A Catanzaro il vento della storia con la Renault rossa in cui fu trovato il corpo di Moro – VIDEO E FOTO
Per la prima volta in Italia esposta l’auto simbolo degli anni di piombo. Il ricordo dello statista Dc nell’ambito di un’iniziativa per la legalità

CATANZARO Il vento della storia d’Italia soffia forte su Catanzaro, generando un grande brivido ma anche un grande messaggio di democrazia e di alta politica, quella che ha il volto e gli insegnamenti di Aldo Moro. Il vento della storia è in quel simbolo degli “anni di piombo”, la Renault 4 rossa nella quale venne ritrovato il corpo di Moro assassinato dalle Brigate Rosse e che per la prima volta viene esposta in pubblico dopo essere stata scortata dalla polizia da Roma per tutta la notte: il tutto avviene nei saloni della Camera di Commercio di Catanzaro, nell’ambito delle Giornate della Legalità promosse in collaborazione con la Questura di Catanzaro e rivolte soprattutto ai giovani studenti del territorio. La prima giornata è dedicata all’eredità morale di Moro, e cade proprio nel giorno della morte di Anna Laura Braghetti, ex Br coinvolta nel caso Moro, ed è un tuffo nel passato che però si fa anche presente e futuro, come dice Gero Grassi, che da parlamentare fece approvare la legge che istitutiva la seconda commissione d’inchiesta sulla strage di via Fani e sul rapimento e la fine di Aldo Moro ed è unanimemente riconoscimento come uno dei più profondi conoscitori di quella vicenda che fu una delle tragiche notti della nostra Repubblica.



Gli interventi
«Il valore dell’iniziativa – spiega Grassi – non riguarda ieri, soltanto la memoria storica, ma soprattutto l’insegnamento ai giovani, perché Moro è domani, in quanto Moro è colui che ha detto oltre 60 anni fa che il conflitto Israele-Palestina andava risolto con un popolo, un territorio e uno stato a uno e lo stesso all’altro. Moro è colui che ha inventato il primo programma sponsorizzato dal Ministero della Pubblica Istruzione, il più grande programma televisivo italiano, che non è “Grande Fratello”, ma è “Non è mai troppo tardi” che servì a portare alla licenza elementare 3 milioni e mezzo di italiani, con la persona più anziana che era della provincia di Cosenza, che aveva 88 anni e nel ’68 acquisì il titolo di licenza elementare. Moro è quello che nella Costituzione ha ribaltato non solo il concetto sudditi-cittadini, ma la centralità della persona. Ai giovani, queste iniziative servono per dire che libertà, democrazia, repubblica non sono punti di arrivo, ma punti di partenza». A portare i saluti anche un messaggio video di Wanda Ferro, sottosegretario all’Interno, mentre in platea arrivano anche testimoni di quella stagione di alta politica come un volto storico della Dc calabrese e italiana, Mario Tassone, uno degli eredi politici di Aldo Moro, e un altro volto storico della Dc, Franco Cimino. Gli indirizzi di saluto del questore di Catanzaro, Giuseppe Linares, che ha ricordato come «uno degli insegnamenti di Moro era “la persona prima di tutto”, e poi Moro diceva che la stagione e delle libertà in Italia sarà effimera se non rinascerà un nuovo senso del dovere, il suo impegno e il suo pensiero politico sono stai fondamentali nella costruzione dell’etica nel nostro Paese». Per il presidente della Camera di Commercio, Pietro Falbo, quella di Moro «è la storia d’Italia, è la storia del nostro presente, del nostro futuro oltre che del nostro passato, di cui tener conto anche considerando quali erano le movimentazioni di carattere politico, economico e geopolitico internazionale». Secondo il prefetto di Catanzaro, Castrese De Rosa, «raccontare quella stagione e un personaggio come Moro ai ragazzi che non l’hanno vissuti è fondamentale, perché il senso del dovere e delle istituzioni e della legalità incarnato da Moro e il suo sacrificio sono un bel messaggio per i giovani». Al tavolo dei relatori infine anche i comandanti regionali della Guardia di Finanza e dei carabinieri, i generali Gianluigi D’Alfonso e Riccardo Sciuto. (a. c.)
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