COSENZA Un tributo al cinema e alla sua magia, un riconoscimento alle maestranze che lavorano nell’ombra del backstage più che un semplice “extra” per chi ha amato la serie tv “L’amica geniale”. E poi una riflessione sulla ciclicità della vita applicata a un (non) luogo. È questo “Il Rione”, il cortometraggio della regista cosentina Tania Scalercio (che ne firma anche la sceneggiatura) in programmazione da un mese su RaiPlay.
Il corto – inserito nella sezione dei contenuti extra sulla pagina de “L’amica geniale” – sta avendo un notevole successo: racconta, attraverso il suo smantellamento durato nove mesi, il set dove per sette anni (dal 2017 al 2024) sono state girate le quattro stagioni della serie firmata da Saverio Costanzo, adattamento dei romanzi di Elena Ferrante.
Il Rione Luzzatti citato nella quadrilogia edita da e/o, luogo reale della periferia est di Napoli, è stato completamente ricostruito in appena tre mesi su un’area di 25mila metri quadrati a Marcianise (Caserta) nell’ex fabbrica Saint-Gobain: è qui che, nell’opera di Scalercio, scivolano le presenze e le suggestioni del set restituendo tutto il fascino della settima arte, tra i silenzi e gli echi che si fanno largo tra i rumori di scena.
«Il mio – dice la regista al Corriere della Calabria – non è un corto dedicato solo ai fan de L’amica geniale, ma vuole rivolgersi anche a chi non ha visto la saga tv. In molti lo stanno apprezzando e in qualche caso hanno anche preso spunto dal Rione proprio per vedere la serie. È la storia di un luogo che prende vita, tra la vegetazione, la natura e gli animali che lo ripopolano».
È così che – tra le pieghe della narrazione e la demolizione degli edifici, frame della serie tv e momenti di meta-cinema – gatti, formiche, colombe e ragni si riappropriano degli spazi che la fabbrica del piccolo schermo sta abbandonando, rendendo il sito un monumento nostalgico e dolente di archeologia industriale dal vago retrogusto felliniano: è come se, raso al suolo una prima volta nella realtà per rinascere nella fiction, il Rione di Lenù e Lila tornasse di nuovo alla vita nel momento della sua seconda cessazione. “L’occhio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose” si legge non a caso nell’esergo, tratto dalle Città Invisibili di Italo Calvino.
Ora “Il Rione” – che vanta anche «l’amichevole partecipazione» di Alba Rohrwacher nel ruolo di Elena Greco – è pronto a spiccare il volo vivendo di vita propria, e sarà portato nei festival di cortometraggi nazionali e internazionali.
Un altro tassello nella carriera di Tania Scalercio, iniziata casualmente con un ruolo da interprete dal cinese e assistente personale di Sergio Castellitto in un film di Gianni Amelio (“La stella che non c’è”) e proseguita come segretaria di edizione, «dopo una lunga gavetta»: oltre che con Saverio Costanzo, Scalercio ha lavorato anche con Bellocchio, Soldini e Bispuri. Ora il suo esordio alla regia che sembra un “grazie” al cinema, una accorata restituzione di tutto ciò che finora le è stato dato in dono dalla decima musa. (e.furia@corrierecal.it)
Il Corriere della Calabria è anche su Whatsapp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x