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nuovo anno giudiziario

I maxiprocessi e la scopertura di personale, ma il distretto di Catanzaro «non affonda». Epifanio: «Raggiunti risultati eccellenti»

La presidente della Corte d’Appello: «La separazione delle carriere «non risolverà la lentezza dei processi»

Pubblicato il: 25/01/2025 – 10:20
di Giorgio Curcio
I maxiprocessi e la scopertura di personale, ma il distretto di Catanzaro «non affonda». Epifanio: «Raggiunti risultati eccellenti»

CATANZARO «Il distretto di Catanzaro è molto complicato e complesso e il suo problema si chiama soprattutto criminalità organizzata. Ma c’è anche un altro aspetto su cui mi devo soffermare ed è quello dei maxiprocessi che ha generato anche dei contrasti e dei dissapori tra avvocati e magistrati».
È questo uno dei primi aspetti messi in evidenza da Concettina Epifanio, presidente della Corte d’Appello di Catanzaro in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno giudiziario.
«Noi – ha sottolineato Epifanio – abbiamo avuto a Catanzaro un problema di “luogo” dove celebrare questi processi», ricordando come l’alluvione avvenuta ad ottobre abbia reso inagibile l’aula bunker di Lamezia Terme, «costruita per rendere possibile all’interno del distretto la celebrazione del più grande processo in Calabria ovvero “Rinascita-Scott”». Ma «in quell’aula si stava celebrando un maxiprocesso “Reset” del Tribunale di Cosenza con 124 imputati e così ho dovuto trovare un’altra aula, individuandola nell’aula bunker del Tribunale di Castrovillari, all’interno del distretto. Questo ha scatenato le ire degli avvocati coinvolti interessati alla difesa di questi imputati».

Il problema aule bunker

Una situazione emergenziale diventata ancora più grave per via dell’inizio di altri due maxiprocessi ancora più imponenti per numero di imputati ovvero l’appello di Rinascita-Scott e il processo Recovery con oltre 300 imputati. «In questo caso – ha sottolineato la presidente della Corte d’Appello – non essendo capiente neppure l’aula bunker di Castrovillari, ho chiesto al Ministero della Giustizia che ha individuato l’aula bunker del Tribunale di Catania». Un problema per tutti perché «la celebrazione di un processo a tanta distanza e che richiederà diverse udienze, sarà un disagio e questo ha acuito i contrasti tra avvocatura e magistratura. Io sono solidale con tutti, con gli avvocati perché capisco le loro proteste, ma anche con i giudici e i cancellieri, perché nessuno di noi vuole allontanarsi per tanto tempo dalla propria casa, dal proprio luogo, dalle proprie comodità per andare altrove ma se i maxiprocessi ci sono, che dobbiamo fare?».

I dati

E poi ci sono i dati che, come accade ogni anno, cristallizzano criticità ed emergenze irrisolte. «Abbiamo avuto tantissime criticità nell’anno in considerazione – ha spiegato la presidente Epifanio – perché in tutti gli uffici gli organici sono sottodimensionati, ma ce ne sono alcuni in cui non solo c’è stato un oggettivo sottodimensionamento, ma addirittura ci sono state delle scoperture incredibili. Per esempio, la Corte d’Appello di Catanzaro ha avuto in tutto il periodo una scopertura del 25% che, per quanto riguarda il settore civile che è quello che più ha risentito, significa una scopertura del 46% perché sono stati in servizio 8 consiglieri su 15 consiglieri. Naturalmente voi capite quale sforzo hanno dovuto fare le poche risorse disponibili per cercare di raggiungere gli obiettivi del PNRR, in cui tutti gli uffici italiani siamo impegnati».

«La barca non affonda, nonostante tutto»

Quello del sottodimensionamento è un problema più volte sottolineato nel corso degli anni, ribadito (e inascoltato) dal Presidente del Tribunale di Catanzaro. Come sottolineato da Epifanio, però, qualora anche i posti fossero tutti coperti, «sarebbe davvero incredibile come i 54 giudici in organico in un tribunale distrettuale debbano rapportarsi con uffici di procura che, in tutto il distretto, hanno 80 pubblici ministeri. È un’anomalia preoccupante perché, se noi raffrontiamo il Tribunale distrettuale di Catanzaro con altri distrettuali del Sud Italia che hanno caratteristiche simili per contesti malavitosi, vediamo che il rapporto giudici-pubblici ministeri è sempre a favore dei giudici. Questo significa sottoporre i colleghi, ma anche il personale di cancelleria, ad uno sforzo che non è emergenziale ma strutturale, e quindi non può reggere a lungo». È per questo motivo che Epifanio giudica i risultati ottenuti «eccellenti» se si confrontano le «risorse disponibili, personali e materiali, e carichi di lavoro io dico che veramente il distretto può essere orgoglioso perché la barca, nonostante tutto, non è affondata».

La separazione delle carriere

Argomento di stringente attualità, quello della separazione delle carriere. Secondo la presidente Epifanio, «al punto in cui siamo arrivati, ormai si farà. Si tratta peraltro di una riforma di cui si parla da più di 30 anni e non c’è stato governo che non abbia proposto e tirato fuori questa riforma che doveva essere epocale e doveva servire a risolvere i mali della giustizia. Io però penso che il servizio giustizia non migliorerà, qui si cambia la magistratura, si incide sullo Statuto della magistratura, non è una riforma della giustizia ma della magistratura. Non so se sia punitiva o no, ma un dato ci impone di riflettere con un minimo di onestà intellettuale: il problema dei problemi che è la lentezza dei processi non si risolve con questa con questa riforma». (g.curcio@corrierecal.it)

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