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l’andamento del lavoro

Mezzogiorno, Cgia: ci sono più pensionati che lavoratori

Nel 2024, a fronte di 7,3 milioni pensioni si registravano poco più di 6,4 milioni di occupati

Pubblicato il: 08/11/2025 – 10:27
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Mezzogiorno, Cgia: ci sono più pensionati che lavoratori

ROMA Nonostante il positivo andamento del mercato del lavoro, al Mezzogiorno è sempre più marcato il sorpasso dei pensionati sui lavoratori: nel Sud e nelle Isole il numero degli assegni erogati è nettamente superiore a quello di dipendenti e autonomi. Nel 2024, infatti, a fronte di 7,3 milioni pensioni pagate si registravano poco più di 6,4 milioni di occupati. Lo certifica il Centro Studi della Cgia che segnala come nel Mezzogiorno – unica ripartizione geografica che presenta questo squilibrio – la regione con il disallineamento più marcato è la Puglia che registra un saldo negativo pari a 231.700 unità. Ad eccezione della Liguria, dell’Umbria e dalle Marche, invece, le regioni del Centro-Nord mantengono un saldo positivo che si è rafforzato, grazie al buon andamento dell’occupazione avvenuto negli ultimi 2/3 anni. Dalla differenza tra i contribuenti attivi (lavoratori) e gli assegni erogati ai pensionati, spicca, sempre nel 2024, il risultato della Lombardia (+803.180), del Veneto (+395.338), del Lazio (+377.868), dell’Emilia Romagna (+227.710) e della Toscana (+184.266). Nel frattempo, comunque, la situazione è destinata a peggiorare, anche al Centro-Nord. Tra il 2025 e il 2029, infatti, si stima che poco più di 3 milioni di italiani lasceranno il posto di lavoro. Di questi ultimi, infatti, 2.244.700 (pari al 74 per cento circa del totale) riguarderanno persone che lavorano nelle regioni centro settentrionali, aggravando i problemi di imprenditori che già adesso faticano a trovare personale disponibile a recarsi in fabbrica o in cantiere. Dall’analisi del saldo tra il numero di occupati e le pensioni erogate nel 2024, la provincia più ”squilibrata” d’Italia è Lecce: la differenza è pari a -90.306. Seguono Reggio Calabria con -86.977, Cosenza con -80.430, Taranto con -77.958 e Messina con -77.002. La Cgia segnala comunque che l’elevato numero di assegni erogati nel Sud e nelle Isole non è ascrivibile alla eccessiva presenza delle pensioni di vecchiaia/anticipate, ma, invece, all’elevata diffusione dei trattamenti assistenziali e di invalidità che si ‘scontrano’ con un tasso di occupazione molto inferiore alla media UE e la presenza di troppi lavoratori irregolari. La combinazione di questi fattori ha ridotto progressivamente il numero dei contribuenti attivi e, conseguentemente, ingrossato la platea dei percettori di welfare.

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