la sussistenza dell’associazione mafiosa a suo carico e disposto una pena meno pensate. Del Collegio difensivo fanno parte gli avvocati Salvatore Silvestro, Fabio Ferrara, Riccardo Lo Bue, Alexa Dnzenziska. (f.benincasa@corrierecal.it)


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