PIZZO «E’ di grande auspicio il fatto che enti deputati come Agenas e il Ministero della Salute hanno evidenziato i miglioramenti che la Calabria ha fatto nei Lea, con due aree verdi su tre, cosa che non è mai successa da quando esiste il nuovo sistema informativo sanitario». Lo ha detto il direttore generale di Azienda Zero della Regione Calabria, Gandolfo Miserendino, ospite all’evento “Curare è prendersi cura” organizzato dal gruppo editoriale del Corriere della Calabria a Pizzo. «Questo – ha aggiunto Miserendino – è un passo che a detta di tanti rappresenta un successo e un ottimo risultato. Noi abbiamo lavorato proprio sulla prevenzione: l’area che era già verde era quella ospedaliera, sulla quale cerchiamo sempre miglioramenti, abbiamo lavorato proprio sulla prevenzione, che è l’area che è diventata verde e adesso stiamo lavorando sull’area distrettuale. Il nostro obiettivo chiaramente è portare tutte le aree in ambito verde, e – mi permetto anche di dire, con un po’ di orgoglio – provare a scalare quella classifica che già oggi ci vede sopra ad altre regioni. Non siamo più l’ultima regione d’Italia per quello che riguarda i livelli essenziali di assistenza: questo è un messaggio molto forte che vogliamo dare. Dico di più: siamo la regione che il 2022 e 2023 sul piano numerico – ha rimarcato il dg di Azienda Zero – ha conquistato il punteggio maggiore in termini di crescita e anche questo è un altro aspetto da tenere presente».
La problematica delle liste di attesa, una problematica condivisa comunque con il resto d’Italia. Miserendino ha evidenziato che «sono stati approvati tre Dca che hanno permesso di dare le risorse alle aziende, questo è il primo passo. I direttori generali e commissari si sono attivati per sviluppare i loro programmi, che hanno azioni molto forti e già visibili. Insieme al supporto che verrà dato dalle strutture pubbliche e private accreditate dunque c’è un piano di azione per migliorare la situazione e ridurre le liste di attesa. Aggiungo che con riferimento alla piattaforma di carattere nazionale le prime valutazioni fatte con le agenzie nazionali e con il Ministero della Salute fanno vedere il buon lavoro che la Regione Calabria sta facendo in quest’anno».
Altro tema “sensibile” è quello dell’emergenza urgenza, storico “tallone d’Achille” della sanità calabrese e non solo: «Anche qui – ha spiegato Miserendino – le azioni che sono state messe in campo sono tante. Esiste un indicatore all’interno di una delle tre aree di livelli senza assistenza che è l’allarme target, che fa vedere quanto si stia lavorando bene in quest’area. L’indicatore sta decrescendo: nel senso che quando scende sotto 21 minuti significa che c’è una buona risposta da parte del territorio. Poi occorre ampliare le postazioni di emergenza territoriale: l’abbiamo fatto, adesso sono 60. Abbiamo lavorato moltissimo su un altro aspetto fondamentale che è quello relativo ai trasporti secondari, che adesso funzionano bene. Attenzione: io non sto dicendo che abbiamo fatto tutto, sto dicendo – ha osservato il direttore generale di Azienda Zero – che abbiamo iniziato un percorso che ci permette di migliorare una serie di aspetti che porteranno salute, quindi ci permette di prendersi cura delle persone». Quanto alla tematica delle guardie mediche, per Miserendino «il vero problema è la grave carenza di medici, presente sul territorio nazionale, non solo in Calabria. E’ importante che si facciano tutte le azioni legate ai bandi per le aree disagiate. Purtroppo, se su 100 domande abbiamo solo una ventina di risposte è chiaro che c’è un problema di carattere nazionale. L’importante però è che la macchina amministrativa si muova per fare tutti i passi necessari per cercare di dare le risposte sul territorio».
Miserendino non si è sottratto dal commentare anche i recenti casi di presunta malasanità in Calabria (l’ultimo in ordine di tempo a Vibo Valentia): «Ovviamente – ha sostenuto – ci sentiamo vicini alle famiglie e ai parenti, e ci saranno le verifiche da parte delle autorità competenti. In generale sicuramente c’è un servizio che deve migliorare, sicuramente dobbiamo lavorare come stiamo facendo sul piano della prevenzione e sulle altre aree, che puntano anche al miglioramento delle attività legate al rischio clinico». (c. a.)
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