“Reset”, l’esame (saltato) di Porcaro e le dichiarazioni nel manoscritto. Si torna in aula ad aprile

COSENZA Ultima udienza di marzo celebrata nell’aula bunker di Castrovillari, che ospita il processo ordinario scaturito dall’inchiesta denominata “Reset” e condotta dalla Dda di Catanzaro. Accusa e difesa torneranno ad affollare i banchi dell’aula il prossimo mese di aprile quando saranno sentiti tutti i residui testi delle difese. A seguire, saranno effettuati gli esami degli imputati.
C’era attesa per l’esame – poi non sostenuto – di Roberto Porcaro. L’ex reggente degli “Italiani” compariva nella lista testi degli avvocati del collegio difensivo, Cristian Cristiano e Vincenzo Belvedere, che hanno deciso di rinunciare all’ascolto dell’imputato. Il motivo è legato alla presenza di un manoscritto, che lo stesso Porcaro ha inteso inviare il 29 novembre 2023 al gup Fabiana Giacchetti. Nella missiva, in buona sostanza, l’imputato spiega le motivazioni del dietrofront che lo hanno convinto a rinunciare alla collaborazione con la Distrettuale Catanzarese, dopo la notizia del pentimento e i primi verbali riempiti di confessioni.
«Non sono affiliato» aveva poi aggiunto Porcaro. «Io, in tutte le dichiarazioni che ho reso ho solo detto bugie, frutto della lettura delle ordinanze, in più leggevo i giornali online, a questo ho aggiunto la fantasia esagerata. Spero solo che chi continua a dire bugie si passi la mano sulla coscienza e dicesse la verità». E sul ruolo nella ‘ndrangheta cosentina. «Io non faccio parte di nessuna associazione, non ho alcun gruppo, non sono mai stato affiliato». (f.b.)

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