La nuova era dei liquori calabresi, l’elisir «miracoloso» silano e l’amaro prodotto in farmacia

VERONA Lo stand della Calabria a Vinitaly 2025 ha offerto una preziosa vetrina agli amari calabresi, ai produttori giovani, agli storici marchi ma soprattutto proiettato il prodotto in una nuova era: la mixology. I distillati sono diventati ormai un simbolo di tradizione, anche in Calabria: dove i liquori uniscono erbe, radici e agrumi locali, creando un equilibrio perfetto tra dolce e amaro. Le ricette segrete affascinano, la loro storia si lega in maniera indissolubile al racconto del territorio.

Il mercato in crescita

Negli ultimi anni, il mercato degli amari ha registrato una crescita significativa. Questo trend è dovuto sia alla riscoperta delle tradizioni, sia alla crescente domanda di prodotti artigianali e di qualità. Come quelli calabresi. L’interesse verso i digestivi naturali e le bevande con un forte carattere aromatico ha contribuito alla crescita dei volumi di vendita degli amari, anche all’estero. Le aziende calabresi stanno investendo per soddisfare un pubblico esigente. Ecco perché accanto al classico bicchierino di fine pasto, sta decisamente aumentando l’interesse dei consumatori per i cocktail a base di amaro. I bartender li utilizzano per creare drink equilibrati ma dal carattere deciso. In mix insieme alla tonica o alla soda e come ingrediente esclusivo nei classici “Negroni” o “Americano”. La versatilità degli amari consente di sperimentare combinazioni uniche, valorizzandone le note aromatiche.

L’amaro “miracoloso”

Fabio Granata del Liquorificio Sila, insieme al cugino Andrea Granieri, ha dato vita all’Amaro Joachim che riprende una antica ricetta di Gioacchino da Fiore. «Il nostro amaro è impreziosito da 30 botaniche, tutte calabresi: un digestivo anche balsamico vista la presenza di 12 botaniche balsamiche», racconta ai nostri microfoni Granata. «La ricetta non l’abbiamo trovata però abbiamo voluto dare nuova linfa a quel liquore “miracoloso”, ripercorrendo i luoghi dove l’abate ha vissuto», aggiunge Granieri. Accanto al prodotto di punta, i cugini hanno deciso di puntare anche sul liquore alla liquirizia «un altro prodotto di eccellenza». «Attraverso i nostri liquori – chiosano – raccontiamo la nostra Sila, esaltiamo l’utilizzo dell’oro nero (la liquirizia), dell’oro verde (il bergamotto) e dell’oro azzurro: il colore dell’aria più pura d’Europa».

L’elisir prodotto in farmacia

Il viaggio alla scoperta degli amari calabresi prosegue. In uno degli stand che animano il padiglione 12 che ospita la Calabria alla Fiera Internazionale dei vini e dei distillati incrociamo Francesco Barbieri. «Sono un farmacista», si presenta così. Poi passa subito a raccontare la sua storia. «L’amaro China risale al 1923, nato da una ricetta di mio nonno, farmacista ed attento botanico. Dopo quasi un secolo, abbiamo deciso di riproporre questa ricetta. Una bottiglia da 50cl contiene «la China Calissaia e la China Succirubra e altre botaniche segrete».

Il lavoro del giovane farmacista sulla realizzazione dell’elisir è costante e passa anche da una ricerca attenta del packaging. «La bottiglia si sviluppa in orizzontale, è un punto di forza e riflette la qualità del liquore prodotto direttamente all’interno della nostra farmacia». Anche Francesco Barbieri conferma la crescita del mercato legato alla mixology. «Lavoriamo con diversi bartender e organizziamo delle serate a tema dove il nostro prodotto viene abbinato a dei primi e dei secondi, ma anche utilizzato per completare alcuni cocktail». (f.benincasa@corrierecal.it)

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