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«Dimissioni di Occhiuto perfino condivisibili se non fossero state seguite dalla ricandidatura»

Bruni: «Certificato il fallimento della sua gestione soprattutto nella sanità. Tanti nostri atti come la mozione sulla Palestina rischiano di essere elusi»

Pubblicato il: 02/08/2025 – 17:05
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«Dimissioni di Occhiuto perfino condivisibili se non fossero state seguite dalla ricandidatura»

CATANZARO «Le dimissioni lampo del presidente Occhiuto sarebbero legittime e perfino condivisibili se non fossero seguite dall’assurda decisione di ricandidarsi. Una scelta che, invece di aprire una fase nuova, certifica il totale fallimento della sua gestione, soprattutto in materia di sanità regionale». Così la consigliera regionale del Partito democratico, Amalia Bruni, commenta la notizia delle imminenti dimissioni del governatore, anticipate dal suo annuncio di voler correre nuovamente alle urne. Per Bruni, la scelta di Occhiuto ha avuto un effetto immediato: «Ha azzerato la discussione sui temi che realmente attanagliano e soffocano i bisogni dei cittadini calabresi. Le nostre interrogazioni sul sistema sanitario, ormai al collasso, rischiano di essere accantonate o eluse solo perché scomode. Eppure parliamo di problemi drammatici e concreti: liste d’attesa interminabili, ospedali in affanno, carenza cronica di personale, territori privi di servizi essenziali». Ma la denuncia della consigliera non si ferma al settore sanitario. «Anche la nostra mozione sul riconoscimento dello Stato di Palestina – aggiunge – verrà volontariamente messa da parte, seguendo la vergognosa linea politica del governo Meloni. Un atto che conferma come, in Calabria, si preferisca evitare di affrontare temi di giustizia internazionale e diritti umani quando questi non sono allineati con le scelte dell’esecutivo nazionale». Per Bruni, il quadro è chiaro: «Si sta usando la campagna elettorale come una gigantesca cortina fumogena per coprire responsabilità e mancanze. Il Consiglio regionale deve restare un luogo di confronto e di decisione sui problemi reali dei cittadini, non un’arena di autopromozione politica. Noi continueremo a portare avanti le nostre battaglie, dentro e fuori l’aula, perché la Calabria ha bisogno di risposte urgenti, non di slogan e ricandidature che servono solo a perpetuare lo status quo».

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