CATANZARO «Ciò che accomuna tutti gli uffici è la inadeguatezza e insufficienza delle piante organiche, attesa la pressante domanda di giustizia che proviene dal territorio. Un territorio, come tristemente noto, letteralmente soggiogato dalla presenza di una criminalità forte e potente che opera, soprattutto, in forma organizzata, coinvolgendo spesso e pesantemente anche la popolazione minorile, data la struttura su base familiare, quella che oggi viene riconosciuta unanimemente come la più temibile e potenze organizzazione criminale al mondo, la ‘ndrangheta». Così la presidente della Corte d’appello di Catanzaro, Concettina Epifanio, nella relazione per la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto. «Infatti – prosegue la relazione – un altissimo IOC (Indice di Occupazione Criminale) caratterizza significativamente tutti i circondari, raggiungendo picchi sconcertanti in quello di Crotone e Vibo Valentia, nel quale ultimo, tanto per rendere l’idea nel 2018 era pari a 6,53, il più alto tra le quattro province del distretto di Catanzaro, mentre la media nazionale è ari a 29,1. Peraltro, dai dati pubblicati nell’ultima relazione della Commissione Parlamentare Antimafia emerge come la provincia di Vibo Valentia sia purtroppo al vertice della classifica nazionale riguardante il tasso di infiltrazione nell’economia, riferito al numero di interdittive antimafia ogni 100.000 abitanti, con la media nazionale pari a 3,3, mentre Vibo Valentia è pari a 86,4 (con un valore che, tanto per far capire di cosa si parla, è doppio rispetto a quello di Reggio Calabria – 40,3 – che segue Vibo Valentia in questa desolante classifica): dunque non paragonabile a quello di nessun’altra provincia italiana». (a. c.)
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