L’ennesimo capolavoro del Catanzaro. Cosenza, il dolore e la C che si avvicina
Le Aquile ora devono guardare verso l’alto. Il ko dei Lupi, la città in lutto, il compleanno “dimenticato” e i problemi giudiziari di Guarascio

Continua il momento magico del Catanzaro che battendo in trasferta lo Spezia, terza forza del campionato, si inserisce a pieno titolo nella corsa promozione. Ancora malissimo il Cosenza che perde in casa contro il Palermo e vede avvicinarsi la retrocessione in serie C.
L’ennesimo capolavoro del Catanzaro
Vittoria e quarto posto in classifica. Al Picco il Catanzaro ha scritto l’ennesimo capolavoro di una stagione esaltante e in crescendo. Grazie al gol di Pittarello, il primo della sua stagionale, le aquile in un sol colpo scavalcano la Cremonese in classifica e accorciano sullo Spezia, terzo, mantenendo a -8 il distacco (da tenere sempre sotto controllo per la certezza di disputare i play-off).
Tante erano le aspettative nei confronti della sfida in casa della squadra di D’Angelo, ultima riuscita a battere i giallorossi lo scorso 21 dicembre al Ceravolo (0-1). Il Catanzaro era chiamato a dimostrare di essere ulteriormente cresciuto e maturato da allora, di aver fatto un altro passo avanti ed esser diventato una grande squadra. Obiettivo pienamente centrato. Dopo aver sofferto in avvio la pressione degli avversari e aver retto alle scorribande soprattutto di Francesco Pio Esposito, i giallorossi hanno saputo punire al momento opportuno e, grazie ad uno straordinario Pigliacelli, hanno respinto al mittente i tentativi avversari di riacciuffare il pari. I numeri alla fine premiano la squadra di Caserta in termini di possesso palla e di numero di passaggi effettuati. La manovra giallorossa funziona anche con la corazzata Spezia.
Ormai archiviato il discorso salvezza (con buona pace di Caserta che continua a professare umiltà) il Catanzaro può e deve guardare verso l’alto per alzare davvero l’asticella. Il quarto posto oggi agguantato e da provare a consolidare può essere l’obiettivo da qui alla fine del torneo (decisiva sarà in tal senso la sfida contro la Cremonese fra due settimane).
Crema: Oltre al quarto posto conquistato, l’altra nota lieta di giornata è il primo gol stagionale di Filippo Pittarello che finalmente, dopo tante gare a secco, si sblocca e segna il gol che decide la partita. Entrato in campo nella ripresa con un nuovo taglio di capelli, l’attaccante ex Cittadella, interrompe il suo lungo digiuno. Una sorta di Sansone al contrario, che trova il gol non appena taglia la sua folta chioma. Sintomatica del peso che si è tolto dalle spalle, la sua corsa fino alla panchina per andare ad abbracciare mister Caserta e festeggiare con lui la rete che può segnare l’inizio di un nuovo campionato per Pittarello. Bello anche l’abbraccio con i compagni che testimonia l’armonia e l’unione del gruppo giallorosso.
Amarezza: i tanti, troppi, cartellini (sia gialli che rossi) sventolati durante la gara da Della Penna. Alla fine, saranno 9 gialli e 2 rossi equamente distribuiti. In chiave giallorossa, pesa parecchio il rosso diretto rimediato da Quagliata che salterà, quindi, almeno la sfida contro la Reggiana. Il suo intervento da terra, di reazione, potrebbe anche essere valutato più pesantemente dal giudice sportivo. Caserta e i tifosi giallorossi auspicano che ciò non accada e che Quagliata possa essere a disposizione per la sfida decisiva per il quarto posto contro la Cremonese. (Stefania Scarfò)

Cosenza, il dolore e la C che si avvicina
Forse non è un caso che quest’anno il centoundicesimo compleanno del Cosenza calcio (non celebrato o “dimenticato” dal Cosenza calcio), in piena crisi tecnica e societaria e ad un passo dalla retrocessione in serie C, sia arrivato in un momento di lutto per la città. La morte prematura del tifoso storico Salvatore Iaccino, per tutti “Uccello”, seguita da quella di Francesco Occhiuto, figlio del senatore ed ex sindaco Mario, ha gettato nello sconforto una comunità per una volta apparsa unita nel dolore.
Per questa ragione ciò che è accaduto sul prato verde del “San Vito-Marulla” ieri pomeriggio assume una rilevanza di poco conto. Ne scriviamo ugualmente, anche se a questo punto della stagione, dopo l’ennesima sconfitta dei ragazzi di Massimiliano Alvini, ci sarebbe poco da dire e da analizzare.
Il Cosenza ha perso ancora una volta a modo suo, sprecando tre occasioni nitide da gol per sbloccare il risultato e venendo poi punito alla prima (ed ennesima di questa stagione) distrazione difensiva. Il resto della gara si è trasformato ben presto in una nuova umiliazione da aggiungere alle ormai tante di questo inizio 2025 da dimenticare in fretta. A partire dal calciomercato privo di rinforzi, che ha messo la parola fine alle speranze della tifoseria. Al triplice fischio finale della sfida contro i rosanero, il pubblico di casa ha accolto la sconfitta con qualche fischio stanco che evidenzia un sentimento di rassegnazione generale dell’ambiente ormai senza vie d’uscita.
Crema: il gesto dei tifosi del Catanzaro, rivali di quelli cosentini, di contribuire alle spese del funerale di Salvatore Iaccino è una delle poche note liete dell’ultimo fine settimana. Non modificherà le divisioni storiche tra le due piazze, ma resterà nella memoria di tanti appassionati di calcio calabrese. Il dolore per la scomparsa prematura di una figura complessa e poetica come “aciaddru” è riuscito, almeno per un giorno, a far stare tutti dalla stessa parte della barricata.
Amarezza: l’inchiesta della Dda di Catanzaro sullo smaltimento illecito di rifiuti e presunto inquinamento ambientale che ha colpito Eugenio Guarascio e sua sorella Ortensia (indagati insieme ad altre persone) getta ulteriori ombre su questa annata catastrofica del calcio cosentino. Intendiamoci, si tratta di due vicende separate, ma è evidente che tutto ciò contribuisce a ridurre al minimo le speranze salvezza e le prospettive future del Cosenza calcio. A questo punto, alla luce di quanto sta accadendo anche fuori dal campo di gioco, sarebbe opportuno, ma stavolta veramente, che il club facesse quel passo indietro che la piazza chiede da tempo. La chiusura stavolta la lasciamo a Dario Brunori, reduce dal successo al Festival di Sanremo. Ricordando Salvatore Iaccino, ha parlato della passione che lega i cosentini alla squadra della loro città: «Era una specie di Braveheart, di Che Guevara – ha detto il cantautore tifoso dei Lupi – che quando spiccava il volo, infiammava tutta la curva incarnando in qualche modo questa grande passione genuina della tifoseria cosentina che c’è sempre stata e che c’è ancora, nonostante tutto quello che sta accadendo. Ecco anche questa potrebbe essere un’altra occasione di riflessione da parte di chi tiene le fila nella squadra, perché davvero questo grande amore ha bisogno di una risposta». (Francesco Veltri)

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