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l’analisi del report

Senese: «In Calabria lavoro instabile, salari bassi e giovani costretti ad emigrare»

La segretaria regionale Uil commenta i dati dell’Inps: «Confermano la persistenza di condizioni strutturali e crescenti fragilità»

Pubblicato il: 17/10/2025 – 15:26
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Senese: «In Calabria lavoro instabile, salari bassi e giovani costretti ad emigrare»

CATANZARO «La Uil Calabria esprime forte preoccupazione anche alla luce dei dati emersi dalla presentazione del Rendiconto Sociale Inps Calabria 2024, che offrono una fotografia reale delle condizioni economiche e occupazionali della nostra Regione». Lo afferma il segretario regionale della Uil Mariaelena Senese. Secondo i dati Istat l’incidenza complessiva della povertà assoluta tra le famiglie nel Mezzogiorno si attesta al 12,1%, marcando un divario sensibilissimo rispetto al Nord, dove i valori si aggirano attorno all’8‑9%.  «Nonostante il leggero incremento del PIL registrato nel triennio 2021-2023, la Calabria si conferma ultima in Italia per PIL pro-capite (21.000 euro contro i 59.800 della Provincia autonoma di Bolzano) e per reddito disponibile per abitante. Un divario strutturale che si riflette direttamente sul mondo del lavoro. Il 2024 ha registrato un saldo positivo tra assunzioni e cessazioni nel settore privato (161.640 contro 156.226), ma la qualità dell’occupazione resta estremamente fragile. Calano i contratti a tempo indeterminato, mentre crescono quelli a termine (da 82.678 a 87.032) e aumentano i contratti part-time, oggi pari al 44,2% dei lavoratori dipendenti, con un picco tra i 30 e i 50 anni (43,5%). Le retribuzioni giornaliere medie sono tra le più basse del Paese: 77,9 euro per gli uomini e appena 58 euro per le donne, contro una media nazionale rispettivamente di 107,5 e 79,8 euro».

I dati

«Si tratta di lavoro povero, sottopagato e spesso privo di reali prospettive. Anche se si registra un lieve calo del tasso di disoccupazione giovanile (dal 35,5% al 31,4%), la Calabria resta maglia nera per i Neet, ovvero giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano: sono il 26,2%, quasi il doppio della media nazionale (15,2%). Un dato allarmante, che indica una generazione senza futuro. Per quanto riguarda la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, calano rispetto agli anni precedenti i numeri, emblematico è la riduzione dell’anticipazione pensionistica “Opzione donna”. Dalle 523 domande del 2022 si è passati alle 90 domande del 2024, segnale evidente di una misura non più appetibile e rispondente alle esigenze di flessibilità in uscita delle lavoratrici donna». Sul fronte del welfare e degli ammortizzatori sociali, calano i beneficiari per sospensione del lavoro (da 13.342 a 12.134); aumentano le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni (da 2 a 2,34 milioni); crescono le domande di disoccupazione accolte (161.492).

Le proposte di Uil

L’Assegno di Inclusione ha raggiunto 59.377 famiglie. L’Assegno Unico 210.622 nuclei. Il Supporto per la Formazione e il Lavoro ha registrato 11.236 richieste accolte. Sul piano della legalità, il rendiconto INPS evidenzia un’attività ispettiva intensa: 493 ispezioni effettuate; 10 milioni di euro di evasione contributiva accertata; 2.993 lavoratori irregolari scoperti. «Alla luce dei dati emersi dal Rendiconto Sociale INPS, che confermano quanto la UIL sostiene da tempo, appare necessario – prosegue il Segretario Uil Calabria – intervenire con decisione per rafforzare e consolidare gli strumenti del Padel, il programma regionale pensato per creare occupazione di qualità. Il Padel deve favorire inserimento, reinserimento e formazione dei lavoratori, con un’attenzione particolare a giovani, Neet, donne e soggetti svantaggiati. Migliorare la capacità di welfare locale, soprattutto nelle aree interne, considerando non solo la dimensione economica ma anche infrastrutturale (servizi sociali, abitativi, educativi). Valutare incrementi significativi e mirati degli importi delle prestazioni sociali come l’ADI, specie per famiglie numerose, con carichi di cura o con componenti vulnerabili. Favorire politiche per ridurre il divario territoriale: investimenti infrastrutturali, incentivi per l’occupazione femminile, contrasto alla precarietà, al lavoro povero e al lavoro sommerso».

Risorse, politiche e investimenti

«Continuiamo a dare e registrare numeri – aggiunge Senese – ma occorre tradurre questi numeri in azioni concrete per invertire questa tendenza e puntare verso una crescita duratura e strutturale. È fondamentale capire cosa ha effettivamente trainato – o potrebbe trainare – l’economia regionale. Per promuovere una crescita economica solida e sostenibile in Calabria, è fondamentale adottare un approccio strategico che valorizzi i settori più vocati del territorio. La regione possiede potenzialità ancora inespresse che, se adeguatamente sfruttate, possono incidere significativamente sulla produttività, sull’occupazione e sul benessere collettivo.  È fondamentale promuovere investimenti mirati nel comparto industriale, favorendo la crescita di settori ad alto contenuto tecnologico e l’innovazione produttiva. Tale strategia consente di creare occupazione qualificata, capace di trattenere giovani talenti e professionalità nel territorio, e di attrarre nuovi investimenti nazionali e internazionali. In questo processo, è essenziale valorizzare le competenze e le attività di ricerca degli atenei calabresi nel campo dell’intelligenza artificiale, in modo da costruire un ecosistema integrato tra università, imprese e istituzioni, capace di generare sviluppo sostenibile e competitività. Concentrare risorse, politiche e investimenti nei settori a maggiore vocazione territoriale è la strada per attivare uno sviluppo duraturo in Calabria. Serve una visione strategica condivisa tra istituzioni, imprese, università e cittadini, basata sulla valorizzazione delle risorse locali, sull’innovazione e sulla sostenibilità. Solo così la Calabria potrà colmare i divari esistenti e diventare protagonista di un nuovo modello di crescita».

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