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l’intervista

‘Ndrangheta in Germania, gli affari dopo la caduta del Muro e il pericolo «visibile dopo la strage di Duisburg»

La giornalista Constanze Reuscher parla di una minaccia difficile da combattere: «Mancano gli strumenti che ci sono in Italia»

Pubblicato il: 26/06/2025 – 18:16
di Mariateresa Ripolo
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‘Ndrangheta in Germania, gli affari dopo la caduta del Muro e il pericolo «visibile dopo la strage di Duisburg»

ROMA La strage di Duisburg, un evento che squarciò un velo, mostrando alla Germania la realtà di un radicamento profondo che la ‘ndrangheta aveva compiuto quasi sottotraccia. Sarà dal ferragosto del 2007 – quando davanti al ristorante “Da Bruno” vennero uccisi sei uomini, tutti calabresi, nel corso di un agguato che si scoprirà essere parte della faida tra i clan di San Luca Nirta-Strangio e Pelle-Vottari – che «è saltato alla coscienza di tutti il problema delle mafie in Germania». È la giornalista tedesca Constanze Reuscher, in una intervista al Corriere della Calabria, a tracciare i contorni di un episodio di cronaca che in Germania rappresentò uno spartiacque. «Prima si sapeva già con la mafia siciliana che tra gli immigrati arrivati c’era qualcuno che faceva affari non esattamente legali, però il pericolo, la grande tensione che c’era tra i clan e quanto è pericoloso non guardare a questo pericolo, a questi crimini che spesso sono molto nascosti e anche difficili da comprendere dai tedeschi, si è capito dopo la strage di Duisburg». Un evento dopo il quale «è scattata la consapevolezza che la mafia non si vede, gli affari della mafia non si vedono finché non succedono questi fatti di grande violenza, le guerre di mafia in cui qualcuno viene ucciso». 

Gli investimenti dei clan

«E soprattutto – prosegue la giornalista – la consapevolezza che bisogna guardare dietro le facciate dei grandi soldi che arrivano improvvisamente. Non dimentichiamo che subito dopo la strage di Duisburg c’è stata una grande crisi economica, tante aziende sono fallite e arrivava chi aveva grandi quantità di soldi a comprare o aiutare le aziende. In quel momento c’è stato per la prima volta anche pubblicamente da parte della politica, della magistratura e delle forze dell’ordine il tentativo di rendere consapevoli le persone che quei soldi potessero appartenere alle mafie, anche alla ‘ndrangheta che era più potente economicamente». 
Una tendenza a questo genere di affari che in Germania era già iniziata dopo la caduta del Muro di Berlino, «quando – spiega Constanze Reuscher – intere parti del Paese erano in vendita nell’Est della Germania. In quel momento la ‘ndrangheta ha investito soldi in quella parte del paese».

Una minaccia difficile da combattere

Una minaccia diventata visibile, quindi, sempre più forte, che però è ancora difficile da combattere con gli strumenti attualmente a disposizione in Germania. Tra quelli mancanti – come spiega la giornalista – la possibilità di avvalersi delle intercettazioni per le indagini: «Per la magistratura, le forze dell’ordine e chi indaga è difficile perché non c’è una legge antimafia in Germania. Non ci sono gli strumenti che invece gli investigatori italiani hanno a disposizione». (m.ripolo@corrierecal.it)

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