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L’INCHIESTA

Gli albanesi, la ‘ndrangheta e «l’amico calabrese potente»: il traffico di cocaina che dalla Colombia portava in Italia

Dai 14 ai 16mila euro di «guadagno facile» a “l’uscita” del carico, fino al sequestro di 6,5 kg di cocaina intercettati a Bogotà

Pubblicato il: 20/01/2025 – 6:48
di Giorgio Curcio
Gli albanesi, la ‘ndrangheta e «l’amico calabrese potente»: il traffico di cocaina che dalla Colombia portava in Italia

LAMEZIA TERME È sull’asse Bogotà-Bologna che si è consumato l’ultimo colpo contro il narcotraffico internazionale gestito da presunti appartenenti dalla ‘ndrangheta calabrese. È uno degli aspetti più importanti emersi dall’inchiesta della Distrettuale antimafia del capoluogo emiliano che ha portato all’arresto di 15 soggetti, tra cui i due cugini albanesi, Bashkim Sula (cl. ’87) e Sokol Lumi (cl. ’86), Daniel Palladino (cl. ’01) e il calabrese Salvatore Gaetano (cl. ’81) di Locri, tutti finiti in carcere.

Il carico a El Dorado

Gli inquirenti hanno seguito la traccia che da un carico intercettato all’aeroporto “El Dorado” di Bogotà portava dritto dritto verso l’Italia: ben 6,5 chilogrammi di cocaina destinati ad un soggetto di Bibbiano. Ma è il numero del destinatario che ha consentito di ricostruire – almeno secondo l’accusa – quello che sarebbe un gruppo molto ben avviato nell’importazione dall’estero e alla successiva rivendita «di ingenti partite di cocaina, marijuana e hashish. L’utenza, infatti, era intestata a Daniel Palladino, finito nelle intercettazioni a partire dell’8 ottobre 2020, due giorni dopo il ritrovamento del carico in Colombia. La tesi accusatoria che ha convito il gip si basa sull’attività di intercettazione che avrebbe consentito non solo di confermare che la partita di cocaina sequestrata in Colombia era effettivamente diretta nel reggiano, ma anche che i destinatari del preziosissimo carico erano soprattutto i due cugini albanese e il calabrese Salvatore Gaetano

«Un mio amico calabrese potente»

«Kaqolo ho un mio amico calabrese molto potente. Vogliono far entrare della bianca dall’America Latina. Il vostro amico ha la possibilità di farla entrare. La roba ce l’hanno loro anche l’uscita». Fondamentale, anche in questa inchiesta e come tutte quelle legate al narcotraffico internazionale, la decriptazione delle chat Sky ECC. Grazie alla loro analisi, infatti, gli inquirenti sono risaliti alla conversazione intrattenuta da Bashkim Sula il 13 settembre 2020, circa un mese prima del ritrovamento del carico a “El Dorado”. Come ricostruito dall’accusa, infatti, l’albanese avrebbe richiesto ad un connazionale non identificato un supporto logistico in relazione ad una partita di “bianca”, che “un amico calabrese molto potente” era in procinto di far giungere sul territorio nazionale “dall’America Latina”, per la quale era già pronta “l’uscita”. Dai messaggi scambiati, però, gli inquirenti non sono riusciti a capire se il “potente collaboratore calabrese” di cui avevano fatto cenno fosse effettivamente Salvatore Gaetano.

Dai 14 ai 16mila euro di «guadagno facile»

Al di là di questo aspetto, però, gli inquirenti sono comunque riusciti a captare altre conversazioni riguardanti il carico sequestrato a Bogotà, risalenti a qualche mese dopo, marzo 2021, attraverso un trojan inoculato nel dispositivo di Sokol Lumi che, nella circostanza, si trovava nei pressi dell’abitazione di Salvatore Gaetano a Sant’Ilario d’Enza, nel Reggiano. I due fanno rifermento ad un «pacco alla volta» da «lavorare» per farci «14-15mila euro di guadagno» e, incoraggiandosi l’un l’altro, parlano di «ragazzi seri» con i quali poter fare mensilmente «15-16mila euro» come inizio. Nel corso della conversazione captata, inoltre, Lumi criticava il connazionale Sula perché, dopo il sequestro del carico di coca avvenuto in Colombia, di fatto aveva abbandonato la sua residenza per andare a vivere in albergo «temendo possibili controlli». Una conversazione che, ancora una volta, secondo gli inquirenti confermerebbe «il coinvolgimento di Sokol Lumi, Bashkim Sula e Salvatore Gaetano all’arrivo dello stupefacente poi sequestrato in Colombia». (g.curcio@corrierecal.it)

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