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Il duello

Politica o persecuzione? Il caso Scarcella-Sciarrone agita Gioia Tauro

La sindaca Simona Scarcella denuncia anni di molestie e minacce. Il suo oppositore politico Rocco Sciarrone respinge ogni accusa. La magistratura chiamata a fare chiarezza

Pubblicato il: 22/10/2025 – 18:03
di Paola Suraci
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Politica o persecuzione? Il caso Scarcella-Sciarrone agita Gioia Tauro

Da un lato c’è Simona Scarcella, sindaca di Gioia Tauro, che racconta di vivere un vero e proprio incubo. Da anni, dice, è vittima di molestie e persecuzioni. Messaggi, appostamenti, post sui social: secondo la sindaca, tutto questo ha reso la sua vita e il suo lavoro al Comune un vero tormento. «Il mio stalker è libero di entrare in Comune … lo Stato dov’è?» ha dichiarato, denunciando una paura costante e concreta.
Scarcella, sentita dal Corriere della Calabria, definisce Rocco Sciarrone, l’uomo al centro della vicenda, «una persona socialmente pericolosa». «Non è una persona stabile — afferma —. È un ex consigliere provinciale che, durante il suo incarico, fu arrestato e sospeso per violenza e stalking nei confronti della ex fidanzata. Ha precedenti penali specifici».

Scarcella: «Mi definisce “sindaca delinquente”, “bugiarda”, perfino “prostituta”»

Secondo la sindaca, Sciarrone non svolgerebbe opposizione politica ma condurrebbe una campagna personale di delegittimazione: «Mi insulta sui social, mi ha insultato anche di persona. Il tribunale ha già emesso un decreto di condanna per oltraggio nei miei confronti. E il questore di Reggio Calabria ha disposto un provvedimento di ammonimento dopo un’istruttoria che ha accertato comportamenti persecutori, molestie e minacce nei miei confronti». Scarcella aggiunge che le offese toccano anche il ruolo istituzionale che rappresenta: «Mi definisce “sindaca delinquente”, “bugiarda”, perfino “prostituta”. È un vilipendio continuo dell’istituzione». La sindaca cita anche un post che ritiene minaccioso: «Scriveva che presto avrei realizzato il mio sogno di avere la scorta, perché mi avrebbe fatta ritrovare circondata dalle forze dell’ordine. È una minaccia di morte».
Oggi la casa della sindaca e gli uffici comunali sono sotto vigilanza generica, su disposizione della Questura. «Non voglio la scorta — conclude —, voglio solo che questa persona venga tenuta lontano da me. È già stato allontanato con il braccialetto elettronico in passato. Ora non riesco più a lavorare serenamente».

Sciarrone: «Non ho mai minacciato, seguito o contattato la sindaca»

Dall’altra parte c’è Rocco Sciarrone, segretario del movimento politico Movimento Social Popolare, finito al centro delle polemiche dopo le accuse della sindaca di comportamenti persecutori. Ex consigliere provinciale e oggi imprenditore nel settore dell’abbigliamento, Sciarrone respinge con decisione ogni accusa e spiega ai lettori del Corriere della Calabria. «Non esiste alcun divieto di avvicinamento nei miei confronti — afferma —. Non ho mai minacciato, seguito o contattato la sindaca. Non ho il suo numero, non so nemmeno che macchina guidi. Tutto ciò che faccio è politica, alla luce del sole. C’è solo un ammonimento, che è un atto amministrativo. Un atto preventivo emesso dal questore, che intima a una persona di cessare comportamenti persecutori, minacciosi o violenti, anche quando questi non costituiscono ancora un reato. In questi giorni ho chiesto di incontrare, e sto infatti, avendo i colloqui, con le forze dell’ordine e con il questore per farmi conoscere ed essere ascoltato, mi sembra un atto dovuto. Ho già incontrato il questore e proprio oggi i carabinieri. Sono andato solo, senza il mio legale di fiducia perché non c’è questa necessità».
«Continuerò a raccontare la verità, perché io parto dagli atti amministrativi. Non l’ho neanche mai calunniata, so bene cosa dire per non essere incriminato. La sindaca, invece, strumentalizza una mia vicenda personale accaduta anni fa, un passato giudiziario, dal quale — precisa — sono uscito pienamente assolto. Sono stato coinvolto in un procedimento, ma ne sono uscito innocente. L’accusa principale era di violenza sessuale, ma la presunta vittima ha dichiarato di non essere mai stata costretta o minacciata. Ho anche rifiutato la prescrizione: voglio che sia accertata la mia totale estraneità».

