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Botulino a Cosenza, passata la paura Gaia Vitiello diventa “ambasciatrice di speranza”

La ragazza del Napoletano è stata tra i ricoverati in terapia intensiva dopo aver mangiato il panino a Diamante

Pubblicato il: 23/08/2025 – 11:46
di Eugenio Furia
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Botulino a Cosenza, passata la paura Gaia Vitiello diventa “ambasciatrice di speranza”

COSENZA Un’emergenza trasformata in opportunità e in esempio: ora che la paura per il botulino è rientrata, l’ospedale dell’Annunziata sta organizzando un congresso scientifico a livello nazionale partendo dall’esperienza dei 28 ricoverati, oggi tutti dimessi a domicilio. Non solo: una di loro, Gaia Vitiello (nella foto in copertina), curata in terapia intensiva, è da oggi ambasciatrice dei valori dell’Azienda ospedaliera cosentina. La ragazza, originaria del Napoletano ma da sempre in vacanza a Diamante, non senza commozione ha ricevuto dai vertici dell’Annunziata un passaporto simbolico e un mazzo di fiori a suggellare la fine di un periodo difficile: «Non trovo le parole per ringraziare il personale – ha detto -, solo ora sto realizzando razionalmente tutto quello che mi è successo. Posso assicurare che riporterò la mia esperienza in giro per l’Italia ma anche un messaggio positivo e di speranza – ha aggiunto Vitiello – ricordando che non bisogna sottovalutare i sintomi e avere attenzione, e soprattutto che non si devono dimenticare le vittime».

La gestione dell’emergenza

Vitaliano de Salazar, direttore generale dell’Ao, ha ringraziato la famiglia di Gaia riconoscendone «il grande senso civico e la responsabilità». Poi è tornato sulla vicenda iniziata l’8 agosto con i primi ricoveri: “Non vogliamo incensarci – ha detto – ma quel giorno eravamo tutti tesi mentre bisognava essere lucidi e mettere in campo soltanto le nostre professionalità. La situazione era resa più complicata dal fatto che ci trovavamo davanti a sintomi che non si sentivano da decenni, così abbiamo deciso di attuare una tecnica innovativa limitando al massimo le intubazioni, una strategia resa possibile dalla diagnosi precoce e da alcuni ventilatori comprati con Fondi Por».
Poi de Salazar ha ricordato l’importanza delle 12 dosi antitossina botulinica (ne sono state usate solo sette) arrivate a Cosenza dal Centro antiveleni di Pavia: «A chi ci faceva notare quanto fosse strano che la Calabria non avesse questi sieri rispondo oggi che non sono nelle disponibilità delle regioni ma vengono distribuiti a livello nazionale».
«Prendiamo spunto da quello che è successo – ha poi annunciato de Salazar – per organizzare qui a Cosenza un congresso scientifico a livello nazionale, non escludendo che potranno nascere nuovi protocolli sanitari». Infine il ringraziamento a tutte le professionalità coinvolte in queste due settimane: «Nel nostro hub che ha un bacino di 900mila abitanti tutto il resto è andato avanti senza problemi, con 250/300 accessi al pronto soccorso: qualche anno fa il sistema non avrebbe retto. La diagnosi precoce è stata dirompente nel vincere la battaglia con un grande lavoro di equipe e un risultato di squadra. Un lavoro costante e sotterraneo, noi pensiamo solo a fare cura».

Riabilitazione aggiuntiva per 3 casi più severi

De Salazar ha rivendicato il fatto che dei 28 pazienti tutti sono stati curati e guariti e non si è registrato alcun decesso. Ciro Santoro, ordinario di medicina interna e responsabile della medicina Valentini, ha però spiegato che per tre dei pazienti ricoverati all’Annunziata servirà un periodo aggiuntivo di riabilitazione, dal momento che alcuni problemi persistono anche dopo le dimissioni soprattutto per chi ha avuto una forma più severa: alcuni pazienti – benché per la maggior parte di giovane età e senza patologie pregresse – potrebbero tornare all’Annunziata per dei controlli a distanza di tempo, avendo manifestato particolari problemi respiratori o alla vista. (euf)

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