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Iantorno: «Ho coltivato il sogno di diventare sindaco, ora conta solo il futuro di Rende»

L’ex assessore comunale rompe il silenzio: «Sarei ipocrita se dicessi che non ci ho sperato». Poi esprime il suo sostegno a Principe

Pubblicato il: 18/04/2025 – 21:06
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Iantorno: «Ho coltivato il sogno di diventare sindaco, ora conta solo il futuro di Rende»

RENDE «Hanno fatto più o meno tutti pubblicamente il mio nome tra i possibili candidati a sindaco di Rende. Tutti tranne me. E non è un caso questo». Lo dichiara Pierpaolo Iantorno, ex assessore del Comune di Rende riguardo alcune voci che lo volevano candidato a sindaco. «A fasi alterne sono stato “buono” virtualmente per aggiustare tavoli, segreterie, posizionamenti, ambizioni, scalate. Giochi di prestigio della politica per mestiere che non mi appartengono. Non ne sono capace e ne sono fiero. Da qui il mio lungo silenzio mediatico, tre mesi almeno. Non mi sono eclissato in una camera iperbarica. Ho osservato, ascoltato, discusso e capito. Oggi ho deciso di “parlare”, di tornare in modalità ad evidenza pubblica. Lo devo ai miei amici, qualcuno oggi deluso e amareggiato anche a ragione, che mi hanno seguito e sostenuto fin qui e che non smetterò mai di ringraziare. Lo devo a chi mi stima. Lo devo, principalmente, a me stesso».

«Ciò che conta è Rende»

«Come è del tutto evidente non sono tra i candidati a sindaco di Rende. Ma non metto da parte Rende. Ho coltivato un sogno, guidare la mia città tramandando valori, cultura e identità che sono l’ancoraggio stabile nel tempo del ricambio generazionale e della transizione verso il futuro. Come un centravanti che segna per la squadra dei suoi quartieri. Sarei ipocrita se dicessi che non ci ho pensato, puntato, lavorato, sperato.
Non è un passo indietro il mio. E forse nemmeno di lato.
I tempi non sono diventati maturi a sufficienza, evidentemente. Non si sono allineati per come potevano e forse dovevano essere allineati. Ma tant’è. A poco più di un mese dal voto questo conta poco ormai, probabilmente nulla. Conta Rende, la mia Rende. Che con un gruppo ostinato di amici e sempre più numeroso di concittadini abbiamo difeso nella sua identità fino a combattere casa per casa contro l’annessione coatta dentro un contenitore maleodorante chiamato città unica per legge. È stata una grande battaglia che abbiamo vinto con dignità e orgoglio. Ancora mi emoziona. A poco più di un mese dalle urne quello spettro referendario può mascherarsi nuovamente e trasversalmente dietro urne viscide, insidiose. Le prime dopo lo scioglimento per mafia. Le prime dopo il primo scioglimento per mafia della gloriosa storia di Rende».

Il sostegno «alla storia di Rende»

«Facciamo così allora. Non solo non è un passo indietro il mio ma ne sono convinto, nemmeno di lato. E’ un salto in avanti. Non potevo certo diventare alfiere di una destra di governo regionale che in parte pure stimo nelle sue diversità e differenze. È noto che non in tutto il centrodestra calabrese e rendese alberga il progetto di annettere Rende cancellandone l’identità. Non potevo parcheggiare le mie ansie politiche e amministrative presso il principale partito del centrosinistra, ed una componente in particolare cui rivolgo apprezzamento e ringraziamento, che però ha bisogno del sostegno imprescindibile di chi ha condotto Rende verso lo scioglimento per mafia. Non mi è rimasto altro che prediligere la storia di Rende, oggi in campo. Storia che non tutti gli schieramenti possono permettersi. Storia con tante rose e qualche spina. Che pure punge e fa male se tocchi. Un fazzoletto per assorbire la goccia di sangue, e via. Contano le rose. Conta la Storia. Conta solo Rende, il suo futuro, il nostro futuro».

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