LAMEZIA TERME Nel 2023 la Calabria ha registrato una spesa sanitaria in contrazione e un aumento del disavanzo. Sono questi alcuni dei dati relativi alla nostra regione contenuti nell’ultimo rapporto della Ragioneria Generale dello Stato sulla spesa sanitaria. In linea generale, dal report emerge che la spesa sanitaria italiana aumenta ma quella privata aumenta più di quella pubblica, che comunque ha toccato il picco di quasi 176 miliardi. Cresce la spesa per reddito da lavoro dipendente (+1,8%), la spesa farmaceutica diretta (+13,9%). In salita i consumi intermedi (+2,2%), lieve crescita per la farmaceutica convenzionata (+0,2%) mentre cala la spesa per l’assistenza per la medicina convenzionata (-3%). Continua a salire la spesa per gli acquisti di prestazione dal privato (+2,1%). Male i conti delle regioni che vedono aumentare il disavanzo (ante coperture) a 1,85 miliardi. “Alla luce dei vincoli di bilancio e delle caratteristiche demografiche del Paese – scrive la Ragioneria dello Stato – è opportuna una costante azione di consolidamento e di rafforzamento delle attività di monitoraggio dei costi e della qualità delle prestazioni erogate nelle diverse articolazioni territoriali del Servizio sanitario nazionale. In ogni caso esistono margini di efficientamento e di razionalizzazione del sistema che possono essere utilmente attivati per far fronte agli effetti dell’invecchiamento della popolazione garantendo la qualità e l’universalità dei servizi erogati”.
Tra il 2014 e il 2023 secondo la Ragioneria è passata da 110.746,3 a 132.895,3 milioni di euro, equivalente a un incremento medio annuo del 2%. Anche tra il 2022 e il 2023 l’incremento è stato del 2%. Il persistente aumento della spesa pubblica osservato nel decennio in esame è contraddistinto da un’accelerazione tra il 2020 e il 2021 per via dei maggiori costi connessi con la gestione dell’emergenza Covid-19. Meno accentuato risulta, invece, il tasso di incremento osservato negli ultimi due anni in ragione dell’attenuarsi dei citati oneri strettamente legati alle misure emergenziali, benché in parte compensati dai summenzionati rincari delle fonti energetiche. A livello di singola regione, nel 2023 sono solo la Calabria e l’Umbria a evidenziare valori negativi (-4,3% e -0,6%, rispettivamente): per quanto riguarda in particolare la Calabria si è passati da 4,078 miliardi del 2022 ai 3,9 miliardi del 2023.
Secondo il report della Ragioneria dello Stato continua a salire il disavanzo delle Regioni (ante coperture) che nel 2023 si è attestato a 1,850 miliardi (il dato più elevato degli ultimi 10 anni). Analizzando i dati emerge come siano ben 14 le Regioni con i conti in rosso e che hanno dovuto mettere mano a risorse proprie (e quindi a tagliare su altre voci di spesa extra sanitarie) per chiudere i bilanci. Tra queste la Calabria, sest’ultima in Italia, che ha registrato nel 2023 un disavanzo di oltre 126 milioni, rispetto ai 74,6 milioni dell’esercizio 2022.
La spesa farmaceutica nel periodo 2014-2023 è passata da 8.834,1 a 14.535,8 milioni di euro, con un corrispondente incremento medio annuo del 5,7%. Nell’ultimo anno la crescita è stata invece a doppia cifra (+13,9%). Nel decennio in esame l’aggregato ha mostrato una crescita fino al 2018 per poi evidenziare una lieve contrazione (-0,6%) nell’anno successivo, dovuta sostanzialmente all’incasso del pay-back relativo al superamento del tetto della spesa farmaceutica ospedaliera per il periodo 2013-2017 a seguito della già menzionata risoluzione ope legis dei contenziosi amministrativi con le aziende del settore. Nel 2020 è rinvenibile una crescita del 5,8% presumibilmente per le necessità legate all’emergenza sanitaria da Covid-19. L’aumento risulta comunque attenuato dalla contabilizzazione del pay-back per il superamento del tetto della spesa farmaceutica per consumi diretti relativo al 2018. L’ulteriore contrazione registrata nel 2021 (-3,7%), è sostanzialmente dovuta all’introito del pay-back per superamento del tetto di spesa per gli acquisti diretti non solo del 2019, ma anche di una quota di quello riguardante il 2020. L’incremento osservato nel 2022 (+9,6%) è, invece, mitigato dall’incasso del restante pay-back del 2020 e da una quota di quello riguardante il 2021. Analogamente la crescita del 2023 (+13,9%) sconta l’incasso dei rimborsi da parte delle aziende farmaceutiche dell’annualità 2022. A livello regionale, nel 2023 tutte le regioni hanno mostrato una crescita della spesa con un picco del 39,7% per la Valle d’Aosta: la Calabria è passata dai 473 milioni del 2022 ai 504 milioni del 2023.
