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lo stratagemma dei narcotrafficanti

Chili di cocaina nei sacchi su un camion della spazzatura. Il “trasporto sicuro” da Gioia Tauro a Reggio

Prima l’esfiltrazione, poi il trasporto con un operatore ecologico. L’uso di criptofonini, l’organizzazione di una staffetta e la verifica dell’assenza di telecamere

Pubblicato il: 28/08/2025 – 7:00
di Mariateresa Ripolo
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Chili di cocaina nei sacchi su un camion della spazzatura. Il “trasporto sicuro” da Gioia Tauro a Reggio

REGGIO CALABRIA La droga occultata in un camion comunemente utilizzato per il trasporto della spazzatura. In questo modo il veicolo guidato da un operatore ecologico diventava un corriere al servizio dei narcotrafficanti. Un trasporto sicuro, a prova di posti di blocco. «Con il camion della spazzatura non lo ferma nessuno…», osservano in una intercettazione soddisfatti gli indagati nell’ambito dell’inchiesta “Arangea bis” della Dda di Reggio Calabria. L’indagine, sviluppata tra il 2021 e il 2024, ha permesso di disarticolare una struttura criminale organizzata e radicata nel territorio, che vedeva la partecipazione anche di esponenti legati a storiche cosche di ndrangheta, e finalizzata all’importazione di cocaina, hashish e marijuana da Paesi come Ecuador, Spagna, Germania, Olanda, Belgio e Albania, tramite rotte consolidate e contatti diretti con fornitori stranieri.
L’episodio documentato segue all’arrivo e all’esfiltrazione nel gennaio 2021 di un carico di cocaina a bordo di un portacontainer proveniente dell’Ecuador, e più precisamente dal porto di di Guayaquil e in transito in quello di Gioia Tauro.

LEGGI ANCHE: ‘Ndrangheta, la cocaina nelle banane dal porto di Guayaquil a Gioia Tauro: la rotta svelata dal manifesto di carico

Il trasporto a bordo di un camion della spazzatura

«Vuole 20 per due viaggi dice che rischia troppo che è pieno di posti di blocco…». Diecimila euro per ogni trasporto, la cifra richiesta dall’uomo assoldato dall’organizzazione. Nel caso nello specifico ricostruito nell’ordinanza attraverso le intercettazioni tra gli indagati Antonio Gullì, Antonio Zambara e Saimir Bilacaj si evince che il soggetto deputato al trasporto dello stupefacente, dal porto fino al luogo prestabilito di stoccaggio (verosimilmente Reggio Calabria) fosse un operatore ecologico che conduceva un camion della raccolta dell’immondizia «Tu sai dove è la discarica di gioia? (…) Dice se riesci ad organizzare su quella strada (…) Il termovalizzatore? (…) Perché lui è giustificato che va li (…) E di servizio con il camion della spazzatura», spiegano. L’organizzazione pianificava, quindi, come far incontrare il corriere e l’emissario del gruppo di esfiltratori per la consegna dello stupefacente, anche consegnando un criptofonino al trasportatore, organizzando un servizio di staffetta e verificando l’assenza di telecamere in prossimità del luogo del prelievo.

La cocaina nei sacchi

«… Mi ha scaricato il camion della spazzatura un macello… Si erano aperti i sacchi… Ha fatto il ribaltabile… Però tutto bene grazie a dio…». La sostanza era in dodici sacchi che durante il trasporto avevano rischiato di aprirsi, undici dei quali – secondo quanto ricostruito dagli investigatori – contenenti ciascuno venticinque “pacchi” (da 1 Kg”) di stupefacente, ed uno contenente 18 “pacchi” di droga, per un quantitativo complessivo di 293 Kg di cocaina. Lo stupefacente mancante rispetto al carico iniziale di 333 chili, pari a 40 chili – si evince dall’ordinanza – corrisponde esattamente ad una percentuale del 12% sull’intero carico, presumibilmente quale compenso trattenuto dal gruppo facente capo a Zambara, incaricato del recupero ed esfiltrazione dello stupefacente dal porto di destinazione.

«La strada è piena di posti di blocco ma a lui non lo fermano»

Un caso non isolato se si considera che gli indagati parlassero delle modalità di trasporto anche per trasporti futuri. In particolare Bilacaj interrogava Gullì in merito ai successivi trasporti della sostanza e quest’ultimo pianificava le successive fasi di commercializzazione «Faccio foto con il giorno e timbri» e trasporto, facendo ricorso al camion della nettezza urbana «Ti mando sempre il camion della spazzatura (…) Quello è perfetto (…) Perché lui va alla discarica sia dì rosarno che di Siderno». Nelle conversazioni si  precisava che l’operatore ecologico pretendeva il pagamento di euro 10mila a trasporto, anche se c’era l’ipotesi di contrattare un prezzo di 15mila per 100 chili di sostanza trasportata «Perché quello strada è proprio brutta piena di posti di blocco ma a lui non lo fermano (…) Il viaggio è top». E ancora: «Sto mandando anche una macchina a scortare il camion se c’è un posto di blocco si fanno fermare loro».

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