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il ricordo

Gattuso e quella rivelazione in tv: «Ho la miastenia, solo un matto come me può stare in piedi così»

Nel 2020 il tecnico calabrese allenava il Napoli e mostrò il suo volto senza benda sull’occhio. Il messaggio ai giovani: «Non bisogna nascondersi»

Pubblicato il: 16/06/2025 – 8:20
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Gattuso e quella rivelazione in tv: «Ho la miastenia, solo un matto come me può stare in piedi così»

Nel giorno in cui Gennaro Gattuso diventa il nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana, per descriverlo ancora meglio è impossibile non tornare con la memoria a un episodio risalente all’ormai lontano 2020. Non per una partita, ma per qualcosa di più profondo. Era dicembre, allenava il Napoli, e dopo un pareggio contro il Torino si presentò ai microfoni di SkySport senza benda sull’occhio, ma con una verità che pesava più di qualsiasi risultato.
Parlò della miastenia oculare, una malattia autoimmune che lo affliggeva da anni. Lo disse con voce ferma, ma piena. Disse di vedere doppio, di fare fatica a stare in piedi. Disse che da dieci giorni non era più se stesso. Disse che non era bello da vedere, ma che «passerà anche questa».
Non era solo un allenatore che spiegava una condizione medica. Era un uomo che stava facendo quello che ha sempre fatto in campo: metterci la faccia, anche quando fa male.
Gattuso quella sera lanciò un messaggio a tutti, ma in particolare ai ragazzi. «La vita è bella e bisogna affrontarla senza paura, senza nascondersi. Voglio dirlo a tutti i giovani che hanno paura quando si vedono strani allo specchio». Non era retorica, era verità detta da un uomo con la palpebra abbassata e lo sguardo doppio, ma dritto.
Il calcio gli ha dato tanto, e lui ha restituito con gli interessi: sudore, dedizione, esempio. Da oggi guiderà l’Italia, ma a modo suo. Con quell’anima da guerriero silenzioso, che non ama compatimenti e non sopporta mezze misure. Un uomo del Sud, un calabrese orgoglioso, cresciuto tra le onde di Schiavonea e il cemento dei campi di provincia, che ha fatto strada nel mondo portando con sé il senso di appartenenza, la testa dura e il cuore più duro ancora.
«Solo un matto come me può stare in piedi così», disse. E forse è proprio questo il motivo per cui oggi è lui a sedersi sulla panchina più pesante di tutte. Perché solo uno come Gattuso, uno che non molla nemmeno quando il corpo tradisce, può insegnare davvero cosa vuol dire giocare per l’Italia. (f.v.)

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