Tra il 2014 e il 2023 la spesa è cresciuta da 21.784 a 28.208,1 milioni di euro, equivalente a un incremento medio annuo del 2,9%. Nell’ultimo anno la crescita è stata del 2,2%. Eccezion fatta per il 2015, ogni annualità è contraddistinta da un aumento. Il biennio 2020-2021 ha evidenziato l’incremento più rilevante in ragione dei citati costi incrementali per fronteggiare la pandemia da Covid-19. La crescita media annua è risultata dell’1% fino al 2019, confermando l’efficacia delle misure di contenimento della spesa per beni e servizi disposte normativamente per quel periodo. Nei due anni successivi l’incremento medio annuo ha raggiunto il 9,2%. A partire dal 2022, i tassi di variazione hanno evidenziato un contenimento della crescita tale da risultare all’incirca in linea con quelli registrati nel periodo pre-pandemico. A livello regionale, nel 2023 la Sardegna ha presentato l’incremento maggiore (+41,9%), mentre la Calabria è la regione con la contrazione più consistente (-13,1%, nel 2022 erano 718 milioni, scesi a 624 nel 2023).
La spesa è aumentata dal 2014 al 2023 da 6.611,1 a 6.725,9 milioni di euro, equivalente a una crescita media annua dello 0,2%. Nell’ultimo anno si è registrata una riduzione del 3%. Il 2022 e il 2023 sono contraddistinti da un calo della spesa derivante dal mancato rinnovo delle convenzioni per il triennio 2019-2021 e 2022-2024 nonché dal minore coinvolgimento di tale tipologia di assistenza sanitaria nelle forme organizzative implementate per il contrasto al Covid-19 che sono state gradualmente disattivate. Sono state segnalate criticità anche in merito al parziale turn over che sta interessando la categoria. Nell’intero arco temporale considerato le regioni in piano di rientro hanno presentato una leggera riduzione media annua contrapponendosi alla crescita, benché minima, osservata nei due restanti raggruppamenti. A livello di singola regione, nel 2023 l’Abruzzo è stato interessato da una forte contrazione (-18%), mentre il Friuli-Venezia-Giulia ha manifestato l’aumento più consistente (+2,3%). In generale l’assistenza medico-generica nel 2023 è stato il 5,1% della spesa, quasi un punto percentuale rispetto al peso che aveva 10 anni prima. Per la Calabria un trend costante negli anni, con una leggera crescita nel 2023 (249 milioni, nel 2022 era stata di 245 milioni).
Qui per la Ragioneria dello Stato la spesa è aumentata dal 2014 al 2023 da 22.916,9 a 26.929,7 milioni di euro. A livello di singola regione, nel 2023 l’Emilia-Romagna è stata contraddistinta dal tasso di crescita maggiore (+9,4%), mentre la Calabria da quello inferiore (-9,2%, nel 2022 era 812 milioni, nel 2023 è stata pari a 738 milioni). Il peso della spesa sanitaria per le altre prestazioni sociali in natura da privato sulla corrispondente spesa complessiva ha mostrato una tendenziale crescita non monotona fino al 2019 per poi avere un calo l’anno successivo e superare il 20% nel triennio. Tale dinamica non è rinvenibile per le autonomie speciali per le quali sono osservabili quozienti in sostanziale diminuzione fino al 2020. Nell’ultima annualità si è notata una rilevante diversificazione territoriale. Agli oltre 29 punti percentuali del Lazio si è contrapposta un’incidenza non superiore all’8% per la Valle d’Aosta. Si ricordano ancora una volta i modelli organizzativi regionali dell’assistenza sanitaria che possono ricorrere più o meno al privato accreditato.
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