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L’EMERGENZA

Escalation criminale nella Locride: il mistero di Strangio, due morti in tre giorni e il silenzio che alimenta la paura

A novembre l’incubo di una possibile nuova guerra di ‘ndrangheta. Poi l’omicidio Polifroni e il giallo su Francesco Marando

Pubblicato il: 14/01/2025 – 7:02
di Mariateresa Ripolo
Escalation criminale nella Locride: il mistero di Strangio, due morti in tre giorni e il silenzio che alimenta la paura

REGGIO CALABRIA Una vera e propria escalation su cui indaga la Procura di Locri e che sta colpendo il territorio di Bovalino, paese della Locride in cui negli scorsi giorni sono morti due uomini in circostanze che restano da chiarire. Il primo caso, quello di Giancarlo Polifroni è stato un omicidio che si è consumato davanti all’abitazione del 50enne con precedenti penali. Le cause della morte di Francesco Marando invece, per il momento, non sono note. Il riserbo investigativo lascia con il fiato sospeso un territorio che già a partire da novembre era entrato nell’incubo di una nuova possibile guerra di ‘ndrangheta, dopo la scomparsa in circostanze inquietanti di Antonio Strangio.
Sono casi con molta probabilità tutti scollegati l’uno dall’altro. Ma il condizionale è d’obbligo, visto il silenzio delle autorità competenti poche sono le certezze.

La scomparsa di Antonio Strangio

Con la scomparsa dell’allevatore di 42 anni di San Luca l’intero comprensorio è piombato nella paura per una possibile nuova guerra di ‘ndrangheta. Il ritrovamento dell’auto di Antonio Strangio, con all’interno resti prima attribuiti a un animale da pascolo, poi etichettati come umani, è avvenuto lo scorso 18 novembre in prossimità della fiumara Bonamico, tra Bovalino e Bianco. Resti su cui sarebbero state effettuate analisi il cui esito non è mai stato reso noto.  
Il 42enne, senza precedenti, è figlio del più noto Giuseppe Strangio (cl.’54), già condannato nel ’74 a 14 anni per un omicidio commesso il 2 febbraio del 1970, conta una serie di condanne definitive legate ad alcuni sequestri di persona “eccellenti”: Giovanni Piazzalunga, Carlo De Feo e Cesare Casella. Fin dai primi momenti nessuna pista è stata esclusa, lasciando spazio anche alla possibilità che potrebbe trattarsi di un terribile omicidio di stampo mafioso.

Due morti in tre giorni

Si parla di una possibile vendetta che si sarebbe consumata a distanza di anni nei confronti di Giancarlo Polifroni, il 50enne freddato a colpi di pistola lo scorso 9 gennaio. Pregiudicato per reati legati alla droga e con alle spalle una condanna per omicidio, Polifroni è stato ucciso in una zona centrale di Bovalino, in via Dromo I (località “Ficarelle”), dove il 50enne si trovava agli arresti domiciliari. L’uomo aveva alle spalle un lungo passato legato al narcotraffico, il suo nome era finito nelle inchieste della Dda di Reggio Calabria “Stupor Mundi” e “Imelda” e associato a quelle degli esponenti di storiche cosche della Piana e della Locride.
E a distanza di soli tre giorni a Bovalino è stato trovato il cadavere di Francesco Marando, 54enne incensurato di San Luca. Sul suo corpo, trovato nel primo pomeriggio del 12 gennaio in uno stabile a ridosso della Strada statale 106, è stata disposta l’autopsia. Secondo le prime ricostruzioni sarebbero stati uditi colpi di pistola prima che sul posto arrivassero i soccorsi allertati dai familiari. Dalle pochissime informazioni trapelate, sembrerebbe che dietro alla testa dell’uomo sarebbe presente una piccola ferita di forma circolare le cui cause sono ancora tutte da accertare. (m.ripolo@corrierecal.it)

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