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Bruno Villella, lettera aperta alla segretaria nazionale del Pd Elly Schlein

«In Calabria c’è bisogno di una impegnativa opera di ricostruzione, necessaria per riacquisire credibilità»

Pubblicato il: 16/10/2025 – 19:58
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Bruno Villella, lettera aperta alla segretaria nazionale del Pd Elly Schlein

«A dieci giorni dal voto delle regionali, in Calabria ci si continua ad interrogare sulle ragioni che hanno determinato la pesante sconfitta del centrosinistra. A sentire i commenti di alcuni dirigenti del partito, che hanno avuto responsabilità di direzione e sono stati tra gli artefici principali delle scelte compiute in questi anni, c’è da rimanere increduli ed allibiti. In sostanza costoro sostengono la ineluttabilità della sconfitta, soprattutto per i tempi ristretti dettati dal Presidente uscente. Credo che appaia ai più, come una loro ingiustificata quanto palese impotenza, soprattutto per quanto non è stato fatto o fatto male. Su ciò non mi dilungo anche perché lo stanno facendo pubblicamente tanti altri. Piuttosto di fronte a questa argomentazione mi sono tornate alla mente le tue parole pronunziate circa un anno fa in occasione di una tua presenza in Calabria e rimaste completamente inascoltate dagli stessi che ora piangono sul latte versato piuttosto che fare autocritica  della loro miopia e superficialità. Mi riferisco a quell’11 ottobre del 2024 quando sei venuta in Calabria, a Mormanno, agli Stati generali della Montagna. Ricordo con quanta determinazione ti sei rivolta al gruppo dirigente del Pd calabrese sollecitandolo a delineare da subito il percorso di una reale alternativa. “Di  non arrivare lunghi nella sfida contro Roberto Occhiuto, ma scegliere subito un candidato, possibilmente senza l’intermediazione del partito nazionale e senza cadere nel solito rituale del casting last minute e dei veti incrociati”. E ancora: “Scegliete al più presto un candidato partendo dai sindaci e dai territori. Fate voi ma fate presto”. Quello da te indicato era un  percorso che avrebbe, finalmente, riconsegnato al Pd calabrese, autonomia, dignità e soprattutto, ampi margini di iniziativa politica per preparare adeguatamente la scadenza elettorale che comunque era prossima.  Invece nei mesi successivi di tutto ciò non vi è stata traccia. Anzi, si sono celebrati congressi farlocchi, con un solo  punto all’ ordine del giorno: zero discussione e confronto. I congressi ridotti a semplici votifici di una platea di iscritti ridotta al minimo storico per una conta funzionale a garantire candidature e posti di potere. Le luci della opposizione spente a fronte di una situazione economica e sociale che in questi anni si è aggravata, con una allarmante accelerazione del fenomeno dello spopolamento ed una drammatica condizione del servizio sanitario che, in non pochi casi, non è riuscito a garantire neanche gli interventi di emergenza urgenza con conseguenze nefaste per la vita delle persone. Basti pensare a quanto si è verificato a San Giovanni in Fiore con la morte di Serafino Congi, la cui moglie Caterina hai avuto modo di incontrare ed ascoltare in occasione della tua presenza nel grosso centro silano. Occhiuto ha potuto godere del doppio vantaggio di uno spregiudicato uso del potere e della assenza di opposizione politica ed istituzionale. Per non dire delle condotte consociative consumate su punti e scelte nevralgiche che non sto qui ad elencare e che hanno contribuito a determinare confusione ed appannamento della funzione del nostro partito e schieramento. Una situazione davvero sconcertante se si pensa a quanto si è verificato in questi anni sul piano regionale e nei diversi territori dove sono state collezionate sconfitte clamorose nei Comuni ed in realtà storicamente roccaforti della sinistra e del centro sinistra. Basti altresì ricordare,  le sconfitte alle recenti amministrative di Lamezia Terme ed in tanti altri Comuni, o la incomprensibile vicenda consumata a Rende. Si è proceduto a tentativi dell’ultim’ora, senza una linea politica, in una drammatica condizione di marginalità che ha contribuito non poco ad allontanare il PD dalle comunità. Una condizione che non poteva che aggravare il già ingarbugliato contesto delle successive elezioni regionali. Cara Segretaria, credo che converrai su quanto ora sia necessaria una riflessione ed una analisi rigorosa, approfondita e senza sconti sulle ragioni di questa pesante sconfitta che, voglio ricordare, è la terza dopo quelle del 2020 e del 2021. Una seria e partecipata analisi, al netto di inutili polemiche, può aprire uno spaccato dal quale esplorare e magari curare i mali endemici del PD calabrese, ormai a rischio irrilevanza. In Calabria c’è bisogno di una impegnativa opera di ricostruzione, necessaria per riacquisire credibilità e fiducia verso la nostra comunità, da tempo dispersa in una regione sempre più in crisi. Questa opera ha bisogno del contributo di tutti. Per questo è necessario abbattere i recinti funzionali alla conservazione di ruoli e spazi di potere, in verità sempre più ristretti. Il tuo contributo sarà determinante se proiettato a rimuovere le cause che hanno generato gravi anomalie nella vita del partito in Calabria e della sua organizzazione che ormai da oltre un lustro oscilla tra il 13 e il 15% con progressione costante verso il basso. Una parabola negativa contrassegnata da evidenti e precise responsabilità dei gruppi dirigenti locali da cui non sono certo esenti i dirigenti nazionali che i questi anni hanno svolto un ruolo di riferimento e spesso di intervento e sostituzione nei compiti di direzione del Pd calabrese ponendosi come garanti e protettori di singoli esponenti di gruppi ristretti. La nostra comunità da tempo sofferente, ha bisogno di un Partito che ritorni ad essere la sua casa. Questo lo ritengo ancora possibile, nella piena consapevolezza che la mia regione sia parte di un Paese nel quale il PD continua ad essere uno dei pochi partiti nazionali.

*Bruno Villella, Componente Assemblea nazionale del PD

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