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Maltrattamenti di un congiunto disabile diffusi in rete: arresti domiciliari per una famiglia di Corigliano Rossano

La vittima in evidente stato di denutrizione e abbandono, veniva sottoposta a percosse e privata di ogni sostegno economico

Pubblicato il: 20/01/2025 – 14:54
Maltrattamenti di un congiunto disabile diffusi in rete: arresti domiciliari per una famiglia di Corigliano Rossano

CORIGLIANO ROSSANO Nella mattinata del 19 gennaio 2025 i Carabinieri della Stazione di Corigliano Calabro Centro, dipendente dal Reparto Territoriale di Corigliano Rossano, nell’ambito di una delicata attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Procuratore Capo Alessandro D’Alessio, hanno eseguito tre misure cautelari della sottoposizione agli «arresti domiciliari». I destinatari della misura cautelare sono i componenti di un unico contesto familiare, legati da vincoli di parentela con la parte offesa, ritenuti gravemente indiziati di aver posto in essere una serie di condotte violente sfociate in un contesto di «maltrattamenti contro familiari o conviventi».
I fatti per i quali i Carabinieri, con il coordinamento della Procura della Repubblica, hanno proceduto risalgono alla metà dello scorso mese di marzo quando, attraverso i principali Social Network, era stato diffuso un video – assolutamente deplorevole – dove una persona fragile assimilabile a una condizione di disabilità veniva maltrattata e picchiata senza remore. Delle immagini forti che hanno scosso molte coscienze e creato l’indignazione di diversi utenti, alcuni dei quali hanno ritenuto opportuno segnalare quanto stava circolando sul web ai Carabinieri. Il video è stato quindi acquisito e, seguendo le indicazioni della Procura, è poi divenuto oggetto di un’accurata analisi investigativa. Gli approfondimenti hanno permesso di identificare tutte le persone coinvolte e soprattutto il diversamente abile maltrattato, trovato all’epoca in una condizione di disagio estremo, connotato soprattutto da un evidente stato di denutrizione e di abbandono, che veniva ciclicamente sottoposto a percosse e privato di ogni sostegno economico, nonostante percepisse la pensione di invalidità. Dalle stesse attività sono poi emersi gli elementi di prova posti a sostegno delle accuse per i maltrattamenti che vengono addebitati ai soggetti gravemente indiziati di esserne stati i responsabili. In un primo momento il GIP competente aveva emesso la misura cautelare «divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla parte offesa» con l’applicazione dei dispositivi elettronici. La procura ha ritenuto però che la misura concessa non fosse idonea a garantire le esigenze processuali e di tutela della vittima, ragione per la quale è poi riuscita a ottenere gli arresti domiciliari a carico dei tre indagati. In seguito ai fatti la parte lesa è stata ricollocata in una struttura protetta dove, a distanza di mesi, ha riacquistato una forma fisica adeguata alle sue condizioni e la tranquillità di vivere.

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