REGGIO CALABRIA No all’inserimento della proposta di legge del Pd che punta ad abrogare la “norma Laghi” che punta a porre limiti alle centrali a biomasse nei parchi regionali e nazionali e quindi al ridimensionamento della Centrale del Mercure nell’area del Parco del Pollino. Momenti di tensione politica in Consiglio regionale dopo che il governatore Roberto Occhiuto ha posto sostanzialmente la fiducia sulla “norma Laghi” minacciando le dimissioni se la legge del Pd fosse stata inserita all’ordine del giorno: alla fine la proposta di inserimento del Pd è decaduta non avendo le firme necessarie ma sul piano politico si è sfiorata la crisi per la maggioranza di centrodestra. A sollevare il caso il consigliere regionale del Pd Giovanni Muraca che ha chiesto l’inserimento della legge del Pd contro la “norma Laghi”. Immediata la replica del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso: «Abbiamo fatto una regolare Capigruppo spiegando al capogruppo del Pd Bevacqua che eravamo intenzionati ad aspettare la decisione del governo di impugnare quella norma. Vedo che anche stavolta avete una posizione strumentale non rispettando le decisioni della Capigruppo.
A prendere la parola quindi Occhiuto: «Mi dispiace che nel corso di questa legislatura dal primo giorno sulle questioni che riguardano l’ambiente ci sia stata la necessità di un atteggiamento più determinato di quello che sarebbe stato giusto. La proposta di legge Laghi nasce da una decisione della Giunta regionale di un anno fa, quando con propria delibera approvando il Piano del Parco il governo regionale ha detto che nel Parco più bello d’Europa non ci può stare una centrale a biomasse. L’ho detto con grande chiarezza un anno fa. Non ha fatto lo stesso la Basilicata. Poi c’è stato un intervento legislativo in Consiglio regionale che attualmente è sottoposto a procedura del governo per impugnarlo, ma per quanto riguarda il governo regionale non siamo disponibili a indietreggiare neanche di un millimetro. Sono pronto a confrontarmi ma – ha specificato il presidente della Regione – nei modi richiesti dal buon funzionamento delle istituzioni, il confronto deve avvenire con una richiesta di un appuntamento nei luoghi istituzionali. Mi stupirebbe se la Camera o la Presidenza del Consiglio ricevesse quanti protestano in piazza solo perché protestano. Questo mio modo di intendere i rapporti istituzionali serve anche a dare credibilità alle istituzionali. Non sono disponibile a cedere su un principio per me fondamentale e inderogabile, quello per cui l’ambiente è una risorsa economica di sviluppo della Calabria. Se si dovesse votare io voterei contro questo inserimento e chiederei alla mia maggioranza di votare contro: e se ci fosse un risultato diverso significherebbe che il presidente che questa maggioranza cerca non è il sottoscritto, perché io non indietreggio di un millimetro. Se la proposta di inserimento viene accolta entro un’ora io rassegnerei le mie dimissioni nelle mani del presidente del Consiglio regionale».
All’attacco il capogruppo del Pd Mimmo Bevacqua, che parla di «arroganza politica del presidente Occhiuto che tiene sotto ricatto la sua maggioranza. E non si capisce perché insiste con una norma che rischia di essere impugnata davanti la Corte costituzionale mentre altre volte in questi casi si è intervenuti in aula». Ancora Muraca, che stigmatizza «la contraddizione delle politiche ambientali di Occhiuto, che è invece favorevole al rigassificatore di Gioia Tauro», mentre Antonio Lo Schiavo del Misto sostiene che «c’è una posizione politica forte da parte del presidente Occhiuto, una questione di fiducia che riguarda la maggioranza ed è opportuno che la maggioranza chiarisca la situazione». A chiudere subito la vicenda è Mancuso, che spiega come «la richiesta di inserimento dev’essere firmata da sei consiglieri ma qui è firmata da quattro, quindi è decaduta». A questo punto il Pd abbandona l’aula.
In apertura di seduta è stato osservato un minuto di raccoglimento in memoria dell’ex governatore Peppino Chiaravalloti, su proposta dello stesso Occhiuto che ha ricordato «un uomo che ha servito le istituzioni con capacità, professionalità, a volte una sottile ironia che rappresentava il suo tratto distintivo». Ricordato anche, su richiesta della consigliere regionale del Pd Amalia Bruni, Luigi Aloe, scienziato calabrese di rango internazionale, scomparso di recente, «un figlio illustre di Calabria, protagonista – ha sottolineato Mancuso – di una storia di grande riscatto, una eccellenza mondiale di cui la Calabria va fiera, auspichiamo sia un esempio per noi e per tutte le future generazioni». (a. cant.)
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