LAMEZIA TERME L’editore Florindo Rubbettino è ospite di “In 10 Minuti”, rubrica di approfondimento in onda su L’altro Corriere Tv (Canale 75 dtt). Da 54 anni la Rubbettino Editore ha sede in Calabria a Soveria Mannelli. «Le geografie non devono mai costituire un punto di debolezza, ma possono costituire invece dei punti di forza. Bisogna riuscire a captare quelle energie che possono rafforzare, irrobustire, la proposta che un imprenditore porta sul mercato e nel nostro caso è stato sempre così».
Il momento per l’editoria è evidentemente difficile. In Italia si legge sempre meno e in alcuni casi il diluvio di notizie non rende semplice il fact checking. «Viviamo in una società complessa che però si presta a sguardi diversi, gli indici di lettura a livello nazionale dicono che c’è un calo nel numero di lettori di libri e un calo anche del tempo medio della lettura. Però si registra un aumento dei lettori più giovani, cosa che fa ben sperare e soprattutto contraddice tante profezie di sventure che ruotavano intorno al mondo del libro».
Un salotto libero che raccoglie idee e prospettive diverse. E’ il fattore “R”. «La Rubbettino si è distinta nel mercato nazionale soprattutto per questo approccio plurale che garantisce uno spazio a visioni e punti di vista diversi». La casa editrice «ha questo luogo dove nascono ed emergono idee dove si dà voce ad autori e autrici sempre cercando di arricchire il pubblico».
Tra le varie sezioni del catalogo della casa editrice Rubbettino trova spazio la collana “Non bacio le mani“. Libri che narrano delle faide mafiose in Sicilia e in Calabria, di Camorra e misteri e casi irrisolti. Il crime è un genere apprezzato soprattutto dai più giovani, grazie anche al successo dei podcast. «La presenza delle mafia, la criminalità, rappresentano una delle principali minacce per la società e da qui nasce la nostra attenzione sul genere. Una attenzione che viene da lontano. Abbiamo sempre dato spazio a libri di analisi, di denuncia, fin dagli anni ’80». «La nostra, credo sia la casa editrice che in Italia – continua Rubbettino – ha insistito di più su questi temi, oggi è diventato anche di moda nel mondo editoriale, ma non lo dico in una eccezione negativa. E’ diventato un fenomeno di conoscenza di massa e quindi si è allargato uno spazio editoriale su questi aspetti».
Rubbettino, ogni anno, getta la sciàbaca (la rete da pesca nei dialetti meridionali) per raccogliere e condividere libri, musica, arte e liberi pensieri. «Il festival Sciàbaca è un pezzo del nostro impegno anche a favore del territorio che ci ospita. Si tiene a Soveria Mannelli ed è un’occasione per chiamare a raccolta a studiosi, scrittori, narratori, poeti e artisti». Non solo festival. «Mi piace ricordare il nostro Museo di Impresa e il “Parco Carta” dove dialoghiamo con l’arte contemporanea attraverso una collezione di opere permanenti di artisti internazionali».
Prima di salutare Florndo Rubbettino, un’ultima doverosa domanda. Qual è il libro da leggere almeno una volta nella vita? Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam». (f.benincasa@corrierecal.it)
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