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criminalità e gioco d’azzardo

Gambling, per i giudici non c’era la ‘ndrangheta dietro la società di betting: assolti i dirigenti

Solo due condanne inflitte, mentre crollano le accuse di associazione mafiosa per la società maltese. Prescritti i reati minori

Pubblicato il: 30/06/2025 – 17:31
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Gambling, per i giudici non c’era la ‘ndrangheta dietro la società di betting: assolti i dirigenti

REGGIO CALABRIA Sono due le condanne inflitte nel processo scaturito dall’operazione Gambling a Reggio Calabria. Si tratta di Antonino Alvaro (10 anni) e Cristian Cosentino (7 anni), entrambi coinvolti nel processo riguardo gli interessi della ‘ndrangheta nella gestione del gaming online. Assolti con la sentenza di primo grado perché il fatto non sussiste e per non aver commesso il fatto i dirigenti di Betsolution Domenico Lagrotteria (difeso dagli avvocati Daniela Agnello e Giuseppe Milicia) e Alessandro Ciaffi (rappresentato dall’avvocato Antonio Barilari) – e gli agenti della rete commerciale. I giudici – come riporta Agipronews – hanno escluso il metodo mafioso nella gestione dei giochi online da parte della società maltese finita nell’occhio del ciclone dell’inchiesta. Le accuse relative agli altri reati minori, dalle scommesse abusive alle irregolarità fiscali, sono invece cadute per sopravvenuta prescrizione.

Il processo

Il processo era stato avviato a seguito delle dichiarazioni del primo pentito del settore giochi, Mario Gennaro, le cui accuse al gruppo dirigente di “Betsolution” in buona parte non hanno retto al dibattimento di primo grado. Gli imputati erano finiti nel luglio 2015 nel mirino della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria nel quadro della maxi operazione interforze “Gambling”, che si era conclusa con l’azzeramento di un’organizzazione capeggiata per anni dallo stesso Gennaro, all’epoca dei fatti uomo di punta della cosca Tegano di Reggio e subito dopo l’arresto divenuto collaboratore di giustizia, che avrebbe gestito illecitamente le scommesse sportive on line operando all’ombra della ’ndrangheta. Il processo ha però dimostrato che non c’era stato metodo mafioso nella condotta dei principali imputati di “Gambling”. Secondo l’avvocato Daniela Agnello, difensore di Domenico Lagrotteria, «La raccolta di scommesse del concessionario maltese BetSolution4U con brand BetPassion non aveva collegamenti con la criminalità organizzata. È stato un processo lungo e faticoso ma dopo 10 anni il Tribunale di Reggio Calabria ha assolto perché il fatto non sussiste escludendo qualunque infiltrazione da parte della criminalità organizzata e l’utilizzo del metodo mafioso da parte del gruppo di lavoro. La giustizia ha restituito dignità all’imprenditore Domenico Lagrotteria e a tutta la sua rete commerciale».

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