ROMA Quattro organizzazioni criminali ben strutturate ed organizzate in grado di inondare di droga – cocaina e hashish – in un quartiere di Roma. Siamo al “Laurentino 38” e qui, i finanzieri del Comando Provinciale di Roma, con il supporto dello Scico, al termine di un’inchiesta coordinata dai pm della Dda di piazzale Clodio, hanno dato esecuzione su ordine del gip all’arresto di 27 persone: 21 sono finite in carcere, 6 ai domiciliari. Tra gli indagati anche molti soggetti calabresi che, secondo quanto riferiscono gli inquirenti, avrebbero legami con le storiche consorterie criminali attive nella Capitale e sul litorale laziale: i Gallace e i Madaffari.
Dall’indagine dei pm romani, dunque, sarebbe emersa l’esistenza di uno schema ben definito, in cui ognuno degli indagati si sarebbe attenuto a compiti ben precisi: c’era chi aveva contatti con i fornitori delle sostanze, chi, invece, si occupava del trasporto e della custodia. E poi c’erano i pusher, impiegato nella cessione alla clientela nelle singole piazze di spaccio. Tra i clienti individuati, invece, ci sarebbero anche un avvocato e, almeno, due medici di altrettanti ospedali della Capitale. Si tratta, in particolare, di un anestesista molto conosciuto che avrebbe acquistato, come documentato dai finanzieri, cocaina in diverse occasioni recandosi personalmente presso l’abitazione dei pusher al Laurentino. Tra le habitué della piazza di spaccio del Laurentino anche un’avvocatessa e un’influencer.
Due, in particolare, quelle in cui gli inquirenti hanno registrato la presenza di soggetti calabresi. La prima quella di via Melville, al “Laurentino 32” – XI ponte. Qui, infatti, lo spaccio sarebbe stato organizzato e gestito dai fratelli Rocco e Antonio Iaria. A supportarli ci sarebbe stato, secondo quanto emerso dall’inchiesta, Antonio Scarcella “Tota” (cl. ’68) di Cosoleto, provincia di Reggio Calabria. Secondo l’accusa, infatti, la donna avrebbe «controllato l’attività dei pusher dalla propria abitazione», avrebbe «ricevuto ed evaso in prima persona gli ordini dei clienti» e ancora avrebbe «monitorato l’arrivo o la presenza delle forze dell’ordine nella zona» oltra ad aver provveduto «all’acquisto della sostanza da taglio dei narcotici nella farmacia accreditata». Decine gli episodi di cessione di doga che gli inquirenti sarebbero riusciti a ricostruire tra il 2020 e la fine del 2021. Tra i promotori dell’attività di spaccio nella zona, anche Caterina Gaglioti (cl. ‘71) di Palmi e Domenico Gaglioti (cl. ’93) di Scilla.
Altra “piazza di spaccio” individuata dagli inquirenti al “Laurentino 38” è quella di via Gogol XI Ponte. A capo della zona sarebbe stato individuato Giovanni Scarcella (cl. ’66) di Oppido Mamertina. Dall’accusa ritenuto un vero e proprio “dominus”, avrebbe dunque «promosso, diretto e finanziato» lo spaccio di cocaina, acquistandone anche in grosse quantità da diversi soggetti, poi stoccate e custodie nella sua abitazione. A “supportare” la sua attività, sempre secondo l’accusa, ci sarebbe stata Caterina Gagliotti (cl. ’71) di Palmi, anche con l’aiuto di altre partecipi quali Maria e Grazia Scarcella, rispettivamente classe ’97 e ’93 ed entrambe di Palmi, e Antonia Scarcella “Antonella” (cl. ’01) di Roma (g.curcio@corrierecal.it)
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