ROMA Presentato e sottoscritto il Manifesto per l’Umanizzazione delle cure in oncologia con l’obiettivo di porre la persona al centro del percorso di cura e far sì che “nessuno, nella battaglia contro il cancro, debba mai sentirsi solo”. L’evento “Human care”, organizzato in collaborazione con Merck, azienda leader in ambito scientifico e tecnologico, si è svolto su iniziativa della deputata Simona Loizzo presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, e ha visto la partecipazione di esponenti politici, esperti nel settore e membri delle associazioni Ailar, Walce e Palinuro.
L’iniziativa nasce dall’evidenza che nonostante i progressi in ambito medico «il percorso del paziente oncologico rimane un’esperienza difficile, segnata non solo dalla malattia ma anche da ostacoli sociali e psicologici». Il paziente e chi gli sta vicino, si trova, quindi, a dover affrontare una vera e propria sfida, un percorso che va ben oltre le terapie farmacologiche.
«La riteniamo un’iniziativa fondamentale per l’obiettivo che noi di Merk abbiamo, che è porre il paziente oncologico al centro di tutta la nostra strategia. Noi vogliamo affrontare la malattia, non dal punto di vista della malattia, ma della persona, del paziente. Per questo è fondamentale capire tutta la sua necessità fisica, ma anche emozionale, e delle persone che vivono con il paziente, i caregiver.
È fondamentale umanizzare il paziente», spiega ai nostri microfoni Ramón Palou de Comasema, General Manager per il business Healthcare di Merck Italia. «È un manifesto condiviso dalle istituzioni, dalle associazioni dei pazienti, dalle aziende farmaceutiche, che prevede il potenziamento di tutti i livelli essenziali di umanizzazione. Ce lo chiedono le associazioni pazienti, ma ce lo chiedono anche e soprattutto i medici che lavorano in questo settore. Umanizzare significa una medicina di prossimità che arriva a casa del paziente come previsto dalla missione Sai del Pnrr Salute», afferma Simona Loizzo. Per il futuro, spiega la deputata che ha promosso l’incontro, si prevede di realizzare «tutto quello che le associazioni dei pazienti dicono, compreso di essere inseriti negli indicatori di valutazione degli esiti di cura riferiti dai pazienti, possano essere iscritti nel programma di governo. Oggi, a capo della programmazione, la dottoressa Campitello ha detto che l’impegno del Governo sarà massimo nella prossima finanziaria per investire in fondi che tracciano una linea di continuità sulle linee di assistenza umanizzata delle cure e per stabilire quelle che sono le tappe fondamentali di vicinanza al paziente oncologico».
Per fare ciò – è stato spiegato durante l’incontro – occorre tuttavia dare avvio ad una riflessione sugli aspetti trasversali della malattia, come la presa in carico multidisciplinare, la formazione dei professionisti e il ruolo fondamentale dello psico-oncologo durante tutto il percorso di cura, figura ancora poco presente nel nostro sistema sanitario nazionale. A sottolineare l’importanza della figura dello psico-oncologo è stata Angela Piattelli, presidente Sipo (Società Italiana di Psico-Oncologia): «Nel Manifesto viene esaltata la necessità di occuparsi sempre maggiormente dei pazienti e del loro benessere psico-oncologico». La specialista ha parlato della «disparità nell’erogazione di questo tipo di interventi» nei reparti e della necessita che la figura dello psico-oncologo sia riconosciuta dalla Sipo: «Quando viene diagnosticato un tumore, nel 50% dei casi si sviluppa un disagio psicologico che necessita di essere curato. Noi psico-oncologi eroghiamo le psicoterpapie specifiche in ambito psico-oncologico che hanno dimostrato un impatto significativo nella cura del paziente». (m.ripolo@corrierecal.it)
In copertina: Ramón Palou de Comasema, General Manager per il business Healthcare di Merck Italia
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