L’ex “superpoliziotto” Gallo stroncato da un infarto ai domiciliari. Tanti i suoi incroci con la Calabria
Noto per le sue indagini sulla ‘ndrangheta, aveva 67 anni. Era stato coinvolto nell’inchiesta Equalize su una rete di spie

MILANO Carmine Gallo, l’ex superpoliziotto protagonista di tante indagini contro la criminalità organizzata, a partire dalla ‘ndrangheta, è morto a 67 anni nella sua abitazione nel Milanese a causa di un malore mentre si trovava ai domiciliari per il suo coinvolgimento nell’ambito dell’indagine su una presunta rete di spie legata alla società Equalize. Come ha riferito il suo legale, l’avvocato Antonella Augimeri, Gallo, 66 anni, è stato stroncato da un infarto fulminante. In un’informativa dei carabinieri – come riportato dal Corriere della Calabria – erano poi stati registrati diversi contatti di Gallo con soggetti legati anche alla criminalità organizzata e un enorme archivio con materiali, foto e documenti relativi anche a esponenti di spicco della ‘ndrangheta.
Il profilo
Gallo, 66 anni lo scorso novembre, originario di Gragnano, in provincia di Napoli, era finito ai domiciliari lo scorso ottobre nell’ambito dell’indagine della pm della Dda di Milano, Francesco De Tommasi – che ha disposto l’autopsia – e del collega della Dna Antonio Ardituro, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistema informatico. Secondo l’ipotesi sarebbe stato il capo della rete di cyber spie che, grazie alle capacità tecniche di Nunzio Samuele Calamucci, avrebbe portato avanti una attività di dossieraggio illecito per i clienti della società Equalize, di proprietà di Enrico Pazzali, ex presidente di Fondazione Fiera Milano. Entrato in polizia nel 1978, per oltre trent’anni è stato in prima linea nelle operazioni più delicate in Italia e all’estero contro la mafia calabrese, al punto da guadagnarsi la fama di “superpoliziotto”. Si era occupato dei rapimenti di Cesare Casella, prelevato a Pavia nel 1988 e rilasciato due anni dopo, e dell’imprenditrice Alessandra Sgarella, che per nove mesi alla fine degli anni ’90 fu tenuta sequestrata in Calabria e poi liberata. Ha, tra l’altro, risolto il delitto Gucci ed è stato ritenuto l’artefice del pentimento di Saverio Morabito. La sua conoscenza sulla ‘Ndrangheta lo ha portato anche a indagare sulla strage di Duisburg nell’agosto 2007 in Germania. Il suo ultimo incarico era stato quello di vicedirigente del commissariato di Rho-Pero e nel 2015 aveva gestito la sicurezza dei Capi di Stato arrivati in città per l’Expo. Stamane è stato colpito da un infarto mentre era nella sua abitazione di Garbagnate Milanese assieme alla moglie.
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