Sciarrone e il “successo” politico

Così ecco che quest’uomo di quarant’anni che guida il Movimento Social Popolare a Gioia Tauro racconta il successo alle ultime elezioni comunali, quando ha ottenuto circa il 6% dei voti conquistando un seggio in consiglio con l’elezione di Luigina Pedullà. «Non siamo un gruppo irrilevante — sottolinea Sciarrone —. La nostra opposizione è determinata ma corretta. Le mie critiche riguardano la gestione amministrativa, non le persone». Tra i temi sollevati dal movimento, Sciarrone cita «le assunzioni al Comune e la gestione dei rifiuti. Ci sono stati bandi pubblicati in pieno agosto, e alcune assunzioni che sollevano perplessità. Inoltre, i costi del servizio rifiuti rischiano di gravare sui cittadini con aumenti fino al 50%. Queste sono le questioni che porto in consiglio e sui social, sempre in modo documentato».
Sull’episodio che ha fatto esplodere il caso, Sciarrone racconta la sua versione: «Ero in Comune per motivi amministrativi, dovevo ritirare un documento legato al cimitero».
«È morta mia nonna e volevo far seppellire i resti di mio nonno, deceduto precedentemente e seppellito a Rosarno, insieme a lei a Gioia Tauro. Non ho cercato la sindaca, non l’ho neppure vista. Sono stato fermato dalla polizia municipale, mi hanno chiesto i documenti, poi sono arrivati i carabinieri. Ho spiegato che ero lì come qualsiasi cittadino, in un luogo pubblico». Secondo lui, la tensione sarebbe nata da un confronto acceso: «Le ho solo detto che il Comune è la casa di tutti. Non c’è stata alcuna minaccia. Lei ha urlato, io ho ribadito il mio diritto a entrare».
Per Sciarrone, le accuse sarebbero un tentativo di zittire l’opposizione: «Da tempo la sindaca tenta di delegittimarmi, prima definendomi “pazzo”, poi “tossico”, poi “alcolizzato”. Ma non ho mai avuto problemi di questo tipo. Io contesto solo la gestione amministrativa: assunzioni, trasparenza, rifiuti, gestione del porto. Quando pubblico un video su una situazione critica, nel giro di un giorno il Comune interviene. Questo dimostra che il nostro lavoro serve». Il segretario Sciarrone ha annunciato una conferenza stampa per chiarire la sua posizione: «Non sono un persecutore, ma un cittadino che esercita il diritto di critica politica. A Gioia Tauro serve trasparenza, non paura».

L’ammonimento formale

Nel mezzo, la Questura di Reggio Calabria che ha emesso un ammonimento formale nei confronti di Sciarrone, mentre la Giunta comunale di Gioia Tauro ha espresso solidarietà alla sindaca, parlando di «violenza cieca e sinora incontrollata». La vicenda mette la città davanti a un confine sottile: da una parte una donna che denuncia paura e persecuzione, dall’altra un uomo che rivendica la libertà di critica. Tra accuse, denunce e dichiarazioni incrociate, Gioia Tauro resta sospesa tra il diritto alla sicurezza personale e quello all’opposizione politica, in attesa che la magistratura chiarisca dove finisca la polemica e dove cominci la minaccia. (redazione@corrierecal.it)

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