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la nuova leadership

Ecco perché la sconfitta di Cirielli in Campania rafforza Occhiuto

Le ultime elezioni regionali ridisegnano i rapporti di forza nel centrodestra meridionale: a guadagnarci è soprattutto il governatore calabrese

Pubblicato il: 26/11/2025 – 14:29
di Lucia Serino
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Ecco perché la sconfitta di Cirielli in Campania rafforza Occhiuto

In Campania riesce a Fico ciò che in Calabria non è riuscito a Tridico. L’operazione campo largo in Calabria non ha attecchito: Tridico – figura autorevole ma priva di una vera infrastruttura politica – non è riuscito ad aggregare consenso né a impensierire il centrodestra. Il risultato è la sua uscita di scena verso Bruxelles, proprio in queste ore, mentre Fico diventa il nuovo catalizzatore della sinistra meridionale mettendo su un governo di coalizione che tiene insieme mondi inconciliabili: dagli ambientalisti alla tradizione centrista di Mastella. Un’alleanza nata con un obiettivo pragmatico, evitare che la Campania finisse al Governo nazionale di cui un suo esponente di primo piano, in extremis e dopo molto trambusto con Forza Italia,  aveva deciso di scendere nell’agone elettorale. Avevano sperato e creduto nella remuntada a destra. Ma che non fosse possibile lo si leggeva da un segnale inequivocabile: il sostegno a Fico dell’ultimo “cavallo di razza” democristiano, il sindaco di Benevento, Mastella, così come anni fa De Mita scelse De Luca contro Caldoro.

C’è poi un altro passaggio chiave della tornata elettorale: la sconfitta di Edmondo Cirielli, potente luogotenente meloniano nel Mezzogiorno ridisegna gli equilibri del centrodestra a Sud. Perché se il generale di Fdi esce indebolito, e destinato a rientrare nei ranghi romani, chi ne beneficia è uno solo: Roberto Occhiuto. Il governatore calabrese, vice di Forza Italia e uomo centrale nella geografia interna del partito, vede rafforzata la sua leadership non solo in Calabria ma nell’intero Sud. Il controllo delle leve meridionali del centrodestra è un fatto compiuto: Occhiuto ha in mano le redini, il baricentro, la regia politica del Mezzogiorno azzurro. Non ha più antagonisti interni, non può essere Martusciello in Campania, né può ipensierirlo Fitto ormai “nascosto” a Bruxelles. Attenzione a un ministro, Sbarra. Ma questo è altro discorso.

In questo momento, mentre De Luca si avvia verso un ruolo di kingmaker laterale – forte della sua lista personale e della segreteria affidata al figlio Piero, ma limitato dall’accordo di convivenza con il nuovo presidente – è proprio Occhiuto a emergere come la figura politica più solida del Sud azzurro. Chi governa una regione, amministra fondi, gestisce la sanità e dirige un blocco sociale reale, oggi conta di più di chi appare nei talk show nazionali. Occhiuto fa questo e quello, lo sa e lo capitalizza. È un leader atipico per il centrodestra meridionale: istituzionale ma non ingessato, dialogante ma non subalterno, perfettamente compatibile con Tajani ma anche autonomo quando serve. Bisognerà capire quando si annoierà di giocare in Calabria. (redazione@corrierecal.it)

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