Tirocinanti, slitta di un mese la scadenza per la stabilizzazione
La Regione ha accolto la richiesta di Anci di prorogare il termine dal 30 giugno al 31 luglio per consentire ai Comuni di completare le procedure necessarie

CATANZARO Si è svolto oggi il confronto tra Anci Calabria, Regione e Centri per l’impiego per affrontare le prossime attività relative alle procedure che riguardano i TIS. «La Regione – è scritto in una nota – ha accolto la richiesta di Anci di prorogare la scadenza per la delibera di Giunta necessaria alla stabilizzazione dal 30 giugno al 31 luglio, con l’obiettivo di consentire ai Comuni di completare le procedure necessarie che prevedono, tra l’altro, l’aggiornamento del Documento Unico di Programmazione e del Piao. La Presidente dell’Anci Calabria Rosaria Succurro, affiancata dal segretario Nico Nesci e da una delegazione di sindaci di tutta la regione, ha posto diversi temi e quesiti che, in questi giorni, erano stati avanzati dai Comuni». Al confronto ha preso parte, tra gli altri, l’assessore regionale al Lavoro Giovanni Calabrese.
«Tra i punti al centro del confronto – si legge – la possibile buonuscita con bonus per i TIS che dovessero scegliere di lasciare il bacino, le procedure necessarie con il coinvolgimento dei centri per l’impiego e le forme di reclutamento. Fondamentale il confronto sui criteri che i Comuni dovranno individuare, mentre c’è elasticità nei confronti degli Enti locali che non hanno partecipato alla manifestazione di interesse regionale, ma intendono ora aderire alla stabilizzazione. Così come sarà possibile non procedere alla stabilizzazione qualora un Ente dovesse riscontrare difficoltà dopo avere dichiarato l’adesione. Dall’incontro tra Anci e Regione è emersa una piena sintonia rispetto alla volontà di andare incontro alle esigenze dei tirocinanti, con l’obiettivo di poter stabilizzare il maggior numero di persone possibili».
Per quanto riguarda i Comuni in dissesto o predissesto finanziario, la Regione Calabria «sta proseguendo il confronto con gli enti ministeriali per trovare possibili vie di uscita alle limitazioni imposte dalla norma. Tema a parte, così come evidenziato dall’assessore Calabrese, quello relativo ai tirocinanti cosiddetti “invisibili” o relativi alla Sila Greca, per i quali sarà aperto un confronto riservato».
Nel corso della riunione è emersa la volontà di tutte le componenti di proseguire la battaglia a favore dei TIS, coinvolgendo i livelli regionali e nazionali sia istituzionali che delle organizzazioni sindacali, con l’obiettivo dichiarato da tutti di ridurre il più possibile il bacino dei TIS. «In questa direzione, l’impegno principale – e’ scritto – e’ quello di provare ad incrementare le risorse disponibili anche grazie alla prossima legge finanziaria».
Stasi: i sindaci vogliono stabilizzare tutti
«Un folto gruppo di sindaci, relativamente all’ennesima comunicazione della Regione Calabria rispetto alla presunta procedura per la stabilizzazione dei Tis, sta rispondendo con una comunicazione formale condivisa con la quale si tornano ad elencare le criticità che la rendono insostenibile, richiamando l’esigenza di un tavolo unitario per affrontare in maniera concreta la questione. Siamo, a mio avviso, di fronte ad un fatto che resterà nella storia per illogicità: risorse a tempo determinato per contratti a tempo indeterminato». Lo afferma, in una nota, il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi. «La creazione di bacini di precariato – aggiunge – è frutto di una politica sociale d’emergenza della Regione (non dei Comuni), trasversale, orfana di una vera programmazione e funzionale a logiche elettorali, ma la soluzione prospettata, o propinata, ai Comuni rasenta la follia amministrativa e finanziaria. La confusione è tale che si è chiesto ai Comuni di produrre una delibera di giunta, che richiede quindi parere di regolarità contabile e dell’organo di revisione, sulla scorta di una semplice lettera, senza un decreto dirigenziale utile a formalizzare entità e natura delle risorse a disposizione. A parte, però, le questioni squisitamente tecniche, c’è un contesto politico che risulta lampante. La Regione Calabria intende svuotare il bacino di precariato che ha creato, scaricandone i costi sui Comuni. Costi economici in caso di stabilizzazione, costi sociali (e politici) in caso di mancata stabilizzazione. E del resto dal percorso emerge un altro dato, lampante: i Sindaci, di qualsiasi colore, sono gli unici che stanno conducendo una battaglia quotidiana per stabilizzare tutti i tirocinanti, in perfetta solitudine. Gli altri soggetti, istituzionali e sociali, non stanno facendo altro che avallare un percorso discriminatorio, parziale, di dubbia legittimità, privo di meritocrazia e giustizia sociale. Un percorso di ‘morti e feriti’ come è stato definito, onestamente, dall’assessore Calabrese. Di tutto questo oggi, probabilmente, gran parte delle vittime di questo percorso, ovvero i tirocinanti, non sono pienamente consapevoli, ed emergerà con chiarezza quando saranno espletate le procedure dai Centri per l’Impiego, vincolate a parametri reddituali e non professionali, ovvero troppo tardi. Continueremo, insieme a tanti altri colleghi, questa battaglia fino alla fine, non per assistenzialismo ma per giustizia e perché agli errori del passato vorremmo ovviare con rimedi, non con altri errori”. “Del resto, anche alla luce delle ultime note stampa – dice ancora il sindaco Stasi — tutto questo diverrebbe certamente sostenibile ed equo se il Governo Centrale, al netto di valutazioni rispetto al bilancio ed alla programmazione regionale che in maniera piuttosto surreale non sono mai chiamate in causa, garantisse nella prossima manovra finanziaria (magari anticipata da un provvedimento), un piccolissimo sforzo rafforzando il contributo storicizzato attualmente fissato a 5 milioni. Parliamo di cifre che, nell’ambito dei bilanci dello Stato, pesano per percentuali irrisorie e che quindi, anche alla luce delle recenti nomine di sottogoverno, storicamente sensibili a tali tematiche, siamo certi saranno garantite. Serve più equilibrio, meno propaganda e meno strumentalità, assodando che chiunque ponga i Sindaci di fronte alla scelta tra disastro sociale o dissesto finanziario sia certamente strumentale ed irresponsabile».
Nella foto d’archivio un incontro Calabrese-Succurro a inizio maggio sulla vertenza tirocinanti
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