Lavoro ed economia in Calabria: l’annuale report dell’Inps tra tante ombre e qualche luce
L’istituto presenta il rendiconto 2024: aumenta il Pil e diminuisce la disoccupazione, ma resta altissima la migrazione e cala la qualità del lavoro

CATANZARO «L’andamento socio-demografico della Calabria, in linea con la tendenza nazionale, rimane caratterizzato da un saldo negativo, determinato – come ormai in maniera costante negli ultimi anni – da un aumento dei decessi a fronte di una diminuzione delle nascite. Al 31 dicembre 2024 in Calabria risiedevano 1.832.147 abitanti (dato provvisorio Istat), 6.421 in meno rispetto a quelli rilevati nell’anno precedente. I residenti con oltre 65 anni rappresentano il 24% della popolazione complessiva, ossia una persona su quattro». Lo rileva l’Inps Calabria nell’annuale rendiconto con riferimento al 2024: il rendiconto viene presentato oggi a Catanzaro. Nel report si evidenzia che «continua a salire il numero di migrazioni interne in uscita dalla Regione Calabria verso le altre regioni italiane, registrandosi un aumento nel 2023 (16.126), in confronto a quanto verificatosi nel 2013 (15.315). Relativamente alle migrazioni interne verso la Regione Calabria, il dato analizzato mostra un andamento decrescente nell’arco temporale preso in esame (8.043 nel 2023, 9.521 nel 2013). In altri termini, sono quasi il doppio i calabresi che emigrano in altre regioni d’Italia rispetto a quanti arrivano in Calabria da altre regioni».
Il mercato del lavoro
«In linea con gli altri territori nazionali, in Calabria – prosegue l’Inps – si osserva un aumento del Pil nel triennio 2021-2023; purtroppo dai dati Istat a disposizione, ancora una volta per il 2024, la nostra continua ad essere la Regione con il Pil pro-capite più basso (21.000 euro contro i 59.800 della Provincia autonoma di Bolzano), lo stesso dicasi per il reddito disponibile per abitante. Il quadro che riguarda il mercato del lavoro è alquanto articolato e degno di accurata attenzione». E ancora: «Nel 2024 e nel settore privato – aggiunge l’Inps – il saldo netto tra assunzioni e cessazioni dei rapporti di lavoro è rimasto positivo con 161.640 nuove assunzioni e 156.226 cessazioni (comunque in diminuzione rispetto al 2023). Tra il 2023 ed il 2024, il tasso medio di occupazione, per la classe di età 15 – 64, è passato da 44,6 a 44,8, quello di disoccupazione è diminuito di circa 3 punti percentuali, mentre quello di inattività è aumentato di 1,6 punti percentuali. Continua ad essere allarmante il dato Istat del tasso di disoccupazione per la classe di età 15-29 che comunque scende dal 35,5 al 31,4. Abbiamo, in assoluto, la più alta percentuale di Neet – non occupati e non in istruzione dai 15 ai 29 anni -, ossia il 26,2% (Italia:15,2%). Forti rimangono gli scostamenti rispetto al livello nazionale». Per l’Inps tuttavia «il dato che merita particolare attenzione riguarda la tipologia dei rapporti di lavoro che vengono instaurati: 1) rispetto al 2023, diminuiscono le assunzioni a tempo indeterminato, passando da 28.999 a 27.748, mentre aumentano i contratti a tempo determinato, che passano da 82.678 a 87.032; 2) crescono le assunzioni con contratto a tempo parziale, che passano da 90.462 a 92.950 (con un aumento percentuale del 2,75% e addirittura dell’8,74% rispetto al 2022). Il dato a disposizione del 2023 già evidenziava come i lavoratori dipendenti con contratti part-time della regione Calabria rappresentassero addirittura il 44,2% dei lavoratori dipendenti totali, dato maggiore rispetto al valore nazionale». L’Inps poi aggiunge: «Altro aspetto rilevante ai fini della nostra analisi è quello relativo alle retribuzioni dei lavoratori calabresi privati che, nelle diverse attività, al 31 dicembre 2023, risultano tutte notevolmente inferiori alla media nazionale: 77,9 euro medi giornalieri per gli uomini e 58,0 euro per le donne, entrambe inferiori alla media nazionale che è pari a 107,5 euro per gli uomini e 79,8 per le donne».
I commenti
Il direttore dell’Inps Calabria, Giuseppe Greco, ha ricordato che «il rendiconto sociale è uno strumento che noi rendiamo alla collettività e al decisore politico, perché poi i dati rappresentati dal bilancio sociale dell’istituto hanno una significatività tale da poter indirizzare, se ben colti, se ben interpretati, anche il decisore politico rispetto a interventi normativi che possono far superare le problematiche che in questa regione ci sono». A intervenire anche la direttrice generale dell’Inps Valeria Vittimberga, che ha evidenziato le luci e le ombre emerse dal rapporto: «Il rendiconto generale dell’Inps contiene alcuni dati in particolare che sono significativi e per certi versi anche preoccupanti, penso ad esempio all’immigrazione o il contesto lavorativo che comunque ancora frenano lo sviluppo della Calabria”. “La quantità di dati in possesso dell’Inps – ha proseguito – restituisce sicuramente uno spaccato interessante, spaccato fatto di luci ed ombre. Il dato positivo è quello di un aumento del lavoro, anche importante, dei numeri delle assunzioni a tempo determinato e questo dato va interpretato perché potrebbe sembrare un dato di precarietà: in realtà non si tratta di precarizzazione di posti di lavoro a tempo indeterminato ma di nuovi posti di lavoro. Questo significa che è una porta d’accesso al mercato del lavoro di persone che avevano avuto difficoltà di inserimento negli anni passati, quindi è un primo passo». (c. a.)
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