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Rapimento di Sofia Cavoto, i whatsapp di Rosa Vespa ad Aqua Moses

«Amore mio, non ti fanno entrare ma io sono tranquilla ora». Spunta un sms di una finta infermiera. «Sua moglie ha partorito»

Pubblicato il: 26/01/2025 – 8:23
Rapimento di Sofia Cavoto, i whatsapp di Rosa Vespa ad Aqua Moses

COSENZA Ignaro di quanto stesse accadendo, della bugia di un parto mai avvenuto e di una gravidanza inventata. All’esito dell’udienza di convalida, dopo l’interrogatorio svolto nel carcere di Cosenza dalla gip Claudia Pingitore, alla presenza del pm Antonio Bruno Tridico e dei difensori, gli avvocati Gianluca Garritano e Teresa Gallucci, Aqua Moses è stato scarcerato. Il cittadino nigeriano di 43 anni era finito in carcere, insieme a sua moglie Rosa Vespa, perché ritenuto inizialmente responsabile del rapimento della piccola Sofia Cavoto: neonata portata via dalla coppia dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza lo scorso 21 gennaio. Il pm Antonio Bruno Tridico e la gip hanno ritenuto credibile la versione fornita dal legale dell’uomo, risultato totalmente estraneo all’accaduto. Rosa Vespa, invece, si è assunta la responsabilità dell’azione compiuta, sottolineando di «non aver fatto del male alla piccola» e dell’assenza di coinvolgimento «di terze persone».
Una tesi, quella della innocenza di Moses sorretta anche da alcuni messaggi whatsapp inviati da Rosa Vespa al marito e mostrati da Quarto Grado. «Amore mio, non ti fanno entrare – scrive Vespa – ma io sono tranquilla ora. Guarda Whatsapp che dopo ti mando la foto dell’amore nostro». Per rendere ancora più credibile il racconto, a Moses sarà inviato un sms da una presunta infermiera. «Sua moglie ha partorito, un bimbo di circa 3 kg. Tra poco la faccio chiamare». Quanto basta per costruire un castello poi franato al momento dell’irruzione degli uomini e delle donne della polizia di Cosenza, giunti nell’abitazione della coppia a Castrolibero per riportare Sofia nelle braccia della mamma e del papà. (f.b.)

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