C’è un principio legislativo nella Costituzione del nostro Paese che non consente ad alcuna regione di ottenere l'”autonomia differenziata“. Ci hanno provato alcune regioni del Nord, ma la Corte Costituzionale ha detto “NO”: norme di carattere generale che non possono essere disattese. Sono quelle che riguardano l’istruzione; la politica commerciale comune; l’ambiente è la distribuzione dell’energia perché fanno parte della coesione sociale e dell’unità nazionale che sono “tratti caratterizzanti” dello Stato. Oltre a considerare che l’Italia è gli italiani sono unità non frammentazione. Ma c’è anche un altro grande principio che non può essere ignorato: “la Nazione e il Popolo, entità che non sono divisibili”. Così come non è possibile ignorare alcune regole senza le quali la forma dello Stato può produrre la crisi della democrazia. Sono questi i motivi per I quali il Magistrato Pitruzzella ha bocciato la proposta ritenendo l’unità Nazionale e la coesione sociale non frammentazione. Ed è proprio su queste norme che il Parlamento non può che condividere che la Nazione è una è indivisibile. Sarà a dire che esiste una sola Nazione e un solo popolo italiano e che la “sovranità” non può essere “parcellizzata”, essendo un bene di tutti. Si è così aperta l’ennesima strada da percorrere: il regionalismo che è una esigenza che non può essere soppressa essendo considerata alla stregua dell’unità del Paese. Allo stesso modo vi è un solo Popolo che rappresenta l’unità della politica nazionale. Da ciò la necessità (ed il principio) di un Paese unito. Il magistrato estensore inoltre riporta all’art. 116 della Costituzione l’intesa tra Stato e Regioni. Adesso ci sarà solo da attendere che si pronunci la Cassazione sul “referendum abrogativo” per mettere la parola fine al “desiderio di parcellizzare” le Regioni e frammentare il territorio nazionale.
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