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Nuova legge contro la violenza di genere, via libera in Consiglio regionale. Il no del Pd

Il presidente della Regione Occhiuto: «Combattere l’ostracismo contro chi denuncia». Critiche dalla Bruni: «Non ci sono né risorse né programmazione». Ok anche alla legge contro gli abusi sui minori

Pubblicato il: 25/06/2025 – 16:24
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Nuova legge contro la violenza di genere, via libera in Consiglio regionale. Il no del Pd

REGGIO CALABRIA Il Consiglio regionale ha approvato la nuova legge sul contrasto alla violenza di genere: si tratta di una legge frutto dell’esame abbinato di due proposte, la prima della Giunta, su proposta dell’assessore Caterina Capponi, assunta comunque come testo base, e la seconda della consigliere regionale del Pd, Amalia Bruni. A relazionare è stata la presidente della terza Commissione del Consiglio regionale, Pasqualina Straface, di Forza Italia. La legge, che modifica una precedente normativa del 2007, ormai anacronistica,  prevede diverse azioni per supportare il percorso di sostegno per le donne che hanno subito violenza di genere: si riconferma il sostegno finanziario alla misura “Donne Libere” con una dote finanziaria di 4,5 milioni per contribuire ai Centri Antiviolenza e alle case rifugio, per finanziare progetti finalizzati alla promozione delle pari opportunità e alla partecipazione delle donne vittime di violenza alla vita economica e sociale. Il secondo obiettivo, del valore di 7,854 milioni di euro, all’interno della misura “Concilia”, avrà come target la promozione di strumenti per favorire la conciliazione paritaria nei tempi di vita e di lavoro tra uomini e donne. Prevista anche la costituzione di parte civile della Regione.

Il dibattito

Al dibattito è intervenuto anche il presidente della Regione, Roberto Occhiuto. «Esprimo l’apprezzamento per l’assessore Capponi e la Giunta e per tutta la commissione e tutto il Consiglio regionale, anche la parte della minoranza, per aver esaminato questo progetto di legge, che è un atto di grande civiltà. C’è però un tema che chiedo di approfondire, sulla base di una mia esperienza recente: è chiaro che la rete di tutti i soggetti che si occupano del contrasto è un a rete di straordinaria importanza, che va incentivata in ogni modo. Però ci sono casi in cui le donne che denunciano hanno l’ostracismo delle comunità. Mi riferisco – ha rilevato Occhiuto – a quello che è successo a Seminara: in quel caso – non l’ho mai detto pubblicamente – andai a trovare quella famiglia che mi raccontava di aver subito ostracismo della comunità e solo grazie an contributo del prefetto di Reggio e al commissario dell’Aterp si è potuto trasferire quella famiglia in un’altra comunità, la stessa cosa è stata fatta per un’altra ragazza che aveva denunciato e aveva addirittura avuto l’ostracismo della sua famiglia, anche qui grazie. Questi casi – ha rimarcato il governatore –  andrebbero codificati nella legge: dopo l’approvazione della legge dovremmo individuare dei percorsi, esempio dare all’Aterp la possibilità di fornire alloggi alle famiglie che denunciano, questo sarebbe un modo per dare una risposta concreta, perché dare risposte a quelle due ragazze e a quelle due famiglie è stato faticoso e sarebbe giusto arrivare a una soluzione per via ordinaria e non straordinaria. E’ necessario in Calabria avere contezza che le norme possano essere applicabili». Quindi la Bruni, che ha reso noto il no del Pd alla proposta di legge e ha criticamente osservato: «E’ importante la proposta nel merito, ma si è persa una opportunità per intervenire concretamente nel settore perché la proposta di legge non colma le tante lacune che ci sono. Dalla rilevazione dei dati la regione Calabria risulta essere in coda relativamente ai servizi erogati, dopo 18 anni dalla legge regionale del 2007 non è stata ancora data voce ed affrontato un fenomeno così pervasivo e stringente. Le risorse incerte rendono impossibile qualsiasi programmazione, si rimane nella provvisorietà ed è inaccettabile. In Commissione – ha proseguito la Bruni – è stata data priorità alla proposta di legge della Giunta regionale che continua a non garantire la programmazione, servono finanziamenti congrui per garantire i servizi. Ovviamente il nostro no non è sul tema ma su questa proposta di legge, che non vuole superare le criticità. Serviva una legge strutturata, non un restyling insufficiente». Per Luciana De Francesco (FdI) invece «la legge in discussione prevede una serie di azioni finalizzate alla lotta reale, prevedendo la costituzione di parte civile della Regione dà un segnale importante. La violenza di genere è una ferita culturale, le azioni previste potranno intervenire fattivamente sul fenomeno anche dal punto di vista della prevenzione oltre che della cura». Straface ha replicato alla Bruni definendo nell’intervento «inaccettabile e ricordando che «è stato il governo di centrosinistra in passato a dimezzare le risorse, ben 800mila euro in tre anni». Per Ferdinando Laghi (DeMa) «la legge è di particolare importanza e rilevanza anche dal punto di vista dell’immagine: dovrà essere accompagnata, migliorata e attenzionata, il mio voto è favorevole». Quindi, l’assessore Capponi, che ha rimarcato «il grande lavoro fatto, questa legge è un momento importante. Non riesco a cogliere il senso delle critiche della Bruni: le regole di contabilità pubblica impongono fondi diverse, non un fondo unico. Condivido infine le parole del presidente Occhiuto: bisogna insistere sulla cultura e su quello stigma che spesso viene posto sulla persona che ha subìto violenza». Infine, il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso: «Esprimo soddisfazione per l’approvazione della legge regionale di contrasto al fenomeno della violenza di genere che sostituisce la precedente normativa e rappresenta un pilastro fondamentale per la tutela dei diritti della donna.  La legge mira ad offrire un quadro normativo più ampio e completo per affrontare il fenomeno, includendo gli abusi su persone con disabilità, oltre alla riabilitazione degli uomini responsabili di atti di violenza. Con l’approvazione della nuova normativa, il Consiglio regionale continua a dimostrare grande attenzione e consapevolezza sul fenomeno che quotidianamente interessa le donne che subiscono spregevoli prepotenze sia fisica che morale. Fin dall’avvio di questa legislatura – ha concluso Mancuso – il Consiglio regionale ha messo a disposizione, in questa battaglia di civiltà, le proprie prerogative e costituito gli organismi deputati ad occuparsene e che, in varie circostanze, hanno prodotto azioni tangibili».

La legge contro gli abusi sui minori

In seguito il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge di iniziativa di De Francesco, Cirillo e Montuoro recante “Politiche di prevenzione dello sfruttamento e degli abusi in danno di minori”. «Si tratta – ha spiegato De Francesco – di una norma che a mio avviso rappresenta un atto di civiltà che non dovrebbe registrare divisioni». A intervenire poi ancora la Bruni, che ha parlato di «proposta condivisibile anche se un fondo di 100mila euro però poca cosa può fare. Dobbiamo aumentare le risorse delle nostre proposte affinché siano davvero efficaci, così non si fanno più operazioni di facciata ma di sostanza. Al presidente Occhiuto chiedo di attivare quanto prima i posti letto alla “Dulbecco” per la neuropsichiatria infantile».(c. a.)

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