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Referendum Autonomia differenziata, giudici in camera di consiglio. Decisione attesa entro oggi

A metà dicembre, la Cassazione aveva già valutato la regolarità delle richieste. Magi: «Serve la partecipazione di tutti gli italiani»

Pubblicato il: 20/01/2025 – 13:45
Referendum Autonomia differenziata, giudici in camera di consiglio. Decisione attesa entro oggi

ROMA È durata circa due ore l’udienza a porte chiuse a Palazzo della Consulta con i rappresentanti dei promotori del 6 quesiti referendari – su Autonomia differenziata, lavoro e cittadinanza – di cui la Corte costituzionale è chiamata a vagliare l’ammissibilità. I giudici sono ora riuniti in camera di consiglio, nella quale prenderanno la loro decisione, attesa per questa sera. Entro il 10 febbraio, la Corre dovrà poi depositare le ordinanze con le motivazioni. La sentenza sarà emessa da undici giudici, anziché 15, a causa del mancato accordo in Parlamento sulla nomina dei quattro membri di nomina politica.

La Cassazione e le conformità legali

A metà dicembre, la Cassazione aveva già valutato la regolarità delle richieste di referendum, ritenendo conformi alla legge le proposte di abrogazione totale della legge Calderoli. Al contrario, non è stata accolta la richiesta di abrogazione parziale avanzata da alcuni consigli regionali di centrosinistra (Campania, Puglia, Toscana e Sardegna), che avrebbero voluto eliminare solo alcune disposizioni. La legge Calderoli, che prevede una maggiore autonomia per le Regioni in settori strategici come sanità e istruzione, è stata oggetto di una sentenza della Corte Costituzionale lo scorso anno. In quella occasione, la Consulta aveva bocciato alcuni aspetti della riforma, in particolare la gestione centralizzata dei livelli essenziali di prestazione (Lep) e la possibilità di trasferire materie senza una giustificazione adeguata, in contrasto con il principio di sussidiarietà.

«Non ci sono motivi per la inammissibilità»

«Dal nostro punto di vista l’udienza è andata bene. Il professor Grosso che difende le ragioni della ammissibilità del referendum davanti alla Corte ha esposto in maniera sintetica, a nostro avviso molto efficace e convincente, le ragioni del Comitato promotore. Secondo noi, non ci sono motivi per la inammissibilità di questo quesito né dal punto di vista giuridico, stando alla lettura della costituzione, che anche della giurisprudenza della Corte». Così Riccardo Magi uscendo da Palazzo della Consulta ai giornalisti. «Noi confidiamo che si voti la primavera prossima e anche che si voti insieme ad altri referendum come quello sulla autonomia differenziata. Una primavera di partecipazione popolare per il popolo italiano e confidiamo che il governo dica a tutti i cittadini di partecipare e non si nasconda dietro l’astensione e quindi il non raggiungimento del quorum», ha detto ancora Magi. Anche l’Autonomia, «noi riteniamo che si debba sostenere. C’è già stato un intervento della Corte costituzionale che in parte ha accolto le ragioni delle regioni ed in parte ha invitato il parlamento ad intervenire. Ma il referendum abrogativo totale a nostro avviso si deve fare e tenere», ha concluso.

Silvestro: «Continuiamo a lavorare»

Intanto, il senatore Francesco Silvestro, presidente della Commissione bicamerale sulle Questioni regionali, ha detto: «Noi non ci fermiamo perché non abbiamo la palla di vetro per sapere quello che succederà e non sappiamo nemmeno, in caso di referendum, come si esprimeranno gli italiani. Intanto il lavoro deve essere fatto». «C’è ancora margine per lavorare sulla legge» ha aggiunto Silvestro, «perché sulle materie che ha escluso la Consulta, anche diverse Regioni del nord erano contrarie, materie importantissime per dare unità a tutta Italia, le altre sono quelle che, secondo me, possono far valorizzare le singole Regioni».

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