«La Calabria non si può permettere il lusso di avere 4-5 cardiochirurgie»
Incontro all’Umg di Catanzaro con il professore Mastroroberto: «Drammatica riduzione dei numeri delle scuole di specializzazione»

CATANZARO «Non ha senso aumentare le cardiochirurgie, ha più senso potenziare quelle che ci sono». A dirlo il professor Pasquale Mastroroberto, direttore Uoc e Scuola di Specializzazione in Cardiochirurgia dell’Umg-azienda ospedaliera universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro, intervenendo all’incontro sul tema “Cardiochirurgia: dalle necessità del territorio alla formazione specialistica”.
L’intervento di Mastroroberto
«Questo incontro – ha aggiunto Mastroroberto – nasce dalla necessità di dare dei dati reali, al di fuori dei campanilismi, cioè senza considerare quante cardiochirurgie ci devono essere in Calabria, quante ce ne devono essere in Italia etc etc. Quindi parliamo di dati reali partendo da una base, che è un decreto ministeriale che stabilisce, per una migliore qualità dell’assistenza, quante cardiochirurgie devono esserci, e deve essercene al massimo una ogni 600.000 abitanti per avere dei risultati, dei volumi che siano poi comparabili con gli esiti. Se ce ne sono molte, di cardiochirurgie, ognuna di queste farà pochi di interventi chirurgici e questo produrrà un peggioramento degli esiti, e in cardiochirurgia l’esito è la mortalità, sia ben chiaro. Quindi avere bassa mortalità, cioè i buoni risultati, va sempre di pari passo con i volumi: cioè più interventi si fanno e meglio è, ma se ci sono molte cardiochirurgie in Italia se le dovranno dividere e quindi i risultati potrebbero essere sfavorevoli. Questa – ha aggiunto il docente Umg – è l’esigenza per cui noi ci incontriamo per diffondere questo messaggio a tutti, quindi ovviamente anche alla politica che ha giustamente dei suoi parametri di valutazione che però si devono comparare anche con i numeri, con i dati oggettivi, con la realtà sanitaria non solo regionale ma nazionale». Per Matroroberto «è chiaro che tutti vogliono soddisfare le esigenze di tutti, ma questo non è sempre possibile. La Calabria, che già ha due centri pubblici, non si può permettere il lusso, dal mio punto di vista, di avere quattro o cinque cardiochirurgie: oltre le tre, oggettivamente, non si può andare. In questo momento ci sono due strutture pubbliche – questa dell’azienda ospedaliera universitaria di Catanzaro e quella di Reggio Calabria – in previsione la Regione dovrà decidere in merito». Secondo Mastroroberto «sono particolarmente rilevanti i dati dell’Agenas, che non sono confutabili. Riguardano due tipi di indicatori, la chirurgia delle coronarie e la chirurgia valvolare, indicatori in cui la Calabria si difende molto bene. Ma, ripeto, vanno sempre comparate con i numeri, con i volumi. Purtroppo i dati delle scuole di specializzazione italiane, soprattutto quella della cardiochirurgia, sono drammaticamente scesi; siamo passati dal 100% di specializzandi, dal 100% di occupabilità del 2020 siamo passati al 70%, quindi il 30% dei posti disponibili ministeriali non vengono occupati, nel 2023 era il 20%, nel 2024 il 30%, adesso nel 2025, speriamo che questo trend negativo si fermi. Quindi non ha senso fare più cardiochirurgie per poi avere anche meno medici in formazione specialistica. Il nostro, più che un grido d’aiuto, è un warning: nel senso che tutti devono aprire gli occhi, anche perché gli interventi di cardiochirurgia, che sono altri numeri, si sono ridotti nel corso degli anni, sono aumentate le procedure di cardiologia interventistica, quindi non ha senso aumentare le cardiochirurgie, ha più senso potenziare quelle che ci sono».

I contributi
All’incontro ha partecipato anche Simona Carbone, commissario della “Dulbecco”: «Noi – ha sostenuto – abbiamo una cardiochirurgia che si posiziona certamente bene nel monitoraggio e ormai da tempo dà dei risultati assolutamente positivi rispetto. E’ chiaro che è una specialistica che risente molto della parte di innovazione e risente molto anche dell’approccio al lavoro in termini di condivisione quindi di equipe all’interno delle altre specialistiche. In questo senso l’azienda è assolutamente orientata a supportare il percorso di innovazione che evidentemente vorremmo fare e che certamente non potrà che prescindere dagli investimenti da parte della scuola di specializzazione per la generazione futura». A sua volta, il rettore dell’Università di Catanzaro Giovanni Cuda ha rimarcato come «i numeri dimostrano che la cardiochirurgia guidata in maniera eccellente dal professore Pasquale Mastroberto è una cardiochirurgia che è in grado di dare una risposta qualitativa oltre che quantitativa, importante per i cittadini non soltanto calabresi, ma anche extraregionali, Quanto alla politica, ha un compito importante. che è quello di dare una risposta di qualità nella sanità. Gli strumenti nelle mani del governatore Occhiuto, che è anche commissario ad acta per la sanità, sono strumenti forti, sia da un punto di vista politico che da un punto di vista economico, e lui ha già dato dimostrazione di essere capace di agire per il meglio: e il fatto che lui abbia deciso di farsi operare appunto dal team del professor Mastroroberto e dei suoi colleghi, è senz’altro una testimonianza importante». Per Marianna Mauro, docente di Economia e Management sanitario all’Umg, «l’obiettivo è migliorare la qualità delle cure, perché ormai è assodato che la concentrazione della casistica ospedaliera, soprattutto quando parliamo di alta specialità come quello cardiochirurgico, in pochi centri che riescono a realizzare dei volumi piuttosto importanti, sia garanzia di qualità delle cure e qualità dell’assistenza». (c. a.)